martedì,Aprile 30 2024

Da Lazzaro a Cerignola viaggia la memoria di Francesco Giorgino

In piazza della Repubblica nella cittadina pugliese, comune natio del meccanico ucciso il 21 febbraio 1996 in Calabria, scoperta la pietra d’inciampo alla presenza dei familiari

Da Lazzaro a Cerignola viaggia la memoria di Francesco Giorgino

«È stato mio nipote Francesco a scoprire, in piazza Repubblica a Cerignola, la pietra di inciampo in memoria del nonno di cui porta il nome e che non ha mai conosciuto. È stato per tutti noi familiari un momento molto commuovente. Sono grata alle amministrazioni comunali di Cerignola e di Motta San Giovanni, luoghi dove mio marito era nato nel 1956 ed è morto nel 1996 per la partecipazione alla nostro senso perenne di perdita. Ringrazio Libera che sempre ci è stata accanto, in particolar modo con la presenza di Stefania Gurnari. Sono grata anche alle studentesse e agli studenti della scuola Pavoncelli di Ceriginola che ci hanno accolto con tanto affetto nei giorni scorsi».

Mimma Diano è rientrata in Calabria dalla Puglia portandosi dentro tante emozioni. Suo marito Francesco Giorgino, vittima innocente delle mafie, ucciso il 21 febbraio 1996 a Lazzaro, frazione di Motta San Giovanni nel reggino, è stato ricordato anche nel comune natio di Cerignola, in provincia di Foggia. Nella città di origini, che aveva lasciato per amore suo, adesso c’è un presidio di memoria.

«Le vittime vanno ricordate e siamo confortati da questa memoria abbracci anche il luogo in cui mio marito era nato. È importante per tutti noi familiari, per i miei nipoti, per i miei figli, Annamaria e Salvatore Maurizio, che tanto hanno sofferto e che sono stati con me a Cerignola. Con noi anche il fratello di mio marito a Cesare e le sorelle Lina e Antonietta e i miei nipoti». È quanto ha sottolineato Mimma Diano, reduce dalla Giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera a Roma lo scorso 21 marzo.

La cerimonia di scopertura

La scopertura della pietra di inciampo è avvenuta nei giorni scorsi nell’ambito della terza edizione del Percorso di Memoria, coordinato dalle docenti Grazia Melchionda e Angela Leone con le classi 1B, 28, 1F, 2F della scuola secondaria di primo grado Pavoncelli di Cerignola, guidata dal dirigente scolastico Paolo Saggese. Il progetto è stato promosso dalla scuola, dall’amministrazione comunale di Cerignola, dall’Anpi di Rieti, dalla cooperativa sociale Altereco e da Libera.

Unitamente alla pietra di inciampo in memoria di Francesco Giorgino, scoperte in piazza della Repubblica anche quelle in memoria di Luigi Barriello, eroe di guerra, Filippo Palieri, vittima del nazifascismo, Maria Incoronata Ramella e Incoronata Solazzo, vittime del caporalato. La cerimonia ha avuto luogo alla presenza dei familiari al termine di un incontro presso la sala consiliare del Comune di Cerignola. Erano presenti il sindaco di Cerignola, Francesco Bonito, il sindaco di Carapelle, Umberto Di Michele, l’assessora alla Cultura, Pubblica Istruzione e Sport, Rossella Bruno. Con loro anche il dirigente del locale commissariato di Pubblica Sicurezza, Claudio Spadaro.

All’incontro hanno partecipato anche la co-referente regionale di Libera Puglia, Federica Bianchi, per la Cooperativa sociale Altereco, Dora Giannatempo, e il rappresentante Anpi Cerignola Pasquale Specchio Giovanni Magnifico. Presente anche la Calabria. In collegamento da palazzo Alecce, Enza Mallamaci, assessore alla Cultura del comune di Motta San Giovanni.


«Il sindaco Giovanni Verduci, insieme al consigliere Beniamino Mallamaci ci aveva voluti incontrato la prima della partenza per Cerignola, incaricandoci di portare in dono al comune pugliese una ceramica con la riproduzione dello stemma comunale», ha raccontato Mimma Diano.

I fiori nel largo Francesco Giorgino a Lazzaro

Intanto crescono i fiori nell’aiuola, curata da Mimma e dai figli, che abbellisce il largo Francesco Giorgino vicino all’abitazione della famiglia a Lazzaro. È stato inaugurato nel 2019 su iniziativa del comune di Motta San Giovanni e di Libera. In quell’occasione era tornato in Calabria anche don Luigi Ciotti.

«Abbiamo portato lì anche la panchina di cui il Comune ci ha fatto dono. Ne abbiamo fatto un luogo in cui trionfano i colori e la bellezza in cui si respira la vita. La cura di questi fiori mi accompagna nel ricordo di mio marito e mi dà forza per andare avanti», ha concluso Mimma Diano.

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