domenica,Aprile 28 2024

Reggio, giornata mondiale del Malato, il vescovo Morrone ai volontari: «Siete una benedizione» – FOTO e VIDEO

Al Duomo l’affidamento alla Madonna di Lourdes delle associazioni che offrono cura e assistenza alle persone sofferenti

Reggio, giornata mondiale del Malato, il vescovo Morrone ai volontari: «Siete una benedizione» – FOTO e VIDEO

«La serenità sui vostri volti rivela che ciò che voi fate per il prossimo lo fate con il cuore, in nome del Signore. Non mancano le salite e la fatica e per questo vi ringrazio. Siete una carezza per i vostri preziosi ammalati. Siete una benedizione per tutti noi». Così monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio–Bova, si è rivolto alle delegazioni di associazioni di volontariato che prestano cura e assistenza alle persone sofferenti, in occasione della 31esima Giornata Mondiale del Malato promossa dall’ufficio diocesano della pastorale della Salute di Reggio Calabria. La celebrazione, svoltasi nella cattedrale del Duomo di Reggio Calabria, ha avuto come tema “Abbi cura di lui”: la compassione come esercizio sinodale di guarigione.

Il mistero della sofferenza

«La sofferenza è un grande mistero. Lo stesso che ci coglie di fronte a chi soffre. In voi il Signore mi chiede e ci chiede di praticare la carità, di essere vicino, di essere prossimo e attento. Le piaghe di Cristo si riversano dentro la vostra vita dove quello stesso mistero vive. Con la vostra presenza ci aprite il cuore alla misericordia e alla carità. Grazie di cuore», ha detto ancora l’arcivescovo Fortunato Morrone.

Una missione quotidiana

«Questa preghiera è per noi quotidiana, non limitata alla giornata dell’11 febbraio. È una missione impegnativa prendersi cura di chi soffre, seguendo le orme del primo medico e del primo infermiere che fu Gesù Cristo. Egli predicando la buona Novella ha curato e guarito ogni infermità. Ogni giorno seguiamo il suo esempio. Il volontario è come il buon Samaritano che non cammina al centro della strada, ma ai bordi per tendere una mano a chi resta ai margini. Viviamo circondati dalla sofferenza e dalla solitudine e questo sguardo fino ai luoghi più nascosti, dove la sofferenza è spesso grande ma silente, è prezioso». Lo ha sottolineato don Stefano Iacopino, cappellano dal Gom da 14 anni e dallo scorso maggio direttore dell’ufficio Pastorale per la Salute dell’arcidiocesi Reggio-Bova.

Tante sofferenze silenti e nascoste

«Nel nostro territorio ci sono tante realtà che operano, anche al di fuori della Chiesa. Oggi sono presenti sedici gruppi. La nostra diocesi è molto più ricca. Molte associazioni operano nel silenzio, testimoniando i valori cristiani, anche se non si conoscono. È necessario portarle alla luce ed essere consapevoli che la sofferenza non è soltanto negli ospedali, ma anche e soprattutto fuori, nella comunità», ha spiegato ancora don Stefano Iacopino.

La santa Messa è stata preceduta dalla presentazione dei gruppi presenti, ognuno con la sua missione legata indissolubilmente a quella dell’altro. Poi l’affidamento alla Madonna di Lourdes in questa giornata in cui si commemorano i 165 anni dalla miracolosa apparizione della Madonna alla giovane Bernardette, avvenuta a Lourdes l’11 febbraio del 1858.

La preghiera e anche la promozione e la gioia del servizio. In piazza Duomo allestiti gli stand dell’Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e in Santuari Internazionali (Unitalsi), dell’associazione Volontari italiani del sangue (Avis) e dell’Ordine delle professioni infermieristiche (Opi).

L’11 febbraio e la Grotta di Lourdes

Nel cuore dei Pirenei, un fiume accompagna discreto e silenzioso un afflato di preghiere e speranze che nel mistero di una grotta trasforma ogni istante la sofferenza in consolazione e il dolore in speranza e la solitudine in Amore. Il cuore pulsante di questo mistero è Lourdes, in Francia, da dove risuona la straordinarietà di quell’apparizione che scelse gli occhi della giovane quattordicenne Bernardette per schiudersi al mondo, parlare ai popoli e rivelarsi ad essi.

Quella Grotta è un luogo che molti pellegrini reggini possono periodicamente raggiungere anche grazie ai viaggi organizzati dall’Unitalsi che, a livello locale, riconosce nella sottosezione reggina una viva antenna.

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