lunedì,Aprile 29 2024

Reggio, ministro per le Disabilità Locatelli: «Dobbiamo garantire dignità a tutti con un progetto di vita»

L’obiettivo è «snellire la burocrazia e monitorare i territori affinchè usino le tante risorse che arriveranno»

Reggio, ministro per le Disabilità Locatelli: «Dobbiamo garantire dignità a tutti con un progetto di vita»

«Oggi qui c’è la parte più bella della Calabria». Sono queste le parole che la Ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha chiuso il suo tour calabrese all’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, ha dedicato ai tanti presenti. Una sala piena di associazioni, atleti paralimpici, disabili di ogni età e caregiver accorsi per comprendere quale siano i progetti che il Governo ha per una regione dimenticata.

La realtà reggina

«Ho visitato un territorio ricco di iniziativa, soprattutto, che arriva dal mondo del terzo settore, del volontariato, dell’associazionismo. Davvero cose straordinarie. E credo ce ne siano tante altre che non ho visto. Quindi, quello che sicuramente voglio fare è tornare anche per vedere quali attività andranno avanti. E in che modo si potrà irrobustire questo rapporto che io credo fondamentale tra le istituzioni e il mondo del terzo settore. Bisogna coltivarlo e ripartire da lì. Poi certamente, come ho sottolineato ma anche in regione Calabria proprio ieri, c’è da fare un grande lavoro sui territori, sugli ambiti territoriali. Dal punto di vista delle risorse destinate anche alla Calabria e ai territori io voglio che arrivino ai cittadini. Per farlo dobbiamo snellire la burocrazia e destinare le tante risorse».

Il progetto di vita

Per la ministra esiste un salto di qualità che si può e si deve fare: «Il passaggio dalla semplice erogazione di prestazioni e misure, e quindi a compartimenti stagni, a quello che invece deve diventare un percorso di vita per le persone».

Accogliendo in modo familiare le tante realtà presenti la Locatelli ha raccolto le istanze e chiarito che per lei è fondamentale «de-istituzionalizzare perché credo che serva una dimensione dignitosa della vita di tutti. Sia che la persona abiti in famiglia, sia che abiti da solo. Un percorso di vita indipendente. E vale anchese abita in una comunità o una struttura residenziale. La vita di tutti deve essere comunque garantita dignitosa con il rispetto delle preferenze, delle scelte di tutti. Se la dimensione di tipo familiare è accogliente è meglio. Dobbiamo strutturare un legame con il territorio e il lavoro viene fatto mettendo la persona al centro del progetto di vita in tutti questi diversi ambienti sia che sia a casa sia che sia in un percorso da solo sia che sia un percorso residenziale. Quella è la strada giusta».

La ministra non ha mancato di raccomandare il massimo impegno agli ambiti territoriali che, con l’arrivo delle tante risorse destinate alla disabilità, avranno il compito di monitorare e favorire uno snellimento dell’accesso ai fondi e le procedure per le famiglie.

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