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Un importante momento per discutere, in maniera approfondita, di un tema che toccherà la vita di tutti, dalla sanità alla scuola, dall’agricoltura alla cultura, passando per infrastrutture e politiche del lavoro. A Siderno amministratori locali e sindacati si sono confrontati sul tema dell’autonomia differenziata. All’incontro, oltre ai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil ha partecipato in collegamento anche il direttore dello Svimez Luca Bianchi. «La riforma dell’autonomia differenziata – ha detto – è in netto contrasto con l’impostazione del Pnrr e rischia di cristallizzare il divario tra Regioni del Nord e Centro-Sud. Dicono che farà correre il Paese? Non saremo noi del Mezzogiorno a trainarlo. Per noi sarà la pietra tombale rispetto alle aspettative di avere diritti uguali in tutta Italia».
Scettico anche il segretario regionale della Cgil Angelo Sposato: «Occorre contrastare questo disegno di legge sull’autonomia differenziata di dubbia solidità costituzionale che divide il Paese, aumentando divari e povertà – ha evidenziato il sindacalista – Il Sud deve proporre una nuova idea di regionalismo e fare le riforme necessarie per creare sviluppo e lavoro, per i diritti civili, sociali e universali». Dello stesso avviso anche il leader calabrese della Cisl: «Per evitare gli errori del passato, una riforma così importante va progettata e attuata con il pieno coinvolgimento del Parlamento, del sistema delle autonomie locali e coinvolgendo le parti sociali – ha osservato – Serve superare il criterio della spesa storica per garantire livelli essenziali delle prestazioni uguali per tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale, rafforzare l’unità e la coesione nazionale ed assicurare adeguate forme di perequazione per i territori con minore capacità fiscale; Per queste ragioni, come Cisl, sosteniamo un iter legislativo parlamentare partecipato in un clima di concertazione e di dialogo con le parti sociali».
Per il segretario regionale della Uil Santo Biondo «La perequazione che noi vogliamo non è quella che ha in testa il ministro Calderoli – ha detto – Adesso è il momento della coesione nazionale e questo progetto certamente non aiuta l’unità nazionale e la possibilità che all’interno di un rilancio del Paese si guardi con solidarietà e attenzione al Mezzogiorno». Tutti concordi nel sostenere che le scelte che si prospettano all’orizzonte rischiano di andare a incidere ancora di più nel solco della disuguaglianza tra le varie aree del Paese, colpendo, in particolar modo, quelle zone che storicamente hanno più dato in termini di risorse e meno ricevuto in termini di servizi e di sviluppo.
«Serve una grande mobilitazione per bloccare il ddl Calderoli – è il pensiero del primo cittadino di Siderno Mariateresa Fragomeni – la cui approvazione porterebbe a gravi penalizzazioni per le aree sottosviluppate del Paese, a partire dal Mezzogiorno. Combattiamo le disuguaglianze, per una società più equa e giusta».

