martedì,Maggio 7 2024

Coronavirus a Reggio Calabria, finisce il lockdown ma per i centri per l’infanzia è ancora crisi

Come raccontano Chiara e Valentina, dirigenti di “Crescere insieme” ci saranno difficoltà nella divisione a gruppi dei bambini, per il numero degli educatori necessari e per gli spazi

Coronavirus a Reggio Calabria, finisce il lockdown ma per i centri per l’infanzia è ancora crisi

Dove c’erano i canti dei bimbi e le loro voci felici oggi c’è solo un silenzio innaturale. Restano i giochini in giardino a testimonianza della vita precedente di un asilo. Sono più di due mesi che il centro per l’infanzia “Crescere insieme” è chiuso per l’emergenza sanitaria.

Anche con l’arrivo della bella stagione e le necessità soprattutto dei genitori lavoratori, rimangono le incertezze sulla riapertura e questo acuisce il senso di difficoltà attuale, come chiarisce Valentina Praticó, dirigente di Crescere Insieme.

«La situazione è insostenibile perché le scuole si sono trovate come prime strutture ad essere chiuse e quasi sicuramente le ultime ad aprire. Siamo chiusi da più di due mesi, con tutti i dipendenti in cassa integrazione. Ma il problema di una struttura di alta qualità rimane comune. Non riuscendo a percepire nessuna retta da parte dei genitori, perché sono state sospese, su di noi rimane il carico di tutto quello che si deve mantenere attivo. Il nostro pensiero va ai dipendenti che solo pochi giorni fa si sono visti accreditare la loro cassa integrazione dopo due mesi, e ai bambini ed alle loro famiglie, che da un giorno all’altro sono rimasti a casa, senza il nostro supporto e hanno perso le loro routine, fondamentali per la crescita».

E sulle modalità di riapertura tanta incertezza come spiega Chiara Polito, dirigente di “Crescere Insieme”.

«Secondo le previsioni va aumentato il numero di educatori a bambino, quindi il rapporto adulto/bambino. Da questo punto di vista le difficoltà riguardano il dover reperire tutto il personale da utilizzare, da un lato, dall’altro la gestione. In questo caso, infatti, i costi da sostenere sarebbero onerosi». Sempre per quanto riguarda le modalità di gestione dei bambini all’aperto (una di quelle richieste per i centri estivi) «abbiamo un giardino ma non è abbastanza grande e sufficiente per contenere i bambini con il distanziamento previsto».

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