Un anno dopo il naufragio a Cutro: fiaccole accese per pregare e per non dimenticare
Una parte dei sopravvissuti e i loro parenti sono tornati sulla spiaggia del naufragio: «Il ricordo non basta: le politiche migratorie devono cambiare»
di Vincenzo Imperitura – In circolo attorno a una “barriera” di peluche – 34, lo stesso numero dei bambini che non sono sopravvissuti all’ennesimo viaggio della speranza sulla “rotta turca” – ci sono una parte dei sopravvissuti del naufragio e i loro parenti, tornati in Calabria da mezza Europa in ricordo della tragedia dello scorso anno. Un ritorno doloroso e carico di rimpianti per una tragedia che, dicono, certamente si sarebbe potuta evitare.
Intanto il mare sbatte forte sulla battigia di Steccato. Quasi come nella notte dello scorso anno, quando la Summer Love andò a schiantarsi su una secca a poche decine di metri dalla spiaggia inghiottendo 94 persone, morte quando ormai il peggio sembrava passato. E un anno dopo, la stessa spiaggia torna protagonista per una veglia silenziosa, fatta di preghiere appena accennate e dolore composto.
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