Innamoriamoci del vino calabrese. È questo lo slogan scelto per la prima edizione del Calabria Wine Expo, in programma domenica 19 ottobre al Resort & Spa di Altafiumara, un evento che segna un punto di svolta per l’enologia e la cultura calabrese. Non una semplice fiera commerciale, ma un’esperienza culturale, multisensoriale e divulgativa, che mette il vino al centro come ambasciatore di identità e territorio.

Altafiumara diventa così palcoscenico di un progetto che ambisce a scrivere un nuovo capitolo: dare voce ai vignaioli indipendenti, raccontare la biodiversità dei vitigni autoctoni, trasformare ogni calice in un pezzo di storia collettiva. Non è un caso che a sostegno dell’iniziativa ci siano la Regione Calabria, la Città Metropolitana di Reggio Calabria, il Comune di Villa San Giovanni, l’Università Mediterranea, l’ARSAC e altre realtà istituzionali, insieme alla collaborazione con la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI).

Lo spirito dell’evento è chiaro: credere nella Calabria e dimostrarlo investendo nelle sue eccellenze. Un concetto che il presidente del Polo Culturale Altafiumara, Gaetano Bevacqua, ha ribadito con forza: «Un’esperienza che inizia all’Altafiumara, perché credere in questa terra vuol dire anche investire in cultura, e questa volta si investe nella cultura che parte dal vino. Noi abbiamo sempre dimostrato di crederci e lo facciamo non tanto per noi ma per il territorio. Innamorarsi del vino calabrese: ecco l’obiettivo dell’Expo».

Un evento che nasce in Calabria ma che guarda lontano, oltre i confini regionali e nazionali. L’idea è di mettere in rete produttori, esperti, istituzioni e appassionati, mostrando come il vino calabrese non sia soltanto un prodotto ma un racconto di sacrificio e passione, un ambasciatore culturale capace di portare nel mondo i colori e i profumi di una terra antica e sorprendente.

Il concetto di “Rinascimento calabrese”, già evocato negli ultimi anni dalla stampa specializzata, trova qui il suo punto di sintesi. Con oltre 10mila ettari vitati, una produzione annua di 368mila ettolitri e una crescita che ha visto le cantine triplicare nell’ultimo decennio, la Calabria del vino oggi è una regione che stupisce. I suoi vini raggiungono più di 40 Paesi, conquistano premi e riconoscimenti, ma soprattutto raccontano la forza di chi resiste e innova, trasformando difficoltà in opportunità.

Bevacqua non nasconde le fatiche: «È sacrificio, puro e vero, ma nasce dal fatto che ci crediamo. Non vogliamo riconoscimenti di forma, ma che venga divulgata la voce di un gruppo che crede davvero. Il nostro impegno non avrà mai una conclusione, perché sarà un continuo». Parole che esprimono lo spirito di un Expo che non vuole limitarsi a una giornata di eventi, ma porsi come pietra miliare di un percorso duraturo.

Altafiumara diventa così simbolo di una presa di responsabilità: trasformare il vino in strumento di riscatto, di narrazione e di sviluppo. «Quello che succede ad Altafiumara non resta qui, ma si diffonde sul territorio», ha sottolineato Christian Zuin, CEO di Protur Media, durante la presentazione della prima edizione. «È una dimostrazione concreta che non si tratta di un interesse economico, ma della scelta di lavorare per casa propria. I vignaioli calabresi affrontano la viticoltura eroica, il cambiamento climatico, le difficoltà della terra, eppure continuano a dare oro liquido. Bere un buon vino calabrese è un privilegio».
Il Calabria Wine Expo si inserisce dunque in una visione più ampia: creare una destinazione Calabria, un marchio riconoscibile capace di attrarre turisti, buyer, giornalisti e appassionati da tutto il mondo. E lo fa partendo dal cuore pulsante della Costa Viola, culla di biodiversità e tradizioni, ma anche terra di innovazione culturale grazie al progetto dell’Enoteca.

Un programma che unisce gusto, cultura e identità

Non un evento confinato ai brindisi e alle degustazioni, ma un percorso che intreccia scienza, arte, musica e territorio. Il programma del Calabria Wine Expo è stato concepito per parlare a pubblici diversi: dagli esperti ai wine lovers, dai giornalisti ai turisti internazionali, fino agli stessi calabresi, chiamati a riscoprire il valore della propria terra.

Il cuore della giornata sarà rappresentato dalle degustazioni delle cantine FIVI, una selezione che racconta la varietà dei vitigni autoctoni e la qualità garantita da una filiera corta e certificata. Accanto ai calici, ci sarà la mostra multisensoriale con una collezione di 61 bottiglie storiche degli ultimi cinquant’anni, curata da Calabria Wild Wine: un vero viaggio nella memoria enologica della regione.
Non mancheranno i momenti esperienziali. Lo show cooking dello chef Antonio Battaglia, fondatore dell’Enoteca Culturale e del Calabria Wine Expo, proporrà un nuovo approccio all’abbinamento cibo-vino, mentre il pranzo della domenica sarà un’occasione per trasformare la tavola in un laboratorio di gusto e di identità.

Il palinsesto culturale sarà animato dai talk tematici: dalla storia millenaria della vite in Calabria, con l’intervento del professor Francesco Sunseri e di Vittorio Porpiglia, fino alle nuove frontiere della viticoltura indipendente raccontate da Adua Villa, Luca Turner e la delegazione FIVI Calabria. Una “tavola rotonda sull’identità” chiuderà i lavori, portando al centro il vino come ambasciatore culturale ed economico. Accanto a tutto questo, spazio anche alla musica e all’arte: il concerto di Fabio Macagnino con Movimento Terra e la partecipazione speciale di Lunanzio, vincitore di Lol Talent 2024, segneranno la chiusura di una giornata che vuole essere festa e riflessione insieme.

Ma il cuore del messaggio sta nelle parole dei protagonisti. «La missione non è soltanto quella di far conoscere la Calabria all’estero, ma prima di tutto a noi stessi», ha spiegato Daniela Surace, responsabile comunicazione del Polo Culturale Altafiumara. «Ancora troppi calabresi non conoscono fino in fondo la propria terra. È da qui che bisogna ripartire: insegnare che non abbiamo bisogno di nessun altro se non di noi stessi. Solo allora saremo pronti per portare la Calabria fuori dai confini».

A dare concretezza a questa visione interviene Chef Antonio Battaglia, che da sempre lega la sua attività alla valorizzazione delle eccellenze calabresi: «Il Calabria Wine Expo è alla sua prima edizione, ma “rischia” di diventare un appuntamento di rilievo nazionale e internazionale. È il primo passo di un progetto ambizioso, nato dalla collaborazione con tante realtà e associazioni di vignaioli indipendenti. La forza del vino calabrese sta nella garanzia della filiera chiusa: dalla terra alla vigna, fino all’imbottigliamento. La qualità non è soltanto nei riconoscimenti o nei premi, ma nella serietà di chi lavora ogni giorno con passione».

Nel corso della presentazione della prima edizione del Calabria Wine Expo, gli operatori del settore sono stati guidati alla scoperta del Polo Culturale nella sua interezza dalla Direttrice Artistica Elisabetta Marcianò, che ha mostrato come lo stesso si sia evoluto ed arricchito nel corso del tempo, diventando patrimonio straordinario disponibile per la collettività. Un messaggio che richiama alla responsabilità di tutti: credere nel vino calabrese significa innamorarsi della Calabria, delle sue radici e delle sue possibilità. Non a caso il Network LaC sarà media partner ufficiale dell’evento, per raccontare in diretta questa sfida e amplificarne la portata, dando voce a un territorio che vuole finalmente presentarsi al mondo con orgoglio.

Il rinascimento calabrese, una sfida che parte dal vino

Il Calabria Wine Expo è tassello di un mosaico più ampio che porta il nome di rinascimento calabrese. La Calabria del vino oggi sorprende: nuove cantine, giovani vignaioli, vitigni autoctoni riscoperti e valorizzati, biodiversità che racconta una storia millenaria. La produzione cresce, i premi arrivano, e la stampa nazionale e internazionale riconosce alla regione un ruolo sempre più centrale.
Dietro i numeri c’è un’idea più profonda: il vino come ambasciatore del territorio. È la visione ribadita dagli organizzatori e dai protagonisti di Altafiumara, luogo che da anni unisce arte, cultura e identità, trasformandosi in laboratorio di esperienze capaci di parlare al mondo. «Quello che succede qui si diffonde sul territorio», ha ricordato Christian Zuin, richiamando alla responsabilità di costruire una destinazione Calabria capace di attrarre turismo, economia e cultura.

Il sacrificio è parte di questo percorso. «Chiediamo solo che venga divulgata la voce di un gruppo che ci crede davvero», ha spiegato Gaetano Bevacqua, presidente del Polo Culturale Altafiumara. È un impegno che va oltre la gestione di un grande complesso ricettivo: un atto d’amore verso la terra d’origine, una scelta di vita trasformata in progetto collettivo. Il vino calabrese diventa così simbolo di resistenza e speranza. I vignaioli indipendenti affrontano viticoltura eroica, pendii scoscesi, cambiamento climatico, fatica quotidiana. Da quella fatica nasce l’“oro liquido” capace di raccontare al mondo la Calabria più autentica.