domenica,Maggio 5 2024

Incidente a Condofuri, quel tratto in passato ha già causato due morti: stabili i tre operai

In buone condizioni gli operai rimasti feriti la scorsa notte cadendo dal cavalcavia. Ma la situazione resta pericolosissima: sono ben tre, di cui due mortali, gli incidenti sullo stesso tratto

Incidente a Condofuri, quel tratto in passato ha già causato due morti: stabili i tre operai

Sono stabili le condizioni dei tre lavoratori feriti dopo il volo dal cavalcavia ferroviario nell’incidente avvenuto la scorsa notte a Condofuri. I tre feriti si trovano tutt’ora ricoverati presso il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria.

Nella notte, dopo i rilievi effettuati sul posto dalla Polizia Ferroviaria, è stato riaperto il sottopassaggio pedonale e carrabile verso il lungomare ed altresì la circolazione ferroviaria non ha subito ritardi o cancellazioni.

Il tratto ferroviario di Condofuri è effettivamente molto pericoloso. Negli ultimi tre anni sono ben due gli incidenti mortali occorsi nei pressi della stazione dove, nell’allora area di cantiere dello scalo jonico, fu ben più triste l’epilogo per Francesco Ventura. L’operaio, un 49enne originario di Isola Capo Rizzuto, perse la vita proprio a poche decine di metri dall’ultimo incidente della scorsa notte il 25 settembre 2020, mentre lavorava alla manutenzione della linea ferrata. Allora, ad estrarre il corpo dell’operaio rimasto intrappolato tra i cingoli del nastro trasportatore del carro per la posa della ghiaia su cui lavorava, furono i vigili del fuoco. Il 118, anche allora intervenuto tempestivamente, poté constatarne purtroppo solo la morte.

Il 2 giugno 2022 a perdere la vita sempre nei pressi della stazione, travolto dal treno in corsa delle 15.40 diretto a Reggio Calabria Centrale, fu un uomo di 76 anni del posto che si accingeva ad attraversare i binari per raggiungere la spiaggia di fronte, non accorgendosi dell’incedere del convoglio ferroviario.

Questa serie di morti e di incidenti dovrebbe aprire una profonda riflessione in seno a chi dovrebbe curare la manutenzione – non solo straordinaria ma anche ordinaria – nonché la sicurezza dell’intera infrastruttura ferroviaria. Una rete ferrata rimasta ai suoi albori nell’800 e non ancora elettrificata, priva in ampi tratti di qualsivoglia recinzione o dispositivo di sicurezza adeguati, e ciò anche nei pressi di alcuni centri abitati. Una situazione che taglia letteralmente fuori dal suo possibile sviluppo – in accoppiata con la famigerata Strada Statale 106, alias “della morte” – l’intero territorio grecanico. Tutto nell’indifferenza più totale delle istituzioni.

Articoli correlati

top