Università in Calabria, Gratteri: «Con 3 facoltà di Giurisprudenza prepariamo passaporti per andarsene»
Per il procuratore la ‘ndrangheta si combatte investendo sui giovani e rilancia: «Non basta Agraria si pensi alla facoltà per il turismo»

«Quando si dice ai giovani di rimanere in Calabria è una bufala. Parliamo di un territorio dove, con meno di 2 milioni di abitanti, già ci sono tre facoltà di Giurisprudenza e a 3 km di mare c’è la quarta. È ovvio che stai preparando il passaporto per migliaia di giovani laureati».
Questa è l’amara conclusione del procuratore Nicola Gratteri che, chiamato a parlare del futuro di una terra ancora tristemente legata a una mentalità di tipo ‘ndrnaghetistico, vede nei giovani l’unica possibilità di riscatto. Ma non è a loro che chiede un senso di responsabilità.
La politica
«Non posso pensare, non posso accettare che un amministratore o politico regionale o nazionale possa delegare la gestione della cosa pubblica da altri. Non sopporto che si dia la colpa ad altri. Se tu sei impegnato e hai un ruolo e una funzione, seppur limitata, devi prendere posizione. Non ti devi arrendere. Devi fare squadra e rete. Prendere posizione e chiedere di cambiare le cose».
Sistema universitario
E per Gratteri le cose in Calabria dovrebbero cambiare a partire proprio dal sistema universitario. Scelte che negli anni non hanno organizzato un’offerta formativa accattivante e allo stesso tempo utile per investire i talenti sul territorio.
«In questa regione si laureano ogni mese oltre 300 in giurisprudenza. Qualcuno diventa magistrato o notaio tutto il resto possono fare concorsi nell’Inps o nelle forze dell’ordine, alla prefettura. E quindi destinati ad essere migranti con la laurea. Io penso che bisogna cercare di modellare, di cambiare l’offerta formativa. Meno male che c’è una facoltà di Agraria a Reggio Calabria. Non si è pensato a una facoltà per il turismo in Calabria. Bisogna intervenire anche nel fare programmazione formativa e dare delle opportunità per programmare nei prossimi vent’anni il futuro della Calabria perché così com’è impostato sul piano dell’offerta formativa vuol dire creare solo passaporti per andarsene dalla Calabria».