domenica,Aprile 28 2024

Ponte sullo Stretto, Cafiero De Raho: «Le mafie non devono bloccare lo sviluppo ma ci sono altre priorità»

Il Movimento 5 Stelle sarà presente oggi alla manifestazione nazionale per dire no alla mega opera spinta da Salvini

Ponte sullo Stretto, Cafiero De Raho: «Le mafie non devono bloccare lo sviluppo ma ci sono altre priorità»

Il Ponte è uno specchietto per le allodole a tutte le comunità del Sud Italia quasi a volerle compensare, dal punto di vista di Matteo Salvini e della Lega, del grande scippo che verrà realizzato dall’Autonomia differenziata, dove avremo le Regioni del Nord che correranno ancora di più e le Regioni del Sud che invece continueranno a stentare».

A dirlo il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, intervenendo in videocollegamento all’iniziativa del Movimento sul tema “Oltre il ponte” organizzato a Villa San Giovanni dal coordinamento regionale calabrese dei 5 Stelle.

Gli interessi della criminalità

Di un’opinione netta anche il deputato in commissione giustizia Federico Cafiero de Raho che ha ribadito come «la mafia non può e non deve bloccare lo sviluppo. Abbiamo il dovere di contrastare la mafia ma nel caso del ponte la questione è diversa. Non è una priorità per queste terre. Tutti i soldi che arriveranno potrebbero essere investiti nel territorio soprattutto nelle infrastrutture. Dall’aeroporto all’alta velocità». Confermata la presenza della deputazione del Movimento 5 Stella alla manifestazione nazionale contro il ponte che si terrà oggi a Messina.

I fondi

L’ex premier Conte ha aggiunto che «Il ponte è una infrastruttura che avrà un grandissimo impatto nella prospettiva di programmazione che è stata presentata. Sia dal punto di vista economico, finanziario e sotto tutti i punti di vista. Stiamo parlando di 11,6 miliardi spalmabili dal 2024 al 2032. Parliamo della riattivazione di una struttura che era già stata costituita nel 1981, un vero e proprio carrozzone.

Poi, in qualche modo, era stata disattivata e ora riattivata. Addirittura approvando un aumento di capitale di 370 milioni a carico del ministero dell’Economia e di Rfi. Mentre noi, in Parlamento imploriamo nuove risorse per le imprese, le famiglie, per aiutare il ceto medio impoverito e le fasce più deboli della popolazione. E siamo in questi giorni alle prese con una manovra economica che non dà nessun segnale in questa direzione, ma anzi dà il segnale di nuove tasse a carico dei cittadini, appare strano che si riescano a trovare 370 milioni per continuare ad alimentare le attività della società Stretto di Messina SpA guidata da Pietro Ciucci. Al di là del fatto che si vanno a drenare finanziamenti destinati altrove, il tema è più complessivo».

«Ne faccio veramente – ha detto Conte – una questione di indirizzo politico. Prevedere un finanziamento di 3,6 miliardi che nasce insufficiente per il completamento di tutte le opere annesse e connesse. Veramente pensiamo di poter concentrare ed ipotecare tutte le scelte a cui sarà chiamato il ministero delle Infrastrutture, anche nel dopo Salvini? È possibile ipotecare il futuro e concentrare tutte le risorse in un’unica infrastruttura? È chiaro che si interviene in un Paese che ha bisogno di mantenere le proprie infrastrutture e crearne delle nuove». 

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