La situazione politica di Polistena, all’indomani delle elezioni regionali che non hanno espresso alcun rappresentante locale, è tornata al centro del dibattito pubblico. Con l’avvicinarsi delle amministrative, diversi esponenti politici della Piana analizzano le prospettive dell’importante centro reggino.

Tra gli interventi più significativi c’è quello del professore Giovanni Laruffa, già sindaco di Polistena, figura storica dell’ex PCI e oggi presidente del circolo cittadino del Partito Democratico.

Laruffa, che ama definirsi «giovane-vecchio», richiama la stagione in cui, al di là delle appartenenze politiche, la classe dirigente locale lavorava per «migliorare le condizioni delle classi meno abbienti, puntare alla crescita sociale ed economica collettiva, garantire trasparenza e legalità, combattere la ’ndrangheta, promuovere partecipazione e associazionismo e sostenere le battaglie per il lavoro».

Un modello – sottolinea – che aveva prodotto risultati concreti, contribuendo a far crescere Polistena «in un contesto di grande rispetto da parte dei paesi vicini» e con un forte coinvolgimento della popolazione.

Oggi, però, il suo giudizio è netto: «Tutto si è fermato», afferma Laruffa, descrivendo una fase di stallo che richiede un cambio di passo. Per questo lancia una proposta precisa: superare «l’attuale conduzione monocratica della cosa pubblica» e restituire alla comunità «serenità, correttezza e trasparenza nella gestione amministrativa», come più volte evidenziato anche dai consiglieri di minoranza.

Secondo Laruffa, il Partito Democratico starebbe già lavorando a un progetto di rilancio che guardi alla «Polistena del futuro», puntando sul commercio, sui servizi e sulla cultura.

Tra le priorità indicate: arginare l’esodo delle giovani generazioni, sostenere famiglie e persone con disabilità, riaffermare il ruolo della città come baluardo nella lotta alla ’ndrangheta, difendere e potenziare l’ospedale e l’intero comparto sanitario, recuperare prestigio e protagonismo a livello regionale.

«C’è bisogno della massima unità – afferma – e di soluzioni condivise per realizzare un vero cambiamento e un rinnovamento della classe dirigente», chiamata a immaginare una città «democratica e proiettata verso il futuro».

Un punto di svolta, dunque, secondo Laruffa: «La nostra gente ci osserva con speranza, e noi abbiamo il dovere di non deluderla».