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Reggio, i resti umani della necropoli di San Giorgio Extra “raccontano” le biografie degli antichi defunti – VIDEO

Al museo il nuovo anno si è aperto con la conferenza in tema di archeologia funeraria del professore Dario Piombino Mascali, dirigente di ricerca in Biologia Umana presso l'università di Vilnius

Reggio, i resti umani della necropoli di San Giorgio Extra “raccontano” le biografie degli antichi defunti – VIDEO

I resti umani delle necropoli, attraverso lo studio biologico delle ossa, possono diventare vere e proprie biografie dalle quali attingere informazioni preziose sugli antichi defunti. Questa l’esperienza della Necropoli di San Giorgio Extra di Reggio Calabria, risalente all’epoca Ellenistico – Romana.

L’approccio biologico che mancava

«Le ossa, studiate dal punto di vista biologico, rivelano il sesso, l’età della morte del defunto, la presenza di condizioni patologiche. Ci parlano della sua fragilità e della sua esperienza umana. Studiare anche così i resti, sia per l’archeologo che per l’antropologo, riveste pertanto una grande importanza da un punto di vista scientifico.

Questo approccio permette di analizzare meglio i dati. Esso è anche necessario da un punto di vista perché giustifica lo scavo dentro le necropoli. La tomba, come sappiamo, è strettamente connessa al defunto. Il defunto è la sua ragion d’essere. Studiare, quindi, solo il corredo funerario e non anche le ossa sarebbe un approccio erroneo.

Si tenta adesso, con questo progetto pilota, di colmare queste lacune. Ciò avverrà collaborando con un’istituzione importante come il Museo archeologico di Reggio Calabria, uno dei capisaldi dell’archeologia nel Meridione». È quanto ha spiegato Dario Piombino Mascali, professore di origini messinesi e dirigente di ricerca in Biologia Umana presso l’università di Vilnius.

È stato lui il relatore della prima conferenza del ciclo che ha inaugurato le attività del 2024 del museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Trattati temi di archeologia funeraria e, in particolare, gli esiti delle nuove indagini condotte sull’antica necropoli di San Giorgio Extra di Reggio Calabria. I suoi resti umani sono al centro di questo progetto pilota che coniuga tre approcci: archeologico antropologico e biologico, analizzando anche i dati genetici, spesso tralasciati.

«Questo primo appuntamento con il professore Dario Piombino Mascali approfondisce le indagini che stiamo conducendo sui resti umani delle necropoli regina di San Giorgio extra, scavata ormai quasi vent’anni. I suoi corredi in parte sono esposti qui al museo e in parte sono conservati nei depositi. Speriamo di avviare con la Soprintendenza un progetto di ricerca molto più strutturato per una edizione completa di questi materiali, fondamentali per la comprensione dei rituali funerari dell’antica città di Reggio Calabria». È quanto ha spiegato Daniela Costanzo, funzionaria archeologa del Museo nazionale di Reggio.

Uno studio incrociato per la solidità dei dati


«In particolare nella necropoli di San Giorgio abbiamo potuto eseguire un confronto tra dati archeologici, dati antropologici e dati legati alle proteine. Abbiamo potuto, così, compararli e appurare l‘effettiva corrispondenza tra quanto ci dice il corredo funerario e quanto rivelato dallo scheletro e dai dati determinati geneticamente. Ritengo davvero molto importante questa esperienza che nel caso specifico dei resti umani della necropoli di San Giorgio Extra è stata foriera di significative soddisfazioni. Abbiamo, infatti, potuto verificare che su 12 soggetti 11 erano stati azzeccati.

Sono, dunque, particolarmente orgoglioso del fatto che anche il lavoro antropologico, a volte ambiguo, in questo caso abbia fornito dei dati solidi sulla quasi totalità dei reperti. Gli elementi di genere maschile o femminile possono indurci in errore. L’approccio antropologico e anche biologico, invece, ci permette di verificare la corrispondenza con i dati trasmessi geneticamente, consegnandoci una visione più circoscritta e veritiera. In fondo il lavoro dell’archeologo e dell’antropologo è quello di trovare dei dati che ci permettano di avere una visione quanto più vicino possibile alla verità». Così ha concluso il professore Dario Piombino Mascali, dirigente di ricerca in Biologia Umana presso l’università di Vilnius.  

Le altre conferenze

Il ciclo di conferenze “Reggio e oltre. Studi, ricerche e valorizzazione in Calabria” proseguirà.

«Sempre nella sala conferenze del museo, il prossimo 9 gennaio incontreremo la professoressa Stefania Paone dell’università della Calabria che illustrerà la mostra sulla Calabria angioina e tutte le tecnologie multimediali messe in campo per la valorizzazione del patrimonio, in questo caso medievale. Il museo reggino ha collaborato con il prestito di un sarcofago del XV secolo che normalmente è conservato nei depositi. Seguirà il prossimo 16 gennaio la conferenza del professore Fabrizio Mollo dell’università di Messina sull’insediamento di Santa Gada di Laino Borgo». Così ha concluso Daniela Costanzo, funzionaria archeologa del Museo nazionale di Reggio Calabria.

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