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Reggio, la comunità Papa Giovanni XXIII ha accolto circa 300 minori migranti non accompagnati in dieci anni – VIDEO

Il responsabile della Casa dell'Annunziata Gianni Fortugno: «Un patrimonio di storie che custodiamo e che vorremmo condividere attraverso eventi e incontri che scandiranno il nostro decennale»

Reggio, la comunità Papa Giovanni XXIII ha accolto circa 300 minori migranti non accompagnati in dieci anni – VIDEO

«Accogliamo i minori migranti soli in quanto persone vulnerabili. In questi dieci anni di attività ne abbiamo accolti circa 300. Se dovessi scrivere libro certamente sarebbe delle loro storie che parlerei. Con i miei collaboratori sono custode di sogni, speranze, sofferenze, tragedie e tutto quello che colma di significato la parola immigrazione. Sono storie di persone, storie di vita e di bambini».

Così Giovanni Fortugno, responsabile della Casa dell’Annunziata della comunità Papa Giovanni XXIII di Reggio Calabria, accreditata per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati, spiega cosa animi ancora oggi l’operato della struttura e cosa l’attività di accoglienza abbia lasciato nella vita sua e dei suoi collaboratori. Nei suoi dieci anni di attività, la Casa non ha soltanto accolto ma ha aiutato a costruire nuovi percorsi di vita in salute e sicurezza, attraverso la scolarizzazione e la socialità, attività aggregative e sportive.

«Noi proponiamo a bambini e adolescenti che accogliamo – spiega Giovanni Fortugno – dei percorsi che consentano di riprogettare la loro esistenza, di scoprire e coltivare interessi, conseguendo un titolo di studio e intraprendendo anche attività sociali. Abbiamo quasi sempre notato in loro una grande forza di volontà, grazie alla quale hanno anche acquisito autonomia al 18° anno di età, conciliando le attività di studio con il lavoro, essenziale per restare in Italia».

Percorsi di accoglienza che continuano ad essere tracciati anche in questo momento con i 14 minori accolti, di età compresa tra i 9 e i 17 anni. L’integrazione non solo è stata possibile ma è divenuta una buona prassi. Questi dieci anni costituiscono così preziosa tappa di un percorso che c’è tutta l’intenzione di condividere.   

Il decennale e le storie da raccontare

«C’è al lavoro un gruppo per definire iniziative che andranno a scandire questo decennale. Sono stati tanti i giovanissimi e i giovani che abbiamo accolto e del cui percorso abbiamo fatto parte, con l’auspicio di avere contribuito alla loro vita futura da adulti non solo fuori dalla casa ma spesso anche in altre città. Una ricchezza per tutti noi operatori di inestimabile valore.

Pensiamo, per questo, di voler dare lo spazio che meritano alle loro testimonianze in questo decennale. Per quanto possibile vorremmo contattarli e invitarli a tornare qui a Reggio Calabria, dove molti di loro erano sbarcati. Ci piacerebbe incontrarli nuovamente, adesso che sono cresciuti, per condividere con la cittadinanza, non solo con la nostra comunità, questo momento che sarà intenso ed emozionante. Chiederemo loro di raccontarci come sono andate avanti le loro vite e le loro nuove storie.

Abbiamo in animo anche di organizzare un Campo in Aspromonte per mettere in rete e condividere anche le esperienze di chi accoglie. Una serie di iniziative che culminerà nel prossimo 14 dicembre, giorno in cui dieci anni fa la Casa avviò anche a Reggio Calabria il cammino della comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi negli anni Sessanta in Italia per dare una risposta alle forme di disagio sociale e giovanile, la devianza, la prostituzione e la povertà». Così spiega ancora Giovanni Fortugno, responsabile della Casa dell’Annunziata di Reggio Calabria.

La sicurezza e il legame con la famiglia di origine

Un cammino che prosegue, quello della comunità Papa Giovanni XXIII. Un cammino nato dall’ascolto di un bisogno quando al porto di Reggio Calabria i migranti sbarcavano spesso in migliaia. Quando è stato necessario non solo esserci per accogliere, ma anche ascoltare per custodire. E oggi quell’accoglienza continua in modo sempre più qualificato e sicuro.

«In questi ultimi due anni non abbiamo registrato fughe dalla casa. L’aspetto della sicurezza – spiega ancora Giovanni Fortugno – è fondamentale anche perché sappiamo che i ragazzi continuano, anche dopo lo sbarco, ad essere “osservati” e seguiti. I trafficanti non li abbandonano mai. Ne siamo consapevoli e, per questo, non abbassiamo mai la guardia. La tutela che ci impegniamo a prestare si compone anche della cura del rapporto con la famiglia di origine. Questo aspetto per noi è importantissimo. La famiglia di origine diventa, nella maggior parte dei casi, un supporto fondamentale. Dunque i nostri ragazzi li chiamano regolarmente con la presenza del mediatore. Noi abbiamo proprio una stanza dove vengono eseguite queste telefonate. Anche i nostri mediatori interagiscono con i genitori».

Accoglienza qualificata e rete

«Il nuovo piano sui servizi sociali della Regione prevede anche strutture di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, in questa congiuntura particolare, in quanto persone fragili, a prescindere da status e inquadramento giuridico. Presso la nostra casa di accoglienza spesso arrivano minori infra quattordicenni, quindi anche bambine e bambini. Dunque questa struttura è autorizzata al funzionamento, quindi accreditata, per accogliere bambine e bambini da zero a 18 anni. È un aspetto importante che ci consente da dare una risposta a un bisogno della nostra epoca che sul nostro territorio si è ampiamente manifestato.

Una risposta che è anche qualificata dal momento che operano per l’accoglienza presso la casa dell’Annunziata Papa Giovanni XXIII professionisti appositamente formati come assistenti sociali, educatori, mediatori culturali o interculturali, psicoterapeuti, avvocati e operatori assistenziali vario titolo. Attenzione viene prestata anche all’aspetto nutrizionale, con personale impegnato in cucina a preparare i pasti tenendo conto delle specifiche esigenze anche culturali dei minori che accogliamo.

L’accreditamento tiene conto della qualità dell’accoglienza che a sua volta si compone di tanti aspetti, anche di quelli strutturali. Importanti anche le caratteristiche dell’immobile, concesso in comodato d’uso dall’arcidiocesi Reggio Calabria-Bova, adibito a casa di accoglienza. Fondamentale, infatti sottolineare la rete istituzionale all’interno della quale operiamo per potere garantire ai nostri ragazzi le premesse di un futuro più sereno e sicuro». Così ha concluso Giovanni Fortugno, responsabile della Casa dell’Annunziata della comunità Papa Giovanni XXIII di Reggio Calabria.

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