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«Il 30 aprile 1982 vennero uccisi dalla mafia, a Palermo, Pio La Torre e il suo autista Rosario Di Salvo. Pio La Torre era il segretario regionale del Partito comunista italiano. Sulla base di una proposta da lui presentata venne promulgata la legge 13 settembre 1982, n.646 (detta “Rognoni/La Torre”), che introdusse nel codice penale l’art. 416- bis, il quale prevedeva per la prima volta nell’ordinamento italiano il reato di “associazione di tipo mafioso” e la confisca dei patrimoni di provenienza illecita». Così in una nota il movimento politico reggino “Reggionontace”.
«Questi, in estrema sintesi, i fatti nell’anniversario della triste ricorrenza. Non bisogna dimenticare l’intuizione di Pio La Torre: “Se vuoi sapere la verità, devi seguire i soldi”. Anche a nostro parere per tutti i soldi stanziati e non spesi al sud; soldi, appunto, che “tornano indietro”. Non crediamo alle casualità, al destino cinico e baro, alle cose senza significato; crediamo invece che ci sono sempre state e ci sono volontà che determinano che le cose vadano per come sono andate e continuano, purtroppo, ad andare. E’ evidente che a qualcuno (o a molti) fa comodo così. Dunque seguiamo i soldi: sempre».
«Un appello – in rispetto a Pio La Torre – anche al mondo dell’informazione (nel recente passato definito quarto potere) affinchè non si limiti a comunicare solo la notizia “perso il finanziamento”, ma ci informi sul perchè, dove e a chi quei soldi stanziati vanno a finire. Siamo coscienti che questo appello deve riguardare tutti, dagli organi deputati a perseguire la giustizia fino a noi, società civile, affinchè non rendiamo vana l’intuizione di Pio La Torre e lo spirito del dettato legislativo» conclude il movimento politico reggino.

