sabato,Ottobre 12 2024

Piazza Garibaldi a Reggio, le ruspe al lavoro per liberare il sito – VIDEO E FOTOGALLERY

Le attività nel cantiere proseguono in linea con il cronoprogramma in attesa di scoprire cosa riserva il sottosuolo

Piazza Garibaldi a Reggio, le ruspe al lavoro per liberare il sito – VIDEO E FOTOGALLERY

Tanti mesi di attesa ma adesso i lavori a piazza Garibaldi procedono. Siamo ancora nella prima fase. Non sono iniziate le indagini conoscitive sul terreno. Nelle settimane trascorse da quando il cantiere è stato recintato si è proceduto a eliminare tutto ciò che si trovava nell’area.

A partire dall’edicola, per continuare con le cabine del telefono dismesse e ancora gli alberi. Una volta sgomberato il terreno sarà possibile procedere con l’indagine.

Sappiamo che le attività di ricerca saranno scandite in relazione a ciò che potrà donare il sottosuolo. Si parte dall’angolo della piazza in cui si trovava l’edicola rimossa, dal vecchio scavo, che sarà poi allargato fino all’inizio del corso Garibaldi e via Aspromonte, senza toccare la strada, e poi scendere verso la statua di Garibaldi ma non arrivare a metà piazza.

Il luogo sacro

Lo stesso soprintendente Fabrizio Sudano aveva spiegato che sembrerebbe «un’area sacra, con un edificio di culto centrale e intorno con spazi dedicati. Allargando lo scavo avremo altre informazioni: il contesto sembra ben conservato, considerate le brocche integre che abbiamo rinvenuto. Deve essere accaduto qualcosa, un evento alluvionale o altro che ha completamente coperto tutto e tutto è rimasto cristallizzato al momento dell’abbandono».

Tesi sulla quale converge anche Daniele Castrizio, storico e docente di numismatica all’università degli Studi di Messina che ricorda: «È una zona sicuramente fuori città, ma è sacra perché li era stata fondata e quindi di una rilevanza straordinaria. Un’area sacra, il mausoleo di un personaggio importante? Gli scavi ce lo diranno».

La tomba di Giulia?

La vicenda si fa molto intrigante. Si è ipotizzato che a piazza Garibaldi possa esserci sepolta la tomba di Giulia, la figlia di Augusto che nella città dello Stretto trascorso parte della sia vita  a metterci lo zampino è Castrizio che non nasconde le sue convinzioni: «Avendo visto lo scavo dall’inizio la cosa che è balzato all’occhio è stata la grande qualità del materiale, ed è solo il basamento della parte interna e quindi mancherebbe tutto il basamento che doveva essere in marmi prezioso. La parte interna ha una qualità incredibile. i mattoni erano della prima metà del primo secolo dopo Cristo. La zona è quella sacra di Reggio, dove la città era stata fondata, una zona che non conosce altri monumenti. La prima cosa trovata si trova dove adesso c’è la villa comunale, c’erano pezzi di case. Una zona importante, legata a punta Calamizzi».

Sommando gli indizi: la grande qualità dei materiali, il periodo storico, la collocazione e il fatto che «il porto di Reggio sia stato restaurato da Caligola, che era nipote di Giulia – per il professore  – come Caligola arrivato al potere a Roma dopo Tiberio, ha portato in auge Agrippina e la nonna Giulia, proprio a Reggio avrebbe fatto qualcosa per ricordarla visto c’era il suo cadavere. Un corpo forse nemmeno seppellito come si deve per l’odio che covava Tiberio verso Giulia. Da qui la volontà dell’imperatore di riabilitare sua nonna in qualche modo la damnatio memoriae. Tante circostanze ci portano a pensare che potrebbe essere il Mausoleo di Giulia».

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