Due esplosioni hanno devastato i mezzi del giornalista d’inchiesta e di sua figlia. Un gesto intimidatorio che colpisce non solo una persona ma la libertà di stampa
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Ieri sera, intorno alle 22, due ordigni hanno distrutto le auto di Sigfrido Ranucci e di sua figlia, parcheggiate davanti alla loro abitazione a Campo Ascolano, alle porte di Roma. Le vetture sono state completamente devastate dall’esplosione. Solo il caso ha evitato una tragedia: la figlia del giornalista era passata di lì pochi minuti prima, mentre Ranucci stava rientrando a casa. Al momento non risultano immagini di telecamere di sorveglianza che abbiano ripreso l’accaduto.
Ranucci è noto per il suo giornalismo d’inchiesta, coraggioso e spesso scomodo. Da anni è in prima linea nel denunciare la criminalità organizzata, la corruzione e la mala politica. Il suo lavoro, rigoroso e documentato, ha inevitabilmente urtato gli interessi di chi detiene potere e teme la verità. Nel corso della sua carriera ha ricevuto decine di querele e non ha mai nascosto di essere stato oggetto di minacce, pedinamenti e tentativi di intimidazione.
Il giornalismo d’inchiesta, quello che cerca i fatti dietro le apparenze, continua così a essere bersaglio di chi vuole agire nell’ombra, libero di corrompere e di delinquere.
Nel 2024 Ranucci ha partecipato al Premio Letterario Caccuri, aggiudicandosi la vittoria con il libro La Scelta (Bompiani), un’opera che ripercorre molte delle sue inchieste più significative e racconta la sua esperienza di inviato, anche in zone di guerra.
L’attacco di ieri sera non è solo un attentato a un giornalista, ma un colpo diretto alla libertà di stampa e al diritto dei cittadini di conoscere la verità.
«Esplosione poteva uccidere»
La trasmissione Report, sui suoi profili social fa esplicito riferimento all'esplosione di "un ordigno piazzato sotto l'auto del giornalista" parcheggiata davanti casa, e che la deflagrazione avrebbe potuto uccidere. "L'auto è saltata in aria - si legge - danneggiando anche l'altra auto di famiglia e la casa accanto. Sul posto carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica. La Procura di competenza si è attivata per le verifiche, avvisato il Prefetto. La potenza dell'esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento".
Occhiuto: solidarietà a Ranucci, respingere violenza e intimidazioni
“Solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per il gravissimo attentato subito. Attaccare un giornalista equivale ad attaccare la libertà di stampa e il diritto dei cittadini di essere informati. Va respinta con fermezza ogni violenza, minaccia o forma di intimidazione“.
Lo scrive su X Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia.