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Da Rosarno a Roma, l’assemblea capitolina approva la mozione: una strada sarà intitolata alla memoria di Peppe Valarioti

Su impulso dell'associazione da Sud, approvata all'unanimità la mozione presentata dai consiglieri dem Giammarco Palmieri e Nella Converti. Danilo Chirico: «Ha sempre ispirato il nostro modo di essere e fare antimafia. Anche a Reggio una via senza targa e mai inaugurata»

Da Rosarno a Roma, l’assemblea capitolina approva la mozione: una strada sarà intitolata alla memoria di Peppe Valarioti

La storia di Peppe Valarioti risuona finalmente on forza anche oltre i confini calabresi. Il Campidoglio ha approvato all’unanimità una mozione che impegna l’Amministrazione capitolina a intitolare una piazza, una strada o un parco alla memoria del giovane e integerrimo dirigente del Partito Comunista Italiano di Rosarno e appassionato intellettuale, ucciso dalla ‘ndrangheta a Nicotera. Aveva soltanto trent’anni.

Con i compagni era andato a festeggiare la vittoria elettorale del partito a Rosarno. Era la notte tra il 10 e l’11 giugno del 1980. Sono trascorsi quasi quarantaquattro anni e quel delitto resta ancora impunito, senza verità. La vicenda giudiziaria seguita al primo delitto politico-mafioso calabrese è stata scandita da omissioni, assoluzioni per insufficienza di prove e archiviazioni.

Le rivelazioni del pentito Pino Scriva hanno indicato un ruolo determinante delle cosche di ‘ndrangheta locali dei Piromalli, Pesce, Pisani come mandanti dell’omicidio. Nel marzo 2011 un apposito comitato ha chiesto la riapertura delle indagini. Ma ad oggi, ancora nessuna verità accertata in giudizio.

Peppe Valarioti

Classe 1950, diplomato al liceo classico Nicola Pizi di Palmi, laureato in Lettere Classiche all’università di Messina, Giuseppe Valarioti era professore di Lettere al liceo scientifico Raffaele Piria di Rosarno. Appassionato di studi archeologici dell’antica Medma, aveva uno spirito indomito, un intelletto vivace e un’autentica fede comunista. Era segretario di sezione e consigliere comunale di Rosarno. Denunciava incessantemente le ingiustizie sociali generate dalle angherie della ndrangheta e da un sistema di compiacenze e connivenze.

«Nei suoi comizi grida ai concittadini di non piegarsi allo strapotere della ‘ndrangheta e a quello dei comitati di affari che in quegli anni dettano legge in Calabria. Intuisce che solo il lavoro onesto e la consapevolezza dei diritti delle donne e degli uomini della sua terra possono fare da argine allo strapotere dei clan. Diventa così protagonista delle lotte per il lavoro nella Piana di Gioia Tauro costruendo in quegli anni le Leghe dei giovani disoccupati; è tra coloro che analizzano con grande lungimiranza la capacità pervasiva della ‘ndrangheta nell’economia e nella politica così come avverrà negli anni a venire». È quanto si legge sulla mozione approvata dal consiglio comunale di Roma Capitale.

La memoria coltiva semi di speranza e, nel segno di Giuseppe Valarioti, continua a testimoniare che l’impegno contro il malaffare e la sopraffazione mafiosi non solo resta necessario oggi come ieri ma non conosce confini territoriali e temporali.

Un segno che rafforzerà la consapevolezza a Roma, città in cui da tempo la ‘ndrangheta, la più potente e pericolosa delle mafie si è insediata e radicata, che la politica e la cultura autentiche sono gli strumenti per eccellenza per sconfiggere le mafie e l’illegalità e per costruire società libere e giuste.

Memoria e impegno civile

«Giuseppe Valarioti – scrive in un post l’associazione daSud – era convinto che attraverso la politica e la cultura si potesse sconfiggere la ‘ndrangheta e dare un’opportunità alle giovani generazioni della sua terra, la Calabria. Consideriamo, pertanto, un importante risultato, l’approvazione unanime da parte dell’assemblea Capitolina della mozione (a prima firma del consigliere Giammarco Palmieri che ringraziamo). Adesso c’è l’impegna il sindaco e la giunta ad avviare l’iter burocratico per portarne a termine l’intitolazione.

Onorare la memoria di Peppe Valarioti è un segno forte di riconoscimento e condivisione dei suoi ideali, delle sue battaglie, delle sue passioni e dell’attaccamento ai luoghi in cui si vive. E come tale è un importante simbolo di impegno civico contro ogni forma di criminalità organizzata da portare avanti tutti insieme per tenere vivo il ricordo delle vittime delle mafie e costruire una società più equa e giusta per le generazioni future. Il primo passo è compiuto, avanti con i prossimi!». Così conclude l’associazione daSud che a Roma dal 2009 promuove un modello di sviluppo educativo, sociale e culturale, unico in Italia, fondato sull’antimafia della memoria e delle opportunità.

“Se non lo facciamo noi, chi deve farlo”

«Attendevamo questa delibera – racconta Danilo Chirico, giornalista e scrittore reggino, presidente dell’associazione daSud – che scrive a Roma un’altra importante pagina di condivisione della memoria di Peppe Valarioti anche fuori dai confini calabresi. Un percorso che proseguirà. Abbiamo dato impulso e contribuito a scrivere la mozione che è stata approvata. Peppe Valarioti, la sua storia e il suo impegno da sempre ispirano la nostra vision e il nostro operato. Lui ha anticipato un certo modo di fare politica e di essere e di fare antimafia nel segno della cultura e dell’educazione. Tutti ambiti in cui noi operiamo.

All’ingresso della nostra accademia popolare a Roma c’è proprio una sua gigantografia con quello che è anche il suo e il nostro monito: “Se non lo facciamo noi, chi deve farlo”. Dunque un’ispirazione costante che è anche linea fondante di altre iniziative che abbiamo messo in campo e che abbiamo in progetto di realizzare. Puntiamo non solo a sensibilizzare e a coltivare la memoria ma anche a incidere sui processi amministrativi della Città.

Come daSud abbiamo proposto, contribuendo a scrivere la delibera, e ottenuto l’istituzione dell’Osservatorio antimafia del popoloso municipio VII di Roma. Esso si insedierà nei prossimi mesi. Inoltre, sempre insieme ai consiglieri Nella Converti e Giammarco Palmieri, stiamo lavorando a un’altra proposta di delibera. In prospettiva c’è l’istituzione di una sorta di osservatorio comunale antimafia. Tale istituzione è tra le richieste del protocollo Roma Senza Mafie che avevamo fatto firmare a Roberto Gualtieri, oggi sindaco di Roma, in campagna elettorale».

A Reggio Calabria, quella via dimenticata…

«Dunque il nostro percorso continua e presto a Roma ci sarà un luogo pubblico, che collaboreremo ad individuare, in cui con il nome di Giuseppe Valarioti, risuoneranno valori e ideali oggi più che mai essenziali. Anche a Reggio Calabria – sottolinea Danilo Chirico – c’è una via intitolata a Giuseppe Valarioti ma non è stata mai inaugurata. Anche in quella occasione ci eravamo fatti promotori dell’istanza press l’amministrazione guidata anche allora da Giuseppe Falcomatà. Avevamo anche fornico la documentazione alla commissione Toponomastica. L’iter burocratico è andato a buon fine. La via trova ad Archi ma purtroppo nessuna targa è stata mai apposta e nessuna inaugurazione ha avuto luogo. Un’occasione di memoria dispersa». Così conclude Danilo Chirico, anche autore con Alessio Magro del volume “Il caso Valarioti. Rosarno 1980: così la ‘ndrangheta uccise un politico (onesto) e diventò padrona della Calabria. Un processo a metà” (Round Robin Editrice, 2012).

Tra i progetti principali dell’associazione daSud c’è proprio l’ÀP, l’Accademia Popolare dell’antimafia e dei diritti, un progetto educativo, sociale e culturale in atto dal 201. E c’è anche la prima mediateca a Roma sulle mafie e l’antimafia, nata nel 2013 e intitolata a Peppe Valarioti.

Gratitudine e speranza

«Esprimo profonda gratitudine a tutti coloro che si sono spesi per questo traguardo. Finalmente la storia di Peppe Valarioti sta uscendo dai confini locali, come merita. In particolare il mio grazie di cuore va a Danilo Chirico e a tutto il gruppo dell’associazione Da Sud per l’impegno che continuano a profondere per custodire e tramandare la memoria di Peppe e la sua storia». Lo ha dichiarato Carmela Ferro, all’epoca fidanzata di Peppe Valarioti e oggi testimone impegnata, soprattutto nelle scuole, del suo fervore culturale e della sua passione civile.

Da Roma la testimonianza di un impegno


«Con questo atto – affermano i consiglieri Pd primi firmatari della mozione, Giammarco Palmieri e Nella Converti – vogliamo ricordare che Roma non dimentica le vittime della criminalità organizzata. A Giuseppe Valarioti dobbiamo tanto perché ha pagato con la propria vita la lotta alla criminalità organizzata e l’impegno politico in difesa dei diritti negati, del riscatto sociale e della tutela del lavoro onesto. Quello approvato non è solo un atto simbolico, ma la testimonianza dell’impegno dell’Amministrazione tutta nella lotta contro la criminalità organizzata. Presto proporremo e discuteremo una delibera che consegnerà alla nostra città, per la prima volta, una Strategia unitaria di prevenzione e contrasto alle mafie e ai fenomeni criminali attraverso un sistema di azioni integrate e obiettivi ben definiti.

Come amministratori e amministratrici di Roma Capitale abbiamo il compito di mantenere viva la memoria di Giuseppe Valarioti. Dobbiamo mettere in campo azioni concrete contro le infiltrazioni mafiose e i nuovi modelli criminali che oggi interessano la nostra città e soprattutto chi, in condizione di difficoltà, è maggiormente ricattabile. Le mafie sono la negazione dei diritti ed è per questo, che oltre a nuovi strumenti di prevenzione e contrasto, punteremo su politiche sociali attive. Punteremo a proteggere le persone più fragili e favoriscano lo sviluppo culturale, sociale ed economico della nostra comunità». Così concludono consiglieri dem, Giammarco Palmieri e Nella Converti.

“Salvata” la casa del Popolo a Rosarno

Una notizia che arriva nel frangente in cui Rosarno, si prepara con gioia a rilanciare la Casa del Popolo intitolata alla memoria di Peppe Valarioti. Casa del Popolo salvata dalla dismissione e dalla vendita grazie a una raccolta fondi (30mila euro) promossa dall’associazione Officina n°8, come il numero civico di via Elvezia a Rosarno dove essa sorge. Grazie all’appello lanciato dal suo portavoce Angelo Carchidi e dagli altri animatori, da Carmela Ferro e dai familiari come la pronipote Vanessa Ciurleo, questo presidio di partecipazione memoria è stato difeso.

Nata all’indomani dell’omicidio di Peppe Valarioti, grazie ad una imponente sottoscrizione popolare con adesioni da tutta Italia, la Casa del Popolo a Rosarno fu un segnale fortissimo di resistenza. Rosarno non voleva dimenticare e voleva costruire sulle orme di Peppe Valarioti un percorso di cambiamento che ancora non è concluso e che dunque andava preservato. Così sarà. Per rilanciare questo impegno, sabato 13 gennaio dalle ore 18 inizierà una festa. Tante saranno le voci e i suoni grazie al concerto di Anonimasonora e agli interventi delle realtà che hanno sostenuto la causa.

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