Silvio Berlusconi è morto. L’ex presidente del Consiglio si è spento questa mattina all’età di 86 anni. Per qualche settimana era stato ricoverato al San Raffaele, poi dimesso il 30 marzo e poi ricoverato nuovamente nella giornata di mercoledì 5 aprile in Terapia intensiva per problemi cardiovascolari. Dimesso il 19 maggio, il 9 giugno è stato nuovamente ricoverato. In mattinata, il fratello Paolo e i figli erano accorsi in ospedale, dove già si trovava la moglie Marta Fascina, facendo crescere i timori sullo stato di salute del leader degli azzurri.

Berlusconi, protagonista per trent’anni della storia italiana, è stato un’uomo dalle molte vite: imprenditore di successo, tycoon televisivo, dominatore nel mondo del calcio con le coppe vinte dal Milan, infine politico. Fondatore di Forza Italia che è stato a lungo il primo partito italiano, presidente del Consiglio per 9 anni, ha guidato quattro governi, è stato eletto per la prima volta in Parlamento il 27 marzo del 1994. Il tutto contrassegnato da una lunga serie di vicende giudiziarie e da una condanna passata in giudicato.

Chi era Silvio Berlusconi

Nato a Milano il 29 settembre 1936, dal padre Luigi e dalla madre Rosa Bossi, Silvio Berlusconi cresce nel quartiere Isola e, dopo aver frequentato il liceo classico “Sant’Ambrogio” dei Salesiani, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Statale, dove si laurea con lode nel 1961. Durante gli anni degli studi, per vivere fa il cantante e l’intrattenitore sulle navi da crociera insieme all’amico Fedele Confalonieri, il venditore porta a porta di scope elettriche e infine l’agente immobiliare.

Già a 20 anni, però, comincia a nutrire la sua passione per l’imprenditoria: nel 1963 fonda la Edilnord Sas. Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani, cugina di Berlusconi, che nel 1969 si occupa del progetto e della costruzione di “Milano 2”, la città satellite alle porte del capoluogo lombardo, a Segrate, cui segue la realizzazione di “Milano 3” e del centro commerciale “Il Girasole”. Nel 1974 viene costituita a Roma l’Immobiliare San Martino, amministrata da Marcello Dell’Utri, amico di Silvio fin dagli anni universitari, con il finanziamento di due fiduciarie della Banca nazionale del Lavoro. Infine, nel 1978, dopo la liquidazione della prima società, viene creata Milano 2 Spa, costituita a Segrate dalla fusione proprio con l’Immobiliare San Martino Spa.

A partire dal 1980 Berlusconi si dedica alla produzione televisiva. In questo modo tenta di allargare il suo giro d’affari, approfittando di una sentenza della Corte Costituzionale del 1976 che apre la strada alle emittenti locali, interrompendo di fatto l’egemonia sul piccolo schermo della televisione di Stato, la Rai. Nel 1978 Berlusconi rileva Telemilano, una tv via cavo con sede a Milano 2, a cui viene dato il nome di Canale 5. Sempre in quell’anno fonda la holding Fininvest e la concessionaria di pubblicità Publitalia. Nel 1982 il gruppo tv si allarga con l’acquisto di Italia 1 dall’editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore. Sono in molti a voler fermare la sua inarrestabile ascesa, ma riesce comunque a spezzare il monopolio della Rai grazie all’intervento prima di Bettino Craxi, suo grande amico e all’epoca presidente del Consiglio, che con un decreto legge riesce a legalizzare la situazione di Finivest, e poi della legge Mammì, che nel 1990 rende definitivamente accettabile la diffusione a livello nazionale di programmi radiotelevisivi privati. Negli anni successivi si allarga in Europa, in particolare acquisisce la spagnola Telecinco, attiva ancora oggi.

Dopo il successo nel campo dell’edilizia e soprattutto in quello della televisione, decide di appropriarsi anche di una fetta importante dell’editoria italiana, acquisendo nel 1990 la maggioranza azionaria di Mondadori con una manovra che causerà un contenzioso, il cosiddetto Lodo Mondadori, e la Giulio Einaudi Editore, oltre ad una serie di case editrici minori. Al fratello Paolo Berlusconi, dopo la legge Mammì del 1990, cede la società editrice Il Giornale, di cui era proprietario dagli anni Settanta. Controlla anche il gruppo Medusa Film, attivo nella distribuzione cinematografica, e ha partecipazioni in società come Mediolanum e Programma Italia, il che consente al gruppo Fininvest di avere una forte presenza anche nel settore delle assicurazioni e della vendita di prodotti finanziari.

Nel 1986 Berlusconi diventa proprietario della squadra di calcio del Milan. Sotto la sua presidenza vince di tutto, grazie anche alla scelta di affidare campioni come Paolo Maldini, Gullit e Baresi ad allenatori del calibro di Fabio Capello e Arrigo Sacchi. Fino al 2004, anno in cui è costretto ad abbandonare la sua carica a seguito dell’approvazione di una legge disciplinante i conflitti d’interesse, il Milan ha vinto 8 scudetti, è stato 5 volte Campione d’Europa e 3 volte del mondo, per un totale di 29 trofei in meno di 30 anni, eguagliando il record assoluto di Santiago Bernabeu.

L’ascesa politica

Dopo aver mosso i primi passi nel partito socialista, dove diventa grande amico di Bettino Craxi, nel gennaio del 1994 decide di scendere in campo con un proprio partito, Forza Italia, uno schieramento di centrodestra con l’obiettivo di rappresentare gli elettori più moderati. Berlusconi fa un appello ai cittadini italiani nel corso di un messaggio preregistrato mandato in onda su tutte le televisioni e che passerà alla storia: «Ho scelto di occuparmi della cosa pubblica, perché non voglio vivere in un Paese illiberale governato da forze immature, e da uomini legati a doppio filo, a un passato politicamente ed economicamente fallimentare», dichiarò, annunciando anche le dimissioni da alcuni suoi incarichi imprenditoriali.

Forza Italia vince le elezioni politiche del 1994, in corsa con la Lega Nord di Umberto Bossi nelle regioni settentrionali e l’Msi di Gianfranco Fini nel resto d’Italia. Il primo governo Berlusconi nasce ufficialmente il 10 maggio di quell’anno, ma ha vita breve. Dopo soli sette mesi, a dicembre, non ha più la fiducia della Lega Nord, che accusa apertamente Berlusconi di legami con la mafia. Il premier è così costretto a presentare le dimissioni all’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Al suo posto, viene dato incarico a Lamberto Dini di formare il nuovo esecutivo tecnico. Nelle consultazioni successive, del 1996, Berlusconi si ripresenta, ma la vittoria è dell’Ulivo guidato da Romano Prodi. Intanto si avvicina di nuovo a Umberto Bossi, accusando la magistratura e Scalfaro di averlo convinto a far venir meno la fiducia nei confronti del suo governo.

Le elezioni del 2001 vedono di nuovo la vittoria Silvio Berlusconi, questa volta a capo della Casa delle Libertà, la coalizione di centrodestra di cui fa parte, oltre a Forza Italia, anche la Lega Nord. Resta famosa la sua partecipazione durante la campagna elettorale alla trasmissione di Rai 1 Porta a Porta di Bruno Vespa quando sigla il Contratto con gli italiani: si tratta di un accordo con i suoi elettori in cui si impegna, in caso di vittoria, a realizzare sgravi fiscali, a diminuire la disoccupazione e a portare a compimento alcune opere pubbliche, tra cui il ponte sullo Stretto di Messina, ad aumentare le pensioni e a ridurre il numero dei reati. Il secondo governo Berlusconi è il più longevo della storia della Repubblica: durerà fino al 2005, quando il premier deciderà di sciogliere l’esecutivo dopo i risultati negativi raggiunti dalla sua coalizione nelle elezioni regionali di quell’anno. Da questa crisi nasce il governo Berlusconi III.

Alle successive elezioni del 2006 è di nuovo Romano Prodi a vincere con L’Unione, la coalizione di centrosinistra. Ancora una volta la campagna elettorale si infiamma in televisione, dove i due candidati premier partecipano ad una serie di dibattiti. È proprio in una di queste occasioni che Berlusconi annuncia, a sorpresa, di voler eliminare l’Imposta Comunale sugli Immobili (Ici) sulla prima casa e la tassa sui rifiuti. Poco dopo, durante un comizio tenutosi a piazza San Babila a Milano, dichiara lo scioglimento di Forza Italia e la nascita del Popolo delle Libertà (PdL) insieme a Gianfranco Fini, con la quale vincerà le elezioni del 2008, insieme alla Lega Nord e al Movimento per l’Autonomia. È questa l’alba del quarto governo guidato dal Cavaliere. L’alleanza tra i due però dura poco: nell’aprile del 2010, davanti alla platea della direzione del PdL, se ne dicono di tutti i colori.

Berlusconi firma con il leader libico Gheddafi a Bengasi un Trattato di amicizia e cooperazione, che comporta, tra le altre cose, il pagamento da parte dell’Italia di 5 miliardi di dollari alla Libia come compensazione per l’occupazione militare. Nell’aprile del 2011, però, l’Italia decide di entrare in guerra al fianco della Nato proprio contro la Libia, pur volendo evitare quel coinvolgimento. La decisione provoca non poco malcontento nella coalizione al governo. Per questo, qualche mese più tardi, dopo l’approvazione della Legge di Stabilità e la grave crisi finanziaria che attanaglia il Paese, con lo spread alle stelle, il premier rassegna al Capo dello Stato Giorgio Napolitano le sue dimissioni. Sciolte le Camere, viene nominato presidente del Consiglio Mario Monti. Nel 2013 Berlusconi è candidato di nuovo alle elezioni politiche, ma perde contro Pierluigi Bersani e viene eletto per la prima volta come senatore. Sempre in quell’anno, sancisce la rinascita di Forza Italia come movimento autonomo. Intanto, è alle prese con guai giudiziari di varia natura. Ad agosto è condannato in via definitiva in terzo grado dalla Cassazione nel cosiddetto processo Mediaset, iniziato circa 8 anni prima, con l’accusa di frode fiscale, disponendo tuttavia il rinvio alla Corte d’appello di Milano per la rideterminazione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.

Per effetto della legge Severino, è convalidata la sua decadenza da senatore. Nell’aprile 2014 il Tribunale di sorveglianza di Milano, in esecuzione della condanna definitiva nel processo Mediaset, dispone per Berlusconi l’affidamento in prova al servizio sociale, ma l’esecuzione della pena termina il marzo successivo e Berlusconi riacquista la piena libertà, pur permanendo la sua incandidabilità sino al 2019. Anche se non partecipa attivamente alla vita politica, ha invitato i suoi elettori a votare “no” nel corso del Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, che ha portato alle dimissioni da capo del governo di Matteo Renzi. Nel 2017 Berlusconi annuncia di voler correre alle elezioni politiche in programma nella primavera del 2018. Non è direttamente candidato, ma il suo nome compare nel logo di Forza Italia ed è lui a stabilire il programma e le alleanze che possono garantirgli una stabilità di governo in caso di vittoria alle urne. Attacca il Partito democratico, che definisce perdente, e ad anche il Movimento 5 Stelle e il suo leader, Luigi Di Maio. Il 7 gennaio 2018 il Centrodestra ufficializza la coalizione a quattro composta da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e il quarto Polo, in seguito ad un incontro tenuto ad Arcore tra il Cavaliere, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Il 14 febbraio 2018, a poco più di un mese dalle votazioni, Berlusconi segna un’altra storica tappa nella storia politica italiana. Dopo esattamente 17 anni torna nel salotto televisivo di Bruno Vespa per firmare un nuovo contratto con gli italiani. «Mi siedo con emozione a questa scrivania, ho solo una cosa in più: ho visto le inquadrature di 17 anni fa, avevo meno capelli di adesso, darò anche a lei il nome del mio tricologo», ha dichiarato Berlusconi poco prima di firmare il documento che, in occasione della festa degli innamorati, è stato ribattezzato “Il patto di San Valentino”. Alle elezioni politiche del marzo 2018, la coalizione di centrodestra risulta la più votata, con circa il 37% delle preferenze, mentre la singola lista più votata, il Movimento 5 Stelle, raccoglie oltre il 32% dei voti. La Lega di Matteo Salvini supera per la prima volta Forza Italia di 3 punti e mezzo e il leader del Carroccio riesce a scalzarlo anche nella formazione del nuovo governo, guidato da Giuseppe Conte, di cui diventa vicepremier e ministro dell’Interno dopo aver sottoscritto un contratto con Luigi Di Maio, leader dei pentastellati.

Berlusconi resta nell’ombra mentre il nuovo esecutivo fa proprie le battaglie su flat tax, reddito di cittadinanza e immigrazione. Infine, il 26 maggio 2019 viene eletto europarlamentare, risultando anche il secondo candidato più votato d’Italia. Alle elezioni del 2022 Berlusconi è stato eletto in Senato, tornando a Palazzo Madama dopo nove anni di assenza. Nel 2013, infatti, era arrivata la decadenza da parlamentare, un effetto della legge Severino che imponeva lo stop a ogni carica elettiva in seguito alle condanne particolarmente gravi. In particolare il Cavaliere era stato condannato a quattro anni per frode fiscale nel processo Mediaset.

I rapporti con la mafia e gli scandali

Che Berlusconi fosse un membro della loggia massonica denominata P2, sciolta per “fini eversivi” alla fine degli anni Ottanta, non è un segreto. Vi era entrato a far parte nel 1978. In realtà, il Cavaliere ha sempre negato in Tribunale la sua partecipazione al gruppo, anche se ha ammesso di esservi iscritto. Gli archivi del fondatore della P2, Licio Gelli, testimoniano l’intervento dell’organizzazione nell’acquisizione da parte di Berlusconi dell’allora più diffuso settimanale popolare italiano, TV Sorrisi e Canzoni. Inoltre, al momento del suo ingresso in politica, secondo i magistrati, aveva presentato un partito con una struttura e figure molti simili a quella di Propaganda 2.

Tra le polemiche che hanno investito Silvio Berlusconi c’è anche il suo rapporto con la mafia. L’origine dello scandalo risale alla prima metà degli anni Settanta, nel periodo in cui lui e la sua famiglia stavano per trasferirsi nella tenuta di Arcore. All’epoca si aveva notizia di numerosi sequestri di persona a scopo di estorsione. Molti industriali milanesi avevano dovuto pagare miliardi per rivedere i propri figli. Per difendersi, l’avvocato palermitano Marcello Dell’Utri, collaboratore di Silvio, si adoperò per l’assunzione di Vittorio Mangano, criminale legato a Cosa Nostra, come “stalliere”, ma in realtà, secondo i magistrati, a garanzia e a tutela della sicurezza dell’intera famiglia e «per assicurare un presidio mafioso nella villa dell’imprenditore milanese». Dell’Utri, diventato poi senatore di Forza Italia, ha scontato una pena di oltre cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato dichiarato libero di lasciare il suo appartamento di Milano 2 nel dicembre del 2019.

Negli anni Duemila il nome di Silvio Berlusconi è spesso associato a scandali di natura sessuale. Nel 2009 Veronica Lario, seconda moglie del Cavaliere, in una lettera all’Ansa esprime il suo sdegno riguardo alla possibilità che il marito faccia candidare alle vicine elezioni europee ragazze di bella presenza. In seguito, chiede la separazione tramite il suo avvocato dopo aver saputo che il marito aveva partecipato alla festa di 18 anni di Noemi Letizia, una ragazza di Portici, in provincia di Napoli. Berlusconi, incalzato dalla stampa anche internazionale, giura sulla testa dei suoi figli di non aver mai avuto rapporti con minorenni. A luglio di quello stesso anno, le cose si complicano: il giornale L’Espresso pubblica sul proprio sito registrazioni di dialoghi tra il Cavaliere e la escort Patrizia D’Addario avvenuti a Palazzo Grazioli quando era presidente del Consiglio. Gli audio sono stati acquisiti poi dalla Procura di Bari nell’ambito del procedimento giudiziario che intendeva far luce sui presunti favoritismi dello stesso Berlusconi verso l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini.

Un secondo caso scoppia nel 2010. A maggio di quell’anno è fermata per furto a Milano la marocchina, all’epoca minorenne, Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori. A chiamare in Questura, in piena notte, è Silvio Berlusconi, che chiede di lasciare andare la ragazza, nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak, fatto poi dimostratosi falso, e affidarla al consigliere regionale Nicole Minetti. In quell’occasione Ruby aveva dichiarato di aver ricevuto dal Cavaliere ingenti somme di denaro. Nel 2011 la procura della Repubblica di Milano contesta a Berlusconi i reati di concussione e prostituzione minorile, credendo che quei soldi fossero il compenso per favori sessuali. È in questo clima che viene coniata l’espressione Bunga Bunga, utilizzata anche dai media stranieri, per indicare i festini a presunto sfondo erotico-sessuale che si svolsero nelle ville dell’ex premier. Dopo una lunga vicenda giudiziaria, Berlusconi viene assolto in via definitiva il 10 marzo 2015 con la favorevole sentenza della Corte di Cassazione.

In quello stesso anno si aprono le indagine del processo Ruby ter, in cui Berlusconi viene accusato di aver pagato 10 milioni alle ragazze che partecipavano alle serate di Arcore (tra cui appunto Karima El Mahroug) in cambio del silenzio su quanto avveniva nella villa. Nel 2021 il Cavaliere viene assolto dal tribunale di Siena. Nella primavera del 2022 la procura di Milano ha chiesto sei anni per corruzione in atti giudiziari, ma anche in questo caso Silvio Berlusconi è stato assolto. (Fonte FanPage.it)