domenica,Aprile 28 2024

25 novembre, «Sono Ginevra ho 16 anni e non voglio fare la sua fine»: il coraggio di essere da esempio

Sono centinaia le adolescenti che ogni giorno assistono e subiscono a scene di ordinaria violenza preparandosi a diventare le vittime di domani

25 novembre, «Sono Ginevra ho 16 anni e non voglio fare la sua fine»: il coraggio di essere da esempio

«Non voglio diventare come lei. Mamma grida, piange ma non va mai via. Non lo denuncia. E lui continua a picchiarla ogni giorno. Io non so cosa voglio fare da grande ma so che non voglio essere come lei. Lei che piange e sta zitta mentre picchia anche me solo perché io, invece, ho deciso di dire basta».

La violenza vista da un’adolescente

La chiamerò Ginevra. Ha solo 16 anni. E non so ancora perché ma ha deciso di condividere con me il suo disagio intriso di dolore ma lo ha fatto e senza saperlo mi ha fatto un dono. Mi ha dato la possibilità di guardare il presente con gli occhi rivolti al futuro. Sono centinaia le adolescenti, future donne, che ogni giorno tra le mura domestiche imparano a diventare le vittime di domani. Ecco, qui si è aperto un varco mostruoso.

La riflessione oltre il 25 novembre

Sono stata costretta a confrontarmi, da donna prima e da professionista poi, con la responsabilità che abbiamo oggi. Siamo l’esempio, lo specchio di una generazione che sta crescendo a pane e violenza. Siamo quelle che non devono lottare più per la parità dei diritti ma per sopravvivere all’aguzzino di turno che ci ammalia con parole di un amore malato. E in alcuni casi, come per Giulia, con subdoli ricatti psicologici che incatenano.

La chiave è tutta li. La concezione distorta che si è consolidata nel tempo di un amore che tollera un insulto piuttosto che uno schiaffo. E allora bisogna ripartire da qui. Aiutare le donne a uscire da quella spirale di odio e violenza. Non lasciarle sole e insegnare agli adolescenti che amare è un’altra cosa.

Stupri di branco e violenza fuori controllo

A confermare la storia e la percezione del dolore di Ginevra è la cronaca brutale che, per l’ennesima volta siamo stati costretti a raccontare. Due ragazzine di Seminara abusate, violentate e distrutte proprio da chi diceva di amarle e avrebbe dovuto proteggerle. Sono passati solo pochi anni dai fatti di Melito, solo per rimanere alle nostre latitudini. Quel branco che aveva preso di mira una ragazzina di 13 anni è passato dal giudizio. Ma condanne e sentenze non cureranno le cicatrici lasciate in quella che, all’epoca dei fatti, era poco più di una bambina.

Il copione che si ripete

La brutalità raccontata oggi non è molto diversa ma attendiamo la ricostruzione dei fatti per comprendere cosa abbia portato 4 ragazzi ad abusare di due ragazzine in gruppo. Ma se solo ampliassimo di poco la nostra analisi, solo quest’anno registra la brutalità dei fatti di Caivano e Palermo. E Giulia, che altro bisogna aggiungere sulla fine annunciata di una giovane donna che sognava solo realizzare un traguardo per poi inziare la sua vita da adulta. Un sogno che disturbava “quel baravo ragazzo” che le faceva i biscotti mentre si informava su come scappare dopo il delitto. È tutto rovinosamente ripetitivo. La storia non insegna nulla.

La storia non insegna e la memoria è labile

Una storia che si ripete in modo inquietante. Ragazzi, giovani uomini e giovani donne, in realtà emotivamente bambini, ripropongono copioni degni di un film horror e non di un set a luci rosse come invece vorrebbe la loro fantasia deviata. E la Calabria si piazza in vetta a una macabra classifica. Una terra che continua a riproporre femminicidi e violenza. Tra i primi in Italia a usare violenza su donne che, ancora oggi, troppo spesso subiscono e non denunciano. E le motivazioni che emergono sono sempre le stesse: paura di rimanere vittime del loro aguzzino dopo la denuncia o, peggio ancora, di non farcela economicamente a sopravvivere.

Il coraggio oltre le celebrazioni

Dunque, siamo ancora qui, a celebrare per l’ennesimo anno la giornata contro la violenza sulle donne. Siamo qui a raccontare, fare convegni, manifestare e proporre quando, invece, dovremmo da adulti e da professionisti interrogarci in silenzio su cosa stiamo sbagliando. Giudichiamo ragazzi che hanno avuto solo la colpa di avere dei modelli totalmente sballati. Privi di umanità ed emotivamente aridi. La gestione dei sentimenti, le relazioni con l’altro e il semplice rapporto con il “diverso” è diventato un ostacolo. Aggressività, violenza, urla e prevaricazione.

Siamo tutti colpevoli

È questo che insegniamo con l’esempio quotidiano. E sia chiaro: siamo tutti colpevoli. Nessuno escluso perché le cicatrici di ogni ragazzina, donna o peggio ancora bambina è colpa di chi non si è fermato ad asciugare una lacrima. È colpa di chi ha preferito l’indifferenza al dolore piuttosto che l’ascolto e l’aiuto. È colpa di chi, privilegiato da un ambiente di confort ha ignorato chi ha avuto come unica colpa quella di nascere in una casa intrisa d’odio.

L’esempio deviato

Siamo in quella fase dove è facile sentire nel testo di una canzone, canticchiata banalmente in classe, una frase del tipo “io ti ammazzo solo perché parli con lei”. Un modo di normalizzare e divulgare un messaggio di odio e violenza totalmente gratuita. La diffusione di un messaggio distorto che entra nelle orecchie dei ragazzi confermando che per stare insieme, in un rapporto di coppia, si debba usare violenza. Ma questo è solo uno dei tanti esempi di come la comunicazione e i social abbiano totalmente compromesso la realtà restituendo un modo totalmente distorto di vivere la sessualità e la relazione.

Un futuro diverso è possibile

Io a Ginevra ho detto grazie perché senza di lei non mi sarei mai dovuta confrontare con una gigantesca verità: la sua sofferenza è colpa mia, è colpa nostra che da adulti non abbiamo saputo difenderla da chi l’ha messa al mondo. Ginevra oggi sa che può denunciare. Sa che non deve avere paura perché non è sola. Sua mamma forse non avrà avuto il coraggio ma lei si. E domani potrà guardarsi allo specchio fiera di essere riuscita a dire basta interrompendo la spirale di violenza e diventando quella luce che squarcia le tenebre di un mondo che la voleva zitta, immobile e succube.

Giulia e Francesca chiudono un anno infernale

Giulia è la centesima vittima di un anno che non si è ancora conclusa. Lo stesso giorno, insieme a lei, è stata uccisa brutalmente, sempre a Seminara, la dottoressa Francesca Romeo. Un’altra donna morta e finita in un macabro elenco a cui presto nessuno baderà più. Solo l’ennesimo fatto di cronaca che la prossima notizia fagociterà alla velocità della luce per poi gettarlo in un cono d’ombra dove la memoria non esiste. Dove cento donne morte non fanno più notizia anche se la prossima potrebbe essere accanto a te. Potresti essere tu.

Donne vittime nel 2023

  1. Teresa Spanò 2 Gennaio
  2. Giulia Donato 4 Gennaio
  3. Martina Scialdone 13 Gennaio
  4. Oriana Brunelli 14 Gennaio
  5. Teresa Di Tondo 15 Gennaio
  6. Alina Cristina Cozac 22 Gennaio
  7. Giuseppina Faiella 28 Gennaio
  8. Yana Malayko 1 Febbraio
  9. Margherita Margani 4 Febbraio
  10. Antonia Vacchelli 6 Febbraio
  11. Melina Marino 11 Febbraio
  12. Santa Castorina 11 Febbraio
  13. Cesina Bambina Damiani 12 Febbraio
  14. Rosina Rossi 16 Febbraio
  15. Chiara Carta 18 Febbraio
  16. Sigrid Grober 19 Febbraio
  17. Maria Luisa Sassoli 23 Febbraio
  18. Giuseppina Traini 25 Febbraio
  19. Caterina Martucci 1 Marzo
  20. Rosalba Dell’Albani 4 Marzo
  21. Iolanda Pierazzo 6 Marzo
  22. Iulia Astafieya 7 Marzo
  23. Rossella Maggi 8 Marzo
  24. Petronilla De Santis 9 Marzo
  25. Rubina Kousar 9 Marzo
  26. Maria Febronia Buttò 10 Marzo
  27. Pinuccia Contin 16 Marzo
  28. Francesca Giornelli 28 Marzo
  29. Agnese Oliva 29 Marzo
  30. Zenepe Uruci 30 Marzo
  31. Carla Pasqua 31 Marzo
  32. Alessandra Vicentini 31 Marzo
  33. Sara Ruschi 13 Aprile
  34. Brunetta Ridolf 13 Aprile
  35. Rosa Gigante 18 Aprile
  36. Anila Ruci 19 Aprile
  37. Stefania Rota 21 Aprile
  38. Barbara Capovani 23 Aprile
  39. Wilma Vezzaro 25 Aprile
  40. Antonella Lopardo 2 Maggio
  41. Rosanna Trento 3 Maggio
  42. Danjela Neza 6 Maggio
  43. Jessica Malaj 7 Maggio
  44. Anica Panfile 21 Maggio
  45. Yirel Natividad Peña Santana 27 Maggio
  46. Ottavina Maestripieri 1 Giugno
  47. Giulia Tramontano 1 Giugno
  48. Pierpaolo Romano 1 Giugno
  49. Giuseppina De Francesco 8 Giugno
  50. Maria Brigida Pesacane 8 Giugno
  51. Floriana Floris 9 Giugno
  52. Cettina De Bormida 10 Giugno
  53. Rosa Moscatiello 12 Giugno
  54. Svetlana Ghenciu 19 Giugno
  55. Margherita Ceschin 24 Giugno
  56. Laura Pin 28 Giugno
  57. Maria Michelle Causo 28 Giugno
  58. Ilenia Bonanno 6 Luglio
  59. Benita Gasparini 19 Luglio
  60. Mariella Marino 20 Luglio
  61. Norma 22 Luglio
  62. Vera Maria Icardi 24 Luglio
  63. Marina Luzi 25 Luglio
  64. Angela Gioiello 28 Luglio
  65. Mara Fait 28 Luglio
  66. Sofia Castelli 29 Luglio
  67. Iris Setti 6 Agosto
  68. Maria Costantini 9 Agosto
  69. Celine Frei Matzohl 13 Agosto
  70. Anna Scala 17 Agosto
  71. Vera Schiopu 19 Agosto
  72. Francesca Renata Marasco 28 Agosto
  73. Rossella Nappini 4 Settembre
  74. Marisa Leo 6 Settembre
  75. Nerina Fontana 16 Settembre
  76. Cosima D’Amato 20 Settembre
  77. Maria Rosa Troisi 20 Settembre
  78. Rosaria Di Marino 20 Settembre
  79. Liliana Cojita 21 Settembre
  80. Manuela Bittante 25 Settembre
  81. Anna Elisa Fontana 25 Settembre
  82. Carla Schiffo 27 Settembre
  83. Monica Berta 27 Settembre
  84. Klodiana Vefa 28 Settembre
  85. Egidia Barberio 30 Settembre
  86. Anna Malmusi 1 Ottobre
  87. Piera Paganelli 4 Ottobre
  88. Eleonora Moruzzi 5 Ottobre
  89. Silvana Aru 13 Ottobre
  90. Concetta Marruocco 14 Ottobre
  91. Marta Di Nardo 20 Ottobre
  92. Antonella Iaccarino 21 Ottobre
  93. Giuseppina Lamarina 24 Ottobre
  94. Pinuccia Anselmino 25 Ottobre
  95. Annalisa D’Auria 28 Ottobre
  96. Etleva Kanolija 29 Ottobre
  97. Michele Faiers Dawn 1 Novembre
  98. Patrizia Vella Lombardi 14 Novembre
  99. Francesca Romeo 18 Novembre
  100. Giulia Cecchetin 18 Novembre

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