lunedì,Maggio 6 2024

Bova Marina, nuovo sfregio al Parco Archeoderi: i rifiuti come biglietto da visita

Elettrodomestici, pezzi di mobili e sacchi di spazzatura abbandonati a fine estate all'ingresso di uno dei siti archeologici più importanti della Calabria

Bova Marina, nuovo sfregio al Parco Archeoderi: i rifiuti come biglietto da visita

La Calabria è una terra che trasuda storia – e preistoria – ad ogni angolo, anche dove meno te lo aspetti. La scoperta di questi giorni può infatti segnare il cambio di passo della storia dell’uomo moderno, andando ad identificare definitivamente quell’anello mancante della nostra evoluzione che sarebbe capace di spiegare alcuni dei più astrusi comportamenti sociali del nostro tempo.

A pochi passi dalla seconda sinagoga ebraica più antica d’Occidente dopo Ostia, nel parcheggio pubblico all’ingresso del Parco Archeologico Archeoderi di Bova Marina, è stata fatta una scoperta straordinaria. Sono evidenti, infatti, gli indizi che potrebbero portarci a quello che sicuramente era lo stanziamento provvisorio di alcuni nostri antenati molto molto antichi.

La datazione è difficile da compiere, ma i reperti sono ben evidenti e talmente chiari da consentirci di delineare un quadro ben definito della razza ominide che li ha prodotti. Ai piedi di un albero, infatti, è possibile ritrovare dei resti, molto ben conservati, tra i quali spiccano quelli di un giaciglio notturno – molto simili per forma alle più moderne sponde di un letto – di materiale ligneo, e di un arnese non meglio identificato che, secondo gli esperti, si faceva riscaldare con all’interno dell’acqua per utilizzare la stessa ai fini della toeletta – come il moderno scaldabagno – questa volta in materiale ferroso. Tra i tanti resti, anche quelli di copiosi banchetti di varia natura, segno che gli ominidi di passaggio sono stati molteplici.

Gli scienziati hanno delineato la figura di questo ominide battezzandolo “homo stupidus: non molto intelligente ma parecchio scaltro, pare agisse nell’ombra per non essere beccato dagli occhi di predatori e telecamere. L’homo stupidus pare non avesse una grande consapevolezza dell’importanza della natura e dell’ambiente che lo circonda. A testimonianza di ciò i numerosi simili reperti rinvenuti nei pressi di svincoli e cigli stradali.

Gli scienziati sono alla caccia di questi esemplari, a quanto pare tutt’oggi vivi e vegeti. Sembrerebbe infatti che il ramo evolutivo dell’homo stupidus si sia separato da quello dell’australopiteco, evolvendosi – o meglio de evolvendosi – al fianco dell’odierno homo sapiens sapiens.

La scoperta, se non vedrà l’intervento al più presto del nucleo di tutela ambientale (dicesi operatori ecologici) rischia seriamente di adombrare quanto di buono e con impegno è stato fatto dallo staff e dai collaboratori del Parco Archeologico Archeoderi. Luogo che merita rispetto, come tutto il resto dei beni e degli ambienti pubblici. Ma l’homo sapiens sapiens questo lo sa bene: il problema è farlo capire a quella zucca vuota del lontano cugino dell’homo stupidus, rimasto ancora all’età della pietra.

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