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Melito, addio a Carmelo Azzarà instancabile testimone della storia di Resistenza degli zii Marco Perpiglia e Giuseppina Russo

Nel 2018 aveva curato la pubblicazione "La Spiga di grano e il Sole"

Melito, addio a Carmelo Azzarà instancabile testimone della storia di Resistenza degli zii Marco Perpiglia e Giuseppina Russo

Si è spento Carmelo Azzarà, appassionato testimone della storia degli zii Marco Perpiglia (nome di battaglia Pietro) e Giuseppina Russo, partigiani originari di Roccaforte del Greco, vissuti in Liguria e poi rientrati in Calabria. Da convinto antifascista, fervido è stato il suo impegno nelle fila dell’Anpi Reggio Calabria. Dando voce alla storia dei suoi zii, ha offerto un contributo notevole e sempre puntuale alla storia della Resistenza scritta anche dai calabresi.

Il suo garbo e la sua gentilezza resteranno memoria viva di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo. Altrettanto indimenticata resterà la sua profonda conoscenza della Storia che sempre con generosità e senza mai risparmiarsi era prodigo a condividere. Un ricordo che sarà custodito unitamente a quello degli amati zii del cui coraggio e del cui contributo alla Resistenza è sempre stato una instancabile e autorevole voce.

Originario di Melito Porto Salvo, aveva iniziato la sua professione come Direttore di farmacia privata a Cittanova e poi a Roma. Per alcuni anni aveva lavorato in una industria farmaceutica, in qualità di supervisore di un settore farmaci. Conseguita l’idoneità nazionale a Direttore di farmacia ospedaliera, aveva lavorato presso l’ospedale Regina Elena e San Gallicano di Roma per un breve periodo.
Ritornato in Calabria, prima del pensionamento, aveva diretto il Servizio Farmaceutico presso il Policlinico di Reggio Calabria. Ha vissuto a Melito Porto Salvo, con il cuore sempre rivolto a Roccaforte del Greco dove erano tornati a vivere e riposavano i suoi zii. A loro aveva dedicato la pubblicazione “La Spiga di grano e i sole. Marco Perpiglia, il partigiano “Pietro” e la moglie partigiana Giuseppina Russo” (Caruso Edizioni 2018).

Gli zii Giuseppina e Marco

Tra le donne della Resistenza anche Giuseppina Russo. Operaia nello jutificio Montecatini a La Spezia, era emigrata da Roccaforte del Greco a Reggio Calabria, con il marito Marco Perpiglia che era ebanista all’Arsenale. Attivista antifascista e partigiana nella brigata Gramsci, nella IV zona operativa Ligure di cui il marito Marco era ispettore di zona, era poi tornata in Calabria. Ivi morì nel 1991.

Suo marito Marco Perpiglia (nome di battaglia Pietro) aveva combattuto anche in Spagna contro il regime di Franco e al rientro era stato accusato di propaganda, arrestato, perquisito e incriminato ad opera del Tribunale speciale della Spezia e condannato al confino nella colonia di Ventotene. Nell’agosto del 1943 il ritorno dall’amata Giuseppina alla Spezia e la scoperta della morte prematura del figlioletto a causa di un incidente. Il dolore era immenso e i tempi duri. Serviva una resistenza armata. Il Fascismo era caduto ma bisognava liberare l’Italia dall’occupazione nazista e così acquisì un ruolo di primo piano nella formazione dei giovani combattenti, divenendo uno dei promotori del Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale, prima, e della brigata garibaldina unitaria Cento Croci (frazione di Varese Ligure nella provincia spezzina, poi.

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