martedì,Aprile 30 2024

Saladini e Ilari non convincono, Reggina sono giorni da incubo

Si parla tanto, nei giorni che precedono il Consiglio di Stato, capolinea di una battaglia legale con pochi precedenti, che ha paralizzato il calcio italiano dal ventre in giù

Saladini e Ilari non convincono, Reggina sono giorni da incubo

Si parla, a Reggio Calabria. Si parla tanto, nei giorni che precedono il Consiglio di Stato, capolinea di una battaglia legale con pochi precedenti, che ha paralizzato il calcio italiano dal ventre in giù. Si è partiti dal 12 giugno, con l’omologa del Tribunale di Reggio Calabria sul concordato per i debiti della società di Felice Saladini.

E poi via via le tappe: la consegna dei documenti last-minute il 20 giugno, la bocciatura della Covisoc del 30. A luglio il ricorso alla stessa Covisoc, poi il Coni e infine il Tar di inizio agosto. In mezzo accordi di cessione preliminare, poi effettiva, la presentazione annunciata di Manuele Ilari, mai avvenuta. Un ritiro iniziato, poi interrotto, giocatori abbandonati e amareggiati.

Un percorso, quasi un calvario, legato da un unico filo conduttore: la sofferenza. Reggio Calabria e la Reggina, intesa come il popolo amaranto, hanno navigato in un mare agitato, annaspando giorno dopo giorno. Con indiscrezioni notizie e poche parole, spesso estrapolate da comunicati di discutibili. Fino a due giorni fa, quando chi di dovere ha deciso di parlare. Forse anche troppo.

Ha parlato Saladini

A rompere gli indugi è stato Felice Saladini. L’ex patron (sub iudice, sia chiaro) ha scelto Sportitalia a Milano per raccontare la sua verità, forse pensando che la sede meneghina della tv fosse un luogo più adatto di Reggio Calabria a dare la sua versione dei fatti sui disastri compiuti. E, invece, evidentemente si sbagliava: la contestazione fuori dalla struttura è arrivata comunque, così come le alzate di sopracciglia per quanto l’imprenditore lametino sosteneva, spiegava a Michele Criscitiello e i suoi ospiti. Troppo evidenti le lacune presenti nel racconto di Saladini, racchiuso da un paradossale: «Io sono ancora il protagonista».

Ha parlato i Sindaci e Ilari (in radio)

Nel tardo pomeriggio odierno, invece, è venuta l’ora del confronto fra Ilari e i sindaci ff Versace e Brunetti. Dovevano incontrarsi in città, hanno finito per parlarsi sulle frequenze di Antenna Febea, ospitati dal programma di Tonino Massara, dal momento che per motivi di “sicurezza personale” l’imprenditore romano ha ritenuto non scendere a Reggio Calabria. Come se in città lo attendesse un plotone di esecuzione, come se i tifosi della Reggina siano mai stati protagonisti di episodi di chissà quale violenza: solo per questa pantomima ridicola, francamente, Ilari non merita il possesso di un bene come questa società e questi colori, disonorati prima ancora di aver messo piede nel territorio.

Andiamo oltre, comunque, e ci soffermiamo sulle parole spese da Ilari, da Brunetti e da Versace. Il prologo era certamente già infuocato, con la furia che ribolliva a Palazzo San Giorgio dopo l’incontro disertato ieri. Quanto effettivamente andato in scena è stato dialogo francamente imbarazzante, che denuncia tutta l’inadeguatezza di chi dovrebbe essere il futuro proprietario.Diciamo futuro perchè, onestamente, si fatica a parlare di Ilari come proprietario o Presidente quando c’è un quadro così confuso e in bilico della situazione.

I fatti

Ma a Reggio, alla Reggina, cosa resta? Resta un ricorso che andrà in scena fra undici giorni in un contesto paradossale. Tutti attendono il Consiglio di Stato, al quale ci si dovrebbe presentare nelle miglior condizioni possibili ma a cui si arriva con il quadro della situazione completamente frastagliato ed esplosivo dall’interno.

Da un lato ci sono Saladini e Ilari: uno vecchio, uno tecnicamente nuovo patron. In due fanno una moltitudine di argomentazioni grondanti di lacune, piene di inesattezze e corredate da un atteggiamento ai limiti della realtà. Dall’altra parte ci sono le istituzioni cittadine. Da quanto raccolto, Brunetti e Versace si stanno muovendo per la Reggina: ci sarebbe un gruppo di investitori individuato dai sindaci che potrebbero subentrare a Ilari già adesso in un tentativo davvero estremo di presentarsi al Consiglio di Stato con una condizione diversa e sperare. L’imprenditore romano, però, non avrebbe intenzione di farsi da parte, non senza ricavarci qualcosa a livello economico. E allora la speranza rischia d’essere vana, a causa della follia di alcuni individui a cui, evidentemente, sembra di giocare e a cui tutti gli interlocutori devono, per forza di cose, sembrare stupidi.

Insomma, le uscite (a vuoto) di Saladini prima e Ilari poi hanno dato al popolo reggino ulteriore amarezza. Già perché le motivazioni del Tar hanno regalato alla Reggina uno spiraglio, una via da percorrere per ottenere l’ammissione in B. Ma, certamente, se le parti continueranno ad andare avanti così, difficilmente si arriverà al lieto fine.

Articoli correlati

top