«Continuano a telefonare e mi chiedono con insistenza di candidarmi. Ma io sono abituato a decidere, non faccio accordi al ribasso”. Nicola Gratteri è a Nicotera in una piazza simbolo: dove anni fa un elicottero si levò in volo per celebrare il matrimonio di un giovane legato a una famiglia vicina ai clan, oggi si parla di legalità. E anche (un po’) di politica, visto che non si contano più i tentativi di tirare dalla giacchetta il (“felice”, come ripete sempre) procuratore di Napoli nella contesa che porterà la Calabria alle Regionali. Nell’incontro organizzato dall’associazione Dopo le 22 e moderato dalla giornalista di LaC News24 Alessia Truzzolillo, il magistrato conferma (come già fatto implicitamente in una recente intervista di Antonella Grippo a Sapri) e fa un passo in più: spiega perché non può assecondare le richieste “che arrivano da personalità di alto livello”: “Nel mio lavoro non posso permettermi il lusso di rinviare la decisione per la preoccupazione che qualcuno possa dispiacersi. Non posso stare a mediare, accondiscendere a una politica spesso fatta in Calabria: la politica dell’annacamento, cioè muoversi un po’ di qua, un po’ di là senza fare poi nulla nella sostanza. Io sono un decisionista, la politica dell’annacamento non mi appartiene».

I “consigli” di Gratteri al prossimo governatore

Detto ciò, con buona pace di pontieri e tentatori, l’ex procuratore di Catanzaro consiglia al futuro governatore «di ascoltare tutti e non vergognarsi di agire per fare ciò che serve ai calabresi».

Poi, davanti ai microfoni di LaC, amplia il concetto: “Al prossimo presidente consiglio di scegliere gente che ha dimostrato nella vita di aver fatto qualcosa e di stare attento a non farsi attorniare da maggiordomi e lacchè”. La politica in Calabria deve “cercare di creare infrastrutture per aiutare le aziende, le industrie, chi fa turismo”. Riguardo al turismo, Gratteri sostiene la necessità di “creare una rete per il turismo. Abbiamo bellezze paesaggistiche mozzafiato e splendidi monumenti, però non siamo attrezzati, non siamo in rete, siamo fuori dai circuiti internazionali e quindi il nostro turismo non sta decollando. Poi serve più attenzione ai paesi interni che si stanno spopolando, maggiore rispetto per la cultura della regione e per la gente che ha a cuore la bellezza della Calabria”.

Quando Rinascita Scott rischiò di saltare

La gente di Nicotera, accorsa in piazza dopo un nubifragio di mezza estate, ha un legame speciale con il procuratore. Sentimento ricambiato: «La provincia di Vibo Valentia è stata per decenni dimenticata e abbandonata, dominata dalla ’ndrangheta. Quando sono arrivato alla Dda di Catanzaro mi sono reso conto che c’erano aree trascurate con una ’ndrangheta di serie A e c’era uno spezzatino di indagini. Ho spostato gente che stava da 30 anni nello stesso posto ed era assuefatta se non connivente con i clan, ho fatto la questua ogni settimana a Roma per migliorare la qualità investigativa degli uffici. E poi abbiamo riunito i processi polverizzati: così abbiamo creato Rinascita Scott». E Rinascita Scott, la maxi operazione che ha colpito duramente le cosche del Vibonese, ha rischiato di saltare: «La ndrangheta sapeva che doveva scattare la notte del 20. Solitamente in questi casi si rinvia, ma al termine di due ore drammatiche di riunione ho fatto passare l’idea folle di anticipare il blitz di 24 ore”. Una forzatura con un passaggio operativo necessario: “Uno dei boss viaggiava in treno da Milano, dissi ai carabinieri: ‘fate il viaggio con lui e scendete alla penultima fermata, poi lo portate in caserma’. Hanno ceduto e l’operazione è riuscita».

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