In un momento storico complesso, in cui l’Europa è chiamata a giocare un ruolo decisivo nello scenario geopolitico mondiale, l’europarlamentare Giusi Princi, già vicepresidente della Regione Calabria, traccia un bilancio del suo primo anno al Parlamento europeo. Dalla cooperazione internazionale alla valorizzazione del Mezzogiorno, fino ai progetti per giovani, scuola e cultura, Princi racconta il suo impegno per costruire un’Europa più vicina ai territori e ai cittadini, con la Calabria al centro di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e identitario.

Onorevole Princi, quanto è importante oggi il ruolo dell’Europa in un contesto mondiale che sembra in ebollizione?
«Nell’attuale contesto geopolitico internazionale, l’Europa assume il ruolo di attore di primaria importanza in grado di rappresentare un punto di equilibrio per promuovere il dialogo, la cooperazione e la stabilità. Di fronte a sfide come la guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente, la competizione tra grandi potenze e le conseguenze delle crisi economiche e sanitarie, l’Europa è chiamata a mostrarsi, ora più che mai, unita, forte e determinata. E la sua forza non risiede solo nella dimensione economica o politica, ma soprattutto nella capacità di difendere e promuovere valori quali la democrazia, la pace e la solidarietà. Pertanto, in un mondo che sembra in ebollizione, l’Unione Europea assume il ruolo di guida, un punto di riferimento saldo che promuove nuove forme di equilibrio e di speranza, costruendo ponti invece di muri e ricordando che la cooperazione resta la via più solida per affrontare le sfide di carattere globale».

Qual è il bilancio del suo primo anno al Parlamento europeo?
«Sicuramente posso tracciare un bilancio molto positivo del mio primo anno al Parlamento europeo. Questa esperienza mi sta offrendo l’opportunità concreta di portare nel cuore dell’Europa la voce di una Calabria attiva, consapevole e desiderosa di contribuire alla crescita dell’intera Unione. Il mio obiettivo non è solo rappresentare un territorio, ma valorizzarne le potenzialità, le competenze e la straordinaria voglia di innovare che i calabresi dimostrano ogni giorno. La mia presenza costante e attiva in Parlamento mi consente di dare attenzione e visibilità a tematiche cruciali per il Sud e per la Calabria, affrontando questioni che riguardano da vicino il futuro dei nostri territori: coesione, infrastrutture, formazione e politiche giovanili».

E da punto di vista politico?
«Un altro aspetto fondamentale del mio lavoro è il dialogo costruttivo e la cooperazione tra i diversi gruppi politici, che considero essenziali per ottenere risultati concreti. Credo profondamente nel valore della collaborazione istituzionale, al di là delle appartenenze, perché solo unendo le forze e creando sinergie si possono offrire risposte efficaci ai cittadini e costruire un’Europa più vicina ai territori. Per questo motivo, ho voluto attivare nuovi strumenti di comunicazione e partecipazione per avvicinare i cittadini calabresi all’Unione europea e alle sue opportunità. Tra questi, il progetto “Europa a Casa”, che ogni mese informa sulle opportunità offerte dai finanziamenti e dai bandi europei. Attraverso questo servizio gratuito, aiuto cittadini, associazioni, enti locali e imprese a individuare i fondi comunitari e a trasformarli in progetti concreti. L’iniziativa sta riscuotendo grande interesse, perché permette di diffondere la conoscenza delle istituzioni europee e di renderle più accessibili e comprensibili. Sono convinta che ci si avvicini davvero all’Europa solo quando la si conosce e se ne comprendono funzioni e opportunità. Accanto a questo, ho ideato il format “Europa in Classe”, un progetto di educazione civica europea che, ogni settimana, avvicina studenti e nuove generazioni a ciò che l’Unione rappresenta, attraverso vere e proprie “pillole europee”: brevi lezioni pensate per spiegare in modo semplice il funzionamento delle istituzioni europee, gli strumenti che offrono e il ruolo attivo che i giovani possono avere. Questo primo anno di legislatura è stato particolarmente gratificante, soprattutto per il crescente entusiasmo dei ragazzi, che mi seguono e mostrano con convinzione la volontà di avvicinarsi all’Europa, di sentirsi parte attiva di una grande comunità e di credere in un futuro fondato su partecipazione, conoscenza e opportunità. Questo, per me, è il risultato più bello: vedere la Calabria e il Sud aprirsi all’Europa non come spettatori, ma come protagonisti consapevoli di un progetto comune di crescita, speranza e sviluppo».

Quanto pesa oggi il Mezzogiorno, e in particolare la Calabria, nel contesto politico europeo?
«Il Mezzogiorno e, in particolare, la Calabria, occupano una posizione di grande rilevanza e hanno un peso determinante nel contesto politico europeo. Il Mediterraneo, per la sua posizione strategica, rappresenta un crocevia fondamentale non solo per gli scambi commerciali, ma anche per le dinamiche politiche, energetiche e culturali dell’intera Unione. Il Sud Italia, quindi, non può che essere considerato come un’area strategica per la crescita e la forza dell’Europa. Se cresce il Sud, cresce l’Italia, e l’Italia diventa più autorevole in Europa. Il Mezzogiorno può essere infatti un motore di rilancio in molti settori: dal turismo all’agricoltura, grazie alla presenza di un territorio fertile e ricco di biodiversità; passando per le energie rinnovabili, date le grandi potenzialità nel settore eolico e solare, fino ad arrivare all’ambito che mi sta più a cuore, quello della cultura, dell’istruzione e della ricerca, grazie alla presenza di scuole, università e centri di innovazione di alto livello. In questo modo, il Mezzogiorno può, senza alcun dubbio, diventare un laboratorio di sviluppo sostenibile e innovazione, capace di rispondere ai cambiamenti del mercato del lavoro per guidare lo sviluppo tecnologico e culturale. Investire nel Sud significa investire nel futuro dell’Europa».

Quali risultati crede di essere riuscita ad ottenere, in  questa prima parte del suo mandato, soprattutto per la Calabria?
«Negli ultimi mesi ho sentito forte l’esigenza di contribuire a cambiare la narrazione della Calabria. Troppe volte la nostra terra è stata raccontata solo attraverso le sue difficoltà: io ho voluto mostrare anche l’altra faccia, quella di una regione ricca di risorse, talento, innovazione e voglia di riscatto. Portare in Europa questa immagine diversa è stato uno dei risultati più significativi di questo percorso: un modo per far conoscere una Calabria concreta, operosa e determinata, capace di farsi ascoltare e di rivendicare con dignità il proprio ruolo. Questo impegno si è tradotto in un lavoro concreto, fatto di incontri, relazioni e progetti che hanno aperto nuove prospettive per la Calabria anche oltre i confini europei. Tra i risultati più significativi c’è il rafforzamento dei legami con l’Asia Centrale: come Presidente della Delegazione per le relazioni con l’Asia Centrale (DCAS), ho promosso una collaborazione strategica con il Kazakistan.

Da questo dialogo è nato un partenariato tra l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e la Narxoz University di Almaty: un progetto di grande respiro, che prevede attività di ricerca condivisa, programmi di mobilità studentesca, scambi di docenti e percorsi di formazione congiunti. È un investimento culturale che rafforza la reputazione del nostro Ateneo e apre ai giovani calabresi opportunità internazionali, in un orizzonte non solo europeo, ma globale. Perché, dal primo giorno, ho voluto che il mio impegno in Europa restasse saldamente ancorato ai bisogni del territorio. Per questo mi sono concentrata su temi capaci di generare un impatto concreto sulla vita delle persone. Un primo passo è stato il lavoro sul modello europeo dello sport, dove ho fatto approvare emendamenti dedicati all’edilizia sportiva. Credo molto nello sport come strumento di crescita e inclusione: per questo ho voluto favorire la nascita di impianti moderni e accessibili, soprattutto nelle aree più svantaggiate, restituendogli quel ruolo educativo e sociale che appartiene alla sua natura. Accanto a questo, ho lavorato per rafforzare le politiche europee di coesione, con l’obiettivo di accompagnare la transizione ecologica e digitale senza lasciare indietro nessuno. Le grandi trasformazioni che l’Europa sta affrontando devono mettere al centro le persone, la formazione e le competenze. La crescita non può essere solo tecnologica o infrastrutturale, ma deve offrire a ogni comunità la possibilità di costruire il proprio futuro in modo sostenibile e giusto. Un altro ambito a cui ho dedicato particolare attenzione è quello della disabilità. Ho seguito da vicino la nuova Strategia europea post 2024, lavorando per mettere al centro il tema dell’inclusione, con un’attenzione speciale alle donne con disabilità. In questo percorso ho coinvolto il Garante per la Disabilità della Regione Calabria, proprio per dare voce ai territori e portare in Europa le esperienze e le esigenze concrete delle persone che vivono ogni giorno queste realtà. perché le politiche europee hanno senso solo se riescono a tradursi in cambiamenti reali nella vita quotidiana dei cittadini. Ed è proprio con questo spirito che ho continuato a guardare al mio territorio, seguendo da vicino i progetti nati negli anni precedenti. Durante il mio mandato da Vicepresidente avevo promosso interventi mirati a migliorare i servizi e la qualità dell’offerta formativa, molti dei quali oggi sono realtà: dal progetto pilota dello psicologo di base nelle scuole, al primo polo territoriale SNA a Reggio Calabria, fino a “Recapp Calabria”, dedicato al recupero degli apprendimenti in italiano e matematica. Sono risultati concreti, nati da bisogni reali, che testimoniano la continuità di un impegno quotidiano per la crescita e il benessere delle persone.

Tutti questi risultati, diversi ma complementari, rispondono a una visione comune: quella di una Calabria protagonista del proprio futuro, capace di dialogare da pari con l’Europa e di contribuire alla costruzione di una comunità più coesa e solidale. Una Calabria che non si limita a chiedere, ma propone idee, costruisce relazioni e investe su cultura, formazione e cooperazione internazionale come strumenti di sviluppo sostenibile.

L’obiettivo ora è continuare su questa strada, rafforzando il legame tra le istituzioni europee e il territorio, perché ogni giovane, ogni impresa e ogni comunità possano sentirsi parte di un progetto comune di crescita, fiducia e speranza».

Lei punta molto su cultura e istruzione. Noi, come gruppo editoriale, insistiamo su questi temi: quali sono i suoi obiettivi per dare più forza alle politiche culturali nella nostra regione?
«La nostra Regione non ha bisogno di presentazioni: è una terra straordinaria, ricca di storia, cultura e identità. Culla di un patrimonio che affonda le sue radici nelle antiche colonie greche e che oggi si manifesta attraverso la triplice eredità artistica, archeologica e linguistica. Questo inestimabile patrimonio mi ha portato a credere che investire nella cultura e nell’istruzione significhi investire nel futuro della Calabria, perché è da lì che nasce la consapevolezza delle proprie radici. Cultura e istruzione possono diventare il vero motore della nuova economia calabrese, capace di creare opportunità, rafforzare il senso di appartenenza e rendere la regione più aperta al confronto e al dialogo sempre più intenso con l’Europa.

Intendo proseguire su questa strada, promuovendo progetti che uniscano formazione, cultura e sviluppo locale, con un’attenzione particolare alla valorizzazione delle aree interne e delle minoranze linguistiche, come quella grecanica. Per questo, ho promosso il conferimento della cittadinanza onoraria, da parte del Comune di Bova, all’amica europarlamentare greca Eleonora Meleti, un gesto che ha rafforzato i legami tra i due territori. Non è stata soltanto una cerimonia, ma un atto simbolico di grande valore, pensato per promuovere legami culturali, linguistici e istituzionali tra due popoli uniti da una storia millenaria e da identità comuni.

Un’altra iniziativa regionale che avevo avviato e sto continuando a seguire, poiché ritengo che la cultura debba essere centrale, è l’istituzione di Parchi culturali dedicati ai grandi scrittori e poeti calabresi, come Corrado Alvaro. Nel mio percorso, prima da docente e poi da dirigente scolastico, ho maturato la convinzione che cultura e istruzione siano pilastri fondamentali, e per questo voglio continuare a portare avanti questa proposta, che rappresenta per me un ponte tra generazioni. Non dobbiamo sottovalutare il valore di questi luoghi, veri motori di sviluppo per i territori e le aree interne, linfa vitale per il nostro turismo culturale. Dietro ai grandi poeti e alle loro opere c’è una storia che nutre l’economia locale, rafforza il tessuto culturale e promuove una coscienza civica più profonda di quanto si immagini. Considero la cultura un volano di crescita economica, sociale e identitaria: la chiave giusta per costruire il futuro della Calabria e delle nuove generazioni.

Infine, desidero ringraziare e complimentarmi con il gruppo editoriale LaC per l’eccellente lavoro svolto e per il ruolo centrale che ricopre nel diffondere e costruire un’infrastruttura culturale alla base della democrazia e dello sviluppo sociale ed economico della nostra terra. Un grazie sincero anche per rappresentare una stampa libera, che non insegue il sensazionalismo ma sceglie di andare oltre la cronaca, puntando su ciò che davvero può accendere le menti e le coscienze».