lunedì,Aprile 29 2024

Bollette pazze a Reggio Calabria, il caso finisce in Procura: «Si accertino responsabilità penali»

Il sindacato ha verificato e denunciato un aumento di «numeri esorbitanti e richieste per crediti inesistenti o già pagati alla Hermes»

Bollette pazze a Reggio Calabria, il caso finisce in Procura: «Si accertino responsabilità penali»

«Il presente atto ha la finalità di porre all’attenzione di questa Ecc.ma Procura della Repubblica accadimenti inerenti una vicenda, che definire di dubbia legalità appare riduttivo, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione ai fatti dedotti.

Segnalo la necessità dell’intervento della Pubblica Autorità per la pronta risoluzione della vicenda descritta per la presenza di condotte che ritengo contrarie alla legge». Inizia così l’esposto depositato dalla Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali di Reggio Calabria.

Denuncia in Procura

L’avvocato Caterina Rosaci lo aveva annunciato evidenziando come ormai da settimane i cittadini reggini si ritrovano «vessati» dall’Hermes che «colpisce ancora». Hanno raccolto le segnalazioni e messo nero su bianco come «da un periodo di 15 giorni stanno arrivando delle cartelle esattoriali assurde. Sarebbe bene approfondire perché non è spiegabile.

Numeri assolutamente impensabili e ingiustificabili. Per questo motivo come sindacato abbiamo pensato di presentare un esposto alla procura della Repubblica in maniera tale che vengano accertare se ci sono delle responsabilità penali da parte dei responsabili. Da parte di chi lavora in sportello o del Comune perché non è ammissibile dover ricorrere alla figura del legale per vedere annullate delle cartelle che sono già state ampiamente pagate o che non dovrebbero essere neanche emesse perché si riferiscono a crediti che non esistono più minimamente».

La testimonianza

Una realtà che finisce per colpire i più deboli. Come ci ha raccontato l’avvocato Giovanna Scaramozzino che ha vissuto direttamente tutta la trafila burocratica legata all’emissione di queste «cartelle pazze».

«Nell’arco di una settimana mia madre si è vista recapitare tre richieste. Di cui una scritta con una cartella esattoriale presso l’agenzia riscossione delle entrate di crediti non dovuti, prescritti e addirittura già versati. Noi avevamo le ricevute. Quindi, mi sono dovuta recare in una settimana quattro volte alla Hermes e alla fine pur dando tutte le pezze d’appoggio l’Hermes ha continuato a chiedermi delle istanze a cui, eventualmente, se risponderà sperando nel breve termine, potrebbe essere troppo tardi.

Questo perché non interrompendo i termini prescrizionali la cartella comunque deve essere impugnata. E, quindi, gravando la contribuente, in questo caso mia madre 83enne, semplicemente delle spese vive. Le persone che non hanno un legale in casa dovrebbero comunque accollarsi delle spese legali per vedere tutelato un diritto che già hanno. E che è già ,soprattutto, riconosciuto dallo stesso ente impositore e dalla Hermès».

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