martedì,Maggio 7 2024

Pd Calabria, Irto: «Correnti interne? Poche. Contrario al cambio di nome»

Il segretario regionale alla riunione congiunta di assemblea e direzione regionale: «Il partito affronti il tema del Mezzogiorno»

Pd Calabria, Irto: «Correnti interne? Poche. Contrario al cambio di nome»

«Riprendiamo da un’analisi del voto, l’abbiamo già fatto subito dopo il 25 settembre ma oggi, a un mese dalle elezioni e dopo aver fatto una serie di consultazioni a tutti i livelli territoriali, affrontiamo non solo il dato elettorale nella sua interezza ma ci prepariamo a ripartire, riorganizzarci come Pd, sapendo che siamo davanti anche a un importante apertura di una nuova stagione congressuale che verrà aperta tra qualche giorno con la direzione nazionale e nella quale anche il Pd della Calabria vuole dire la sua nell’ambito di un dibattito imponente sulla nuova forma partito e sul nuovo Pd che verrà». A dirlo il segretario regionale del Partito democratico della Calabria Nicola Irto alla riunione congiunta dell’Assemblea e della Direzione regionali del Pd.

«Anche la Calabria – ha aggiunto – vuole dare il proprio contributo al cambiamento e alla rifondazione del Pd e fare una discussione negli organismi di partito è un cambio di passo rispetto agli anni del commissariamento. Questo ci può servire per la ripartenza dopo una sconfitta elettorale che nessuno ha mai negato e nessuno ha mai minimizzato. Una analisi approfondita ci serve per ripartire, per fare un congresso ricostituente, per riposizionare il Pd in Calabria nella sua riorganizzazione e nella sua proposta politica. Lanceremo anche importanti iniziative entro novembre, ad esempio la conferenza programmatica della Calabria nella quale chiameremo a discutere tutti i livelli del Pd ma soprattutto le forze che sono fuori dal Pd affinché possano dirci in che modo riprogrammare un impegno concreto e forte per la Calabria».

In merito al peso delle correnti all’interno del partito, Irto ha sostenuto di credere «che pesino poco nel Pd calabrese. Purtroppo pesano ancora molto a livello nazionale ed è quello che va scardinato, combattuto e su quello bisogna lavorare per rifondare un Pd che non sia più vittima o ostaggio di apparati e di correnti». «Per quanto mi riguarda – ha detto poi Irto – non sono d’accordo sul cambio del nome, ma quando c’è una discussione ampia è bene farla anche sulle cose apparentemente di dettaglio come il tema del nome. Io non sono d’accordo, penso che oggi abbiamo bisogno di chiarire l’identità del Pd, di ricostruire un profilo identitario. Abbiamo bisogno che il Pd si allinei alla società italiana, non solo e non tanto dei simboli e dei cambi di nome».

Sulla situazione nazionale, Irto ha rilevato che «forse l’opposizione ci servirà per la rigenerazione. Faremo opposizione in maniera netta. Va al governo chi ha vinto le elezioni e non sarà come in passato quando il Pd poi per operazioni diverse andava al governo. L’opposizione farà bene al Pd e alla sua ripartenza, così come in Calabria continueremo l’opposizione. La conferenza programmatica del Pd dovrà servire anche per ricalibrare un impegno di opposizione a un governo regionale che continua a un anno dalla sua formazione a fare straordinari annunci, ma purtroppo dalle parole ai fatti ancora nulla».

«Il Pd – ha concluso Irto – vuole davvero affrontare la questione del Mezzogiorno in maniera seria, sull’autonomia differenziata, sui bisogni, sui luoghi di prossimità. La Calabria non ha votato la destra, che qui raggiunge una percentuale molto più bassa di quella a livello nazionale, c’è stato ancora un voto per il M5S, quindi un voto sul reddito di cittadinanza, sul bisogno, sulla speranza, sulla richiesta di aiuto. Noi dobbiamo riconnetterci con quella parte di società e per farlo significa prendere impegni per il Mezzogiorno. Per questo ritengo che il congresso nazionale debba avere una grande forza di discussione che tenga al centro il Sud, anche in considerazione del fatto che abbiamo un governo nazionale a forte trazione nordista e questo preoccupa rispetto alle scelte. Quindi sarà opportuno e importante che il Pd affronti senza timidezze il tema del Mezzogiorno».

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