Il visibile e l’invisibile: la natura e il sacro si incontrano a Bova
I Maestri Evandro Angerami e Mimmo Candela dialogano tra arte contemporanea e iconografia bizantina, riscoprendo la sacralità della natura
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Nel cuore della tradizione grecanica, un dialogo tra passato e futuro prende forma attraverso una mostra che sfida lo spettatore a guardare oltre ciò che è immediatamente percepibile. Immagini del visibile e dell’invisibile, ospitata presso la Casa degli Artisti di Bova fino al 18 gennaio, si propone come un ponte tra la sacralità dell’iconografia bizantina e la contemplazione della natura, reinterpretata in chiave contemporanea. Un evento patrocinato dalla Città di Bova e dall’associazione culturale Calliurghia, che mette in luce il valore del territorio e della sua eredità culturale.
La mostra, frutto della collaborazione tra l’iconografo Mimmo Candela e l’artista italo-brasiliano Evandro Angerami, si sviluppa attorno a un tema universale: la ricerca del sacro nella natura e nell’arte. Qui, i visitatori non troveranno solo opere d’arte, ma anche un invito a riflettere sull’armonia tra uomo e cosmo.
«L’incontro con Evandro è stato propedeutico alla realizzazione di questa mostra», racconta il Maestro Mimmo Candela. «Abbiamo unito la sacralità della natura a quella del creato, intrecciando due tecniche diverse ma complementari. Il mio obiettivo è sempre stato quello di recuperare un’antica arte, profondamente radicata nell’area grecanica, che per motivi storici è stata abbandonata. Questa mostra ci permette di riscoprire il sacro nel nostro territorio, coniugandolo con un maggiore rispetto per la natura. La natura, come ogni forma di sacralità, deve essere valorizzata e tutelata».
Questa consapevolezza emerge chiaramente anche nelle parole del Maestro Evandro Angerami, che definisce la natura come parte del cosmo e del sacro. «Cerco di rappresentare il sublime e lo spirituale del mondo naturale come una grande casa ancestrale. Ogni vita è sacra, e il futuro è antico: dai nostri territori e dalle nostre memorie nascono le possibilità di domani. L’infinito è dentro e fuori di noi, e con le mie opere voglio ricordare questa sacralità della vita e della natura. È un dialogo con ciò che è stato e con ciò che sarà, un percorso che attraversa i secoli per giungere fino a noi».
Il percorso artistico di Angerami è segnato da viaggi e scoperte, ma è nella Calabria grecanica che l’artista italo-brasiliano ha trovato una connessione unica. «Da bambino disegnavo e dipingevo ispirandomi alla natura», racconta. «Ho iniziato studiando biologia per comprendere il mondo naturale, ma ho capito che la pace spirituale che cercavo non era lì. Ho quindi intrapreso un percorso artistico, laureandomi in Belle Arti a New York. Quando ho incontrato Mimmo Candela, ho scoperto un vero maestro. Lavorare con lui qui in Calabria, in una terra così ricca di tradizioni e bellezza, è stato fondamentale. Qui ho ritrovato una dimensione in cui tradizione e contemporaneità convivono in armonia».
Candela, dal canto suo, sottolinea il valore di un luogo come Bova: «La Calabria, con la sua storia e la sua natura unica, è una terra ospitale per gli artisti. Qui possiamo creare un ponte tra passato e futuro, tra sacro e contemporaneo. La natura è Dio, e Dio è la natura: è questo il messaggio che vogliamo trasmettere. Attraverso questa mostra, vogliamo stimolare una riflessione su quanto sia fondamentale riscoprire la bellezza e l’armonia che ci circondano».
La mostra Immagini del visibile e dell’invisibile è dunque un invito a guardare oltre, a riscoprire la connessione tra sacro e natura in un territorio che ne è profondamente intriso. Fino al 18 gennaio, la Casa degli Artisti di Bova accoglie il pubblico in un percorso che è al contempo artistico, spirituale e culturale, lasciando un segno indelebile nel cuore di chi vi partecipa. È un viaggio che invita a lasciarsi guidare dall’introspezione e dall’osservazione, ricordando quanto il visibile sia sempre legato all’invisibile, in un eterno dialogo tra l’umano e il divino.
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