domenica,Aprile 28 2024

Wrestling, la proposta: creare uno spazio dove praticarlo a Reggio

L’appello viene dal wrestler reggino Thepainkeepeer, cresciuto nella Real Italian Wrestling di Messina, che spera che questo sport-spettacolo si diffonda anche in città

Wrestling, la proposta: creare uno spazio dove praticarlo a Reggio

Classe 2002, il suo ring name è Thepainkeeper ed è un wrestler reggino che ha il primato di essere il più alto d’Italia. Negli show riveste spesso il ruolo del cattivo, del monster heel, ed è cresciuto nella Real Italian Wrestling di Messina fondata da campioni come El Nazareno e Italian Tiger. Appassionato del wrestling sin da bambino, quando guardava i suoi campioni in tv, per abbracciare questo tipo di sport è dovuto andare in Sicilia, perché in Calabria, e a Reggio, in particolare, questa realtà non esiste. Da qui l’appello affinchè questo sport-spettacolo si possa diffondere anche al di qua dello Stretto.

Wrestling, sport e spettacolo

«Si tratta di una disciplina intorno alla quale purtroppo c’è molto ignoranza» premette l’atleta. Intanto «il wrestling può insegnarlo solo chi lo pratica, chi ne sa del settore, chi ha tanta esperienza, perché trattandosi di uno sport pericoloso si rischia davvero tanto. In Italia, a differenza degli Stati Uniti dove c’è un giro di miliardi e diritti televisivi, si tratta di uno sport meno conosciuto. Ci sono tante federazioni regionali ma non una nazionale e in ogni caso noi wrestler ci muoviamo in tutte le federazioni, in Italia e anche fuori, c’è uno scambio continuo sia per fare esperienza che per gli show in sé» spiega il wrestler. Thepainkeeper pratica wrestling da quasi 3 anni alla RIW, l’unica federazione che c’è in Sicilia avendo come allenatori campioni come El Nazareno, the Italian Tiger ma anche Thunderstorm. Prima faceva lotta greco-romana e lotta libera a Reggio, nel gruppo dei Vigili del Fuoco, diventando anche campione regionale, poi ha deciso di passare al wrestling vero e proprio.

La storyline dietro il wrestling

«Il wrestling è sport, spettacolo e intrattenimento, come si può dedurre dallo stesso nome della federazione Usa “World wrestling entertainment” e, purtroppo, è una disciplina sottovalutata, che richiede tanto allenamento, perché altrimenti certi movimenti spettacolari, capriole, tutta la parte aerobica non li potresti fare, e in cui si racconta sempre una storia» prosegue l’atleta.
C’è sempre una storyline, infatti, negli show, in cui i personaggi buoni che si chiamano “face” o “babyface”, combattono contro i personaggi cattivi che si chiamano “heel” o “monster heel”. Tutto è guidato dal booker, ossia dalla persona incaricata di creare i match e di decidere chi vince, chi conquista le cinture contese. «La parte più bella, più che la lotta in sé, è tutto il contorno, la storia, i motivi per cui vengono fatte determinate cose, la capacità dei wrestler di catturare l’attenzione del pubblico. È tutta una questione di psicologia» afferma Thepainkeeper. Delle tre regole che ripetono spesso gli americani per essere un buon wrestler, infatti, «la prima è l’appearance, come sei, se hai un bel fisico, un bel costume, un bel personaggio in generale, poi ci sono le mic skills, le capacità al microfono, quanto sai essere coinvolgente, carismatico, infine, le wrestling skills, ossia quanto sei bravo. Personaggio-carisma-combattimento, dunque, e sono in ordine di importanza, proprio perché è uno sport che non ti vuole fare vedere solo una lotta. È come andare al cinema, devi saper essere un bravo atleta e un bravo attore e interpretare il tuo show».

La proposta

Da qui, l’idea di lanciare un appello a «chi ha una palestra, uno stabile, a chi può offrire uno spazio per degli atleti, per creare un vivaio anche qui a Reggio, ospitando i vari wrestler e far fare quest’esperienza anche ai ragazzi reggini, diffondendo questa tipologia di sport». Basterebbe, conclude, Thepainkeeper uno spazio idoneo, «non occorre per forza un ring, sarebbero sufficienti anche i tatami che si usano per karate e judo, ad esempio». Si potrebbero pure organizzare degli show, che, conclude l’atleta «avrebbero successo, perché in quello che abbiamo organizzato quest’estate a Messina con la RIW, la gente era entusiasta. Si tratta, infatti, di una cosa nuova, che si conosce spesso solo perchè si vede in tv e avrebbe un grande riscontro di pubblico».

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