lunedì,Maggio 13 2024

Reggio, la discarica di Ciccarello “guarita” dal degrado: miracolo o strategia?

Video sorveglianza, sanzioni e cassonetti nei comparti Questa la sola strategia per la rimuovere l’annosa discarica? Perché non si replica ad Arghillà e a Mortara?

Reggio, la discarica di Ciccarello “guarita” dal degrado: miracolo o strategia?

Adesso il doppio senso è stato pienamente ripristinato perchè quel tratto di asfalto è tornato all’originaria destinazione di manto stradale. Dunque di nuovo una strada, pulita e sicura, non un luogo degradato e degradante in cui depositare illecitamente rifiuti.

In uno dei quartieri maggiormente critici di Reggio Calabria, un luogo per anni ridotto a discarica a cielo aperto, è stato recuperato e restituito alla libera fruizione collettiva.

Siamo a Ciccarello, nella zona sud di Reggio Calabria, quartiere attenzionato dalle cronache, dove le criticità restano ancora tante. Ma una zona è stata “sanata”, sottratta all’abbandono e al degrado. La grande e annosa discarica abusiva, che arrivava a occupare oltre metà della strada, dunque una corsia di marcia, da qualche tempo è stata rimossa. Definitivamente rimossa. Questo è infatti il dato sul quale riflettere, dopo avere riconosciuto l’efficacia dell’azione evidentemente portata avanti.

Il “modello” Ciccarello?

La rimozione con raccolte straordinarie è atto che l’amministrazione comunale compie periodicamente, per esempio anche ad Arghillà, al rione Marconi, a Mortara, solo per fare degli esempi dei quartieri con maggiori criticità ambientali e igienico-sanitaria. Eppure lì le discariche si riformano subito dopo, con una puntualità disarmante.

E quando non è il Comune a raccogliere sono le fiamme dolose a incenerire e ad avvelenare l’ambiente. Come se quei siti, circondati da abitazioni e dunque da famiglie, fossero fuoriusciti dall’amministrazione della cosa pubblica per essere inglobati nella gestione di una “cosa altra”. Certamente una cosa tanto estranea alla legalità quanto inspiegabilmente esente da quei controlli capillari, congiunti e costanti che occorrerebbero.

Quanto accaduto a Ciccarello, dunque non si limita alla sola raccolta straordinaria ma ad un’azione evidentemente congiunta di forze dell’ordine, polizia locale e Comune capace di riportare nell’alveo della legalità, un’area sottratta alla comunità.

Telecamere e sanzioni, quindi. E anche i cassonetti posti all’interno dei condomini a Ciccarello. Anche qui insiste evidentemente un problema di censimento dei residenti e di pratica di raccolta differenziata con regolari mastelli.

Insomma una situazione che ha molti tratti in comune con il rione Marconi e con Arghillà, dove però le sanzioni si fanno attendere come anche la video sorveglianza. Pare che il programma di sicurezza che prevede un investimento ministeriale per video sorvegliare Arghillà ancora non sia stato realizzato.

Un’azione congiunta che non può privarsi di alcuna delle sue componenti. Le sole sanzioni, neppure costanti, non risolvono. Paolo Brunetti, adesso nella veste di assessore all’Ambiente, ha riconosciuto che a Mortara, nonostante siano state elevate decine di verbali, «è evidente, alla luce dei fatti, che questi controlli non bastano più».

Le telecamere per vigilare, da vigilare

Sulle telecamere già installate in altre zone e danneggiate, si è espresso anche il sindaco Giuseppe Falcomatà al suo rientro a palazzo San Giorgio. Ha evidenziato come le «stesse telecamere necessiterebbero di essere a loro volta sorvegliate. Dunque necessario intervenire sulla ricostruzione di un rapporto tra città e cittadinanza, assolutamente sfilacciato». Il che è condivisibil. Ma intanto? Non si può ritenere completamente inutile installarle.

Anche ammettendo che azioni siano in campo ad opera delle forze dell’ordine e che non tutto possa essere spiegato, almeno non nell’immediatezza, gli esiti dovrebbero venire in evidenza. Invece i risultati positivi ottenuti a Ciccarello altrove non si registrano.

La domanda, anzi le domande sono più che legittime. Dopo aver pulito, video sorvegliare e sanzionare (con regolarità e non una tantum) costituiscono le azioni al centro della strategia per riappropriarsi definitivamente di un’area? Se così fosse, perché tale strategia non si replica ad Arghillà, a Mortara, al rione Marconi?

E se anche non si voglia rispondere a noi, ciò che anche a noi interessa e che si diano risposte ai cittadini onesti e perbene costretti a vivere nel degrado, in zone di fatto ostaggio di comportamenti illegali. Le uniche risposte che attendono sono fatti che impattino finalmente sulla loro quotidianità, Fatti che ripristinino la sicurezza e garantiscano la salute, restituendo decoro al luogo in cui risiedono e, dunque, dignità alla loro vita.

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