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Reggio, carceri sovraffollate e con personale di polizia penitenziaria carente – FOTO e VIDEO

La garante detenuti Giovanna Russo ha presentato la relazione annuale a palazzo San Giorgio. Tra gli aspetti positivi le sinergie avviate e la copertura sanitaria ad Arghillà

Reggio, carceri sovraffollate e con personale di polizia penitenziaria carente – FOTO e VIDEO

La struttura datata è sovraffollata del carcere Giuseppe Panzera (noto come San Pietro). Più detenuti rispetto alla capienza anche nel carcere di Arghillà. Inadeguato il numero degli agenti di polizia penitenziaria, una criticità ancora grave e diffusa.


La sanità penitenziaria in deciso miglioramento ad Arghillà, dove era molto carente, e che nel plesso di San Pietro ancora deve sciogliere il nodo del reparto di osservazione psichiatrica Argo, al momento chiuso. Infine l’attività trattamentale da implementare e le opportunità di lavoro da potenziare.
Tanto lavoro ma anche tante professionalità e virtuose sinergie per portarlo avanti.

Questo il quadro degli istituiti penitenziari Giuseppe Panzera e Arghillà di Reggio Calabria, emerso in occasione della presentazione della seconda relazione annuale. A illustrarlo la garante comunale per le persone detenute e private della libertà personale, Giovanna Russo, al suo terzo anno di mandato. Un lavoro intenso che si rinnova. Un’attività, anche in questa occasione, condivisa con tutte le autorità, segno della centralità in cui si vuole porre la condizione delle persone detenute e delle sinergie indispensabili per l’efficacia del percorso intrapreso.

Nel salone del Lampadari Italo Falcomatà di palazzo San Giorgio, sede dell’amministrazione comunale di Reggio Calabria, davanti a un autorevole parterre, illustrati dati e formulate riflessioni sul pianeta carcere reggino.

Dopo i saluti istituzionale del sindaco fu del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, della vicaria del prefetto, Maria Stefania Caracciolo, della senatrice Tilde Minasi e della presidente del Tribunale di Sorveglianza Daniela Tortorella, la garante Giovanna Russo è entrata nel merito dei temi.

Il sovraffollamento

«Il carcere di Arghillà, aperto dieci anni fa, da un punto di vista strutturale presenta alcune carenze strutturali ma è tutto sommato in buono stato. A preoccuparci è il sovraffollamento. A fronte di una capienza di 377 persone detenute, al 30 giugno scorso ci sono 397 detenuti. Il picco è stato raggiunto il 9 giugno scorso con 402 persone ristrette.

Il sovraffollamento si registra anche a San Pietro dove a maggio la presenza era di 243 persone detenute, scese al 30 giugno scorso a 231, tra cui 41 donne, a fronte di una capienza di 186 posti». Lo ha spiegato la garante Giovanna Russo, coadiuvata nel suo lavoro dagli avvocati Elena Siclari e Carmelo Lazzaro.

Più personale penitenziario per garantire la sicurezza

Il sovraffollamento aggrava la situazione già al limite del personale penitenziario e dunque della sicurezza. «In forza ai reparti nel plesso di San Pietro ci sono 131 unità, di cui 28 donne e 78 uomini agenti. Nel carcere di Arghillà, dove la popolazione detenuta è superiore, sono soltanto 121 gli agenti, di cui 18 donne. Soltanto 74 sono gli agenti assegnati a reparti detentivi. Una situazione sulla quale il governo sta intervenendo, come annunciato anche a Reggio Calabria nelle scorse settimane dal sottosegretario alla Giustizia con delega al trattamento dei detenuti, Andrea Ostellari». Lo ha sottolineato la garante comunale reggina per le persone detenute e private della libertà personale, Giovanna Russo.

«Si tratta di un ambito strategico. Da una presenza di agenti proporzionata ai detenuti dipende la sicurezza di tutti, tanto degli agenti quanto delle stesse persone detenute. Fa rima con sicurezza anche la qualità dell’attività trattamentale che deve essere implementata. Essa non deve essere limitata all’approccio progettuale, ma deve divenire invece oggetto di una programmazione mirata e personalizzata. Non ci sono altre strade per assicurare la funzione effettivamente rieducativa della pena», ha ribadito la garante Giovanna Russo.

In carcere si deve lavorare di più

La funzione rieducativa della pena, già al centro del recente protocollo sottoscritto tra Mediterranea e l’amministrazione penitenziaria, richiama anche l’altro tema centrale del lavoro, unico viatico per un effettivo reinserimento sociale.

Altrettanto recente è la sottoscrizione di un altro protocollo con l’arcidiocesi Reggio Calabria- Bova, per la riattivazione del laboratorio dei marmi del carcere di San Pietro per realizzare arredi ecclesiastici.

«È necessario incrementare il numero di coloro che lavorano dentro e dei detenuti che fruiscono dell’articolo 21 che consente di svolgere attività anche all’esterno. A Reggio, nel plesso di San Pietro, sono soltanto 44 i detenuti lavoranti, impegnati in varie mansioni. Ad Arghillà sono 73. Dobbiamo accrescere questi numeri. Per questo stiamo apportando dei correttivi al protocollo sui Lavori socialmente utili al fine di promuovere integrazione e reinserimento lavorativo a persone private della libertà». Lo ha spiegato ancora Giovanna Russo.

La sanità penitenziaria

Buone notizie sul fronte della sanità penitenziaria ad Arghillà. «Grazie a una importante sinergia istituzionale, in particolare con l’asp, la carenza di personale dello scorso anno è stata superata e dal primo maggio è stata ripristinata l’assistenza medica h24. Nominati un coordinatore sanitario, un dirigente medico, 6 medici di guardia medica, 12 specialisti, 12 infermieri, un operatore socio sanitario. Abbiamo strutturato un protocollo di approvvigionamento farmaci per garantire forniture regolari.

Operativi nuovi specialisti, ortopedico, otorino, psicologo, neurologo, endocrinologo, dermatologo, e incrementato le ore di fisiatria e gli accessi dall’oculista e dal dentista. Messo in funzione il gabinetto radiologico e collegato in telemedicina con la radiologia di Polistena.

Abbattuti gli arretrati e adesso lavoreremo anche per l’installazione di un Ortopantomografo per evitare il trasferimento in ospedale e velocizzando le cure odontoiatriche. Altro strumento sarà il bando per assegnazione posti delle zone carenti di continuità assistenziale al fine di superare la criticità del precariato dei medici. Lavoreremo anche per l’implementazione del numero di infermieri presenti». Ha spiegato ancora Giovanna Russo.

Gli obiettivi futuri

«Istituzione del tavolo Permanente di Giustizia Riparativa di cui alla riforma per le sole prospettive penitenziarie. La realizzazione di percorsi di formazione per le associazioni del terzo settore che desiderino impegnarsi con un volontariato qualificato nel mondo carcere. Richiesta agli Uffici di Procura e Prefettura di un Tavolo sul contrasto alla criminalità e tutela della legalità per Arghillà. Infine la verifica dello stato dei lavori Mandela’s Office per renderlo realmente operativo».

Questa solo una sintesi di quello
ancora c’è da fare.
Con l’alto livello di professionalità e le esperienze sinergiche messe in campo in questi due anni, sono fiduciosa. Compiremo altri importanti passi in avanti». Così ha concluso garante comunale reggina per le persone detenute e private della libertà personale, Giovanna Russo.

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