sabato,Aprile 27 2024

‘Ndrangheta in Liguria, arresti della Gdf: c’è anche la famiglia De Marte Gioffrè di Seminara

Diciassette degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di un'associazione per delinquere

‘Ndrangheta in Liguria, arresti della Gdf: c’è anche la famiglia De Marte Gioffrè di Seminara

Dall’alba di oggi, militari del comando provinciale di Imperia, del Gico di Genova e dello Scico della Guardia di Finanza stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 26 persone per traffico di sostanze stupefacenti e associazione a delinquere di stampo mafioso. Per 23 di loro è scattata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere mentre 3 sono destinati ai domiciliari. Diciassette degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere diretta da esponenti della famiglia De Marte – Gioffrè, originaria di Seminara e collegata ad articolazioni di ‘ndrangheta residenti in Calabria, da anni radicati nella zona di Diano Marina (Imperia).

Diciassette degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di un’associazione per delinquere diretta da esponenti della famiglia De Marte-Gioffrè, originaria di Seminara e collegata ad articolazioni di ndrangheta residenti in Calabria, ma da anni radicatasi nella zona di Diano Marina, operativa nella provincia di Imperia sin dal 2020 e finalizzata all’acquisto, coltivazione, trasporto, rivendita e cessioni di cocaina, hashish e marijuana che disponeva: di varie abitazioni appartenenti ai componenti della associazione utilizzate per le riunioni operative degli associati volte a prendere le decisioni riguardanti gli approvvigionamenti di stupefacente, per le trattative con i fornitori e gli acquirenti, per custodire, confezionare e cedere lo stupefacente per l’organizzazione dei viaggi per l’acquisto dello stupefacente, per la coltivazione di piante di marijuana; di criptofonini per le comunicazioni tra gli associati, per la consegna del denaro e per il ritiro dei pacchi contenenti lo stupefacente; di autovetture appartenenti agli associati o appositamente noleggiate per il trasporto dello stupefacente, che in alcuni casi veniva caricato anche su autobus di linea operanti sulla tratta Reggio Calabria/Ventimiglia; di armi da fuoco (una pistola).

L’organizzazione sgominata dalla guardia di finanza era operativa nella zona di Diano Marina dal 2020 e si occupava di acquisto, coltivazione, trasporto e rivendita di cocaina, hashish e marijuana. Per le loro attività gli indagati avevano a disposizione diverse abitazioni usate per le riunioni operative durante le quali si decidevano approvvigionamenti di stupefacente, trattative con i fornitori e gli acquirenti ma anche per custodire, confezionare e cedere lo stupefacente. Per sviare le indagini l’organizzazione usava criptofonini e auto in affitto.

A volte la droga veniva trasportata caricandola su pullman che viaggiano sulla tratta Reggio Calabria-Ventimiglia. I finanzieri durante le perquisizioni hanno anche trovato una pistola. Gli investigatori hanno documentato che gli indagati agivano con modalità di tipo mafioso: imponevano il proprio controllo sui traffici di droga nell’area di Diano Marina e dei comuni vicini attraverso violenze e minacce – talvolta anche con le armi – e mediante l’evocazione del nome della famiglia De Marte-Gioffrè per costringere gli acquirenti a pagare gli acquisiti di stupefacente. Uno degli indagati è accusato di concorso esterno perché si sarebbe attivato per ottenere informazioni sulle dichiarazioni rese da un componente della associazione nel corso del procedimento penale scaturito a seguito del suo arresto, contattando direttamente sua madre e poi informando il gruppo criminale di quanto appreso, e poi avrebbe segnalato in tempo reale all’associazione l’arresto di un sodale, dopo poche ore dalla sua esecuzione.

Avrebbe infine aiutato Domenico Giuffrè, uno degli indagati, a riciclare il denaro ottenuto dal traffico di droga nella gestione di slot machine. Agli indagati vengono contestati 56 episodi di acquisto, cessione, trasporto di quantitativi di cocaina e marijuana, nonché di coltivazione di marijuana. E poi lesioni, furti di mezzi di trasporto, estorsione, minaccia, tutti aggravati dal metodo mafioso.

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