martedì,Aprile 23 2024

‘Ndrangheta stragista, al via oggi la requisitoria del processo che potrebbe riscrivere la storia

Questa mattina nella Corte d’Appello di Reggio Calabria il pm Lombardo inizierà la fase conclusiva di un percorso che vede alla sbarra i boss Graviano e Filippone

‘Ndrangheta stragista, al via oggi la requisitoria del processo che potrebbe riscrivere la storia

È stata ripercorsa la storia di mezzo secolo di intrecci tra politica, mafia e massoneria deviata. È successo nelle udienze del processo “‘Ndrangheta stragista” che oggi, in Corte d’Appello a Reggio Calabria, vedrà il procuratore Giuseppe Lombardo iniziare la requisitoria che porterà alla conclusione di un processo, che potrebbe riscrivere la storia dell’interno paese. Dal rapimento del presidente Moro alla P2, dai summit di mafia alle stragi, un disegno che collaboratori e pentiti hanno portato in aula in più riprese.

Con l’udienza odierna si arriva agli sgoccioli del processo che vede alla sbarra il boss di Cosa nostra, Giuseppe Graviano, e il capobastone della ‘ndrangheta di Melicucco, Rocco Santo Filippone. Entrambi sono stati condannati in primo grado all’ergastolo per il duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, avvenuto 18 gennaio 1994 a Scilla, mentre pattugliavano l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. I primi giorni di marzo, invece, toccherà alla difesa degli imputati Filippone e Graviano guadagnare le ultime battute prima che la camera di consiglio si riunisca per chiudere quella che rappresenterà, in ogni caso, una sentenza storica.

I giovani presenti

Lunedì 27 i giovani dei movimenti Our Voice, Attivamente e Saturna, saranno davanti alla Corte d’Appello per sostenere il pm del processo ‘Ndrangheta stragista, Giuseppe Lombardo, i magistrati della Dda e le forze dell’ordine attualmente impegnate nella ricerca della verità sulle stragi e su pezzi fondamentali di storia del nostro Paese. Il 27 febbraio sarà l’ultimo giorno di requisitoria.

«Abbiamo sentito l’esigenza di organizzare questo presidio, perché siamo profondamente indignati rispetto al silenzio politico e mediatico che circonda questo maxiprocesso. A distanza di 30 anni dalle stragi del 1992 e del 1993 stanno emergendo fatti e verità gravissime e inquietanti, taciute da tutti i Governi che si sono succeduti e che continuano a condizionare ancora oggi la vita di tutto il popolo italiano.

È nostro dovere non lasciare soli quei pochi magistrati e quelle parti di Stato che oggi, nonostante depistaggi, segreti e silenzi di Stato, delegittimazioni e soprattutto isolamenti istituzionali e mediatici, hanno il coraggio e la forza di continuare a cercare la verità. Noi non abbiamo vissuto gli anni delle stragi e degli attentati, dove si moriva sotto il fuoco della mafia, ma anche, purtroppo, dello Stato-mafia. Non vogliamo che la storia si ripeta. Conoscere la verità su questi fatti e sulla storia della nostra Repubblica è un diritto che ci appartiene, come giovani e come cittadini».

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