Reggio, ad Arghillà ancora un’estate nella morsa dei rifiuti e dell’assenza di acqua – FOTO e VIDEO
L’abbandono illeciti di rifiuti e la carenza idrica tormentano ancora il travagliato quartiere nord della città dello Stretto. Il coordinamento di quartiere: «Nuovamente abbandonati in mezzo alla spazzatura e con rubinetti a secco»
Discariche a cielo aperto, cenere e assenza di acqua. Ecco una delle estati reggine che si vivono a Reggio Calabria. Siamo nel quartiere della periferia nord ad Arghillà. In uno scenario tutto intorno incenerito dagli incendi, i rifiuti crescono indisturbati con una vigilanza che resta solo annunciata come i provvedimenti per garantire l’acqua nelle case dove i rubinetti sono a secco.
Le montagne di rifiuti
«La raccolta nei comparti procede regolarmente ma per strada il nostro quartiere continua ad essere considerato una discarica in cui abbandonare ogni genere di rifiuto. Siamo sommersi dalla spazzatura di transumanza che viene prodotta fuori dal quartiere e qui impunemente depositata. Ciò avviene tanto nella zona accanto alla Piazzetta tanto salendo verso Modenelle in piazza Don Italo Calabrò. Dopo gli ultimi incontri non abbiamo avuto più alcun riscontro dall’amministrazione comunale. Siamo stati nuovamente abbandonati. Il rischio che vengano bruciati, vista la mole raggiunta, ci preoccupa molto visto che gli incendi, con queste temperature, sarebbero ancora più devastanti. Stamattina torneremo in prefettura per cercare soluzioni su questo e anche sul fronte dell’assenza di acqua». Questa la denuncia del coordinamento di quartiere per voce del presidente Giovanni Votano.
L’assenza di acqua
In occasione dell’assemblea pubblica ad Arghillà dello scorso 10 giugno erano stati annunciati interventi immediati sulle pompe che generavano disagi. Questa la soluzione individuata, visto che per la risoluzione definitiva del problema sono necessari dei nuovi pozzi, anche quelli promessi, per i quali è necessario più tempo. Era appunto il 10 giugno. Adesso in pieno luglio e con queste temperature e questo caldo eccezionale, i residenti in pieno giorno non dispongono di acqua. La pagina fb del coordinamento è subissata da post che raccontano gli innumerevoli disagi quotidiani e denunciano una vivibilità oggettivamente minacciata nei servizi essenziali nel quartiere.
C’è certamente un’annosa e nota questione di abusivismo degli allacci idrici, che anche richiederebbe controlli e sanzioni più stringenti, ma resta il dato già noi registrato già due estati fa. È il serbatoio Alfieri, alimentato da due pozzi situati a San Cono e a Pettogallico, a servire con tre condotte Arghillà, Villa San Giuseppe e Rosalì alta. Costruito oltre trent’anni fa, con una capienza di circa 1000 metri cubi di acqua oggi, con il quartiere di Arghillà che conta seimila abitanti invece dei duemila iniziali, non è più adeguato.
Da anni ancora soluzioni tampone
«Siamo esasperati. Come possiamo stare senza acqua soprattutto in questo periodo dell’anno? Le persone, quando ne hanno la possibilità, devono spostarsi altrove anche per farsi una doccia o devono arrangiarsi con bottiglie e bidoni riempiti nelle fontanelle anche di zone limitrofe. Ci sono bambini anche molto piccoli con esigenze peculiari e persone che vorrebbero legittimamente andare a mare, salvo poi dover tornare e non potersi neppure fare una doccia», denunciano i residenti.
«Non abbiamo avuto più notizie circa gli interventi annunciati dal Comune qui in piazza a giugno. Sappiamo solo in quali condizioni siamo costretti a vivere adesso. A distanza di due anni, e ormai ad estate già inoltrata, torna soltanto una soluzione tampone che la scorsa estate aveva contribuito a mitigare la carenza: l’alternanza delle manovre di afflusso di acqua, tra mattina e pomeriggio tra Arghillà Nord ed Arghillà Sud. Ci dispiace arrecare disagi ad altri per mitigare i nostri ma non è tollerabile restare senz’acqua. Fino alla risoluzione definitiva con i nuovi pozzi per i quali ci vorranno mesi, bisogna dividere quella che c’è». Così ha spiegato Giovanni Votano, presidente del coordinamento di quartiere di Arghillà.
Degrado e cenere
Le fiamme degli ultimi giorni non hanno risparmiato la vegetazione incolta che circonda il quartiere. Così in mezzo ai rifiuti e senza acqua, il degrado in cui il quartiere versa consta anche della terra annerita da vegetazione e ciò che resta di alberi ridotti in cenere.
Non solo Arghillà
Una morsa che non risparmia anche gli altri quartieri critici come il Rione Marconi dove i rifiuti tornano ad essere abbandonati per strada, nonostante le raccolte straordinarie. Lo stesso dramma, aggravato anche da abitazioni non servite dall’acqua, attanaglia pure le zone di Mortara e San Gregorio, anch’esse vere e proprie discariche a cielo aperto abbandonate a loro stesse. Insomma, in riva allo Stretto l’estate reggina ha tanti volti, anche quelli di tanti residenti indignati e preoccupati, specie in questo frangente letteralmente di fuoco.
- Tags
- arghillà