«Se non saranno prese in considerazione le nostre proposte, passeremo alla protesta». Non usa mezzi termini il capogruppo di minoranza di Locri Eliseo Sorbara, tra i promotori del documento presentato a margine dell’incontro pubblico di giovedì scorso per discutere delle criticità dell’ospedale di Locri. Il documento, redatto dal presidente del tribunale del malato Pino Mammoliti e dall’altro capogruppo dell’opposizione locrese Raffaele Sainato, è stato inviato anche al ministro della Salute Orazio Schillaci.

«Premesso che con atto aziendale vigente dal 2017 venivano autorizzati 246 posti letto dell’Ospedale di Locri – si legge nel documento – oggi risultano occupati meno del 65% dei posti letto per insufficiente personale medico e paramedico». Gli scriventi a fronte delle molteplici difficoltà che vanno dal Pronto Soccorso sino alla Rianimazione, comprendendo tutti i reparti nessuno escluso, propongono al direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia di Furia e al governatore Roberto Occhiuto le seguenti soluzioni:

«Per rendere attrattiva l’Asp di Reggio Calabria partendo dall’Ospedale di Locri, superando l’alibi del disinteresse dei medici nei confronti di questa area territoriale, è necessario conferire a tutti i Dirigenti Medici gli incarichi per come previsto da C.C.N. del Lavoro della Dirigenza Medica. Tale riconoscimento giuridico-professionale mette in condizione i professionisti di sentire appagato l’impegno professionale».

«Alle attuali carenze di personale – osservano Mammoliti, Sorbara e Sainato – entro il 2030 si registrerà un’ulteriore diminuzione di professionisti, riguardante prevalentemente altre figure di medici specialisti, di infermieri oltre alla carenza di operatori dell’area assistenziale e tecnica. Emergono tre macro-fattori che concorreranno alla carenza di personale sanitario e alla diminuzione del numero di lavoratori: La previsione di un numero molto elevato di uscite dal Servizio sanitario per quiescenza e dimissioni precoci dal lavoro; L’aumento di richiesta di prestazioni sanitarie legato al progressivo invecchiamento della popolazione; L’espansione delle patologie croniche e il conseguente aumento delle aspettative dei pazienti nei confronti del SSN. Per il personale medico si può cogliere come tale effetto risulti anticipato rispetto al personale infermieristico, con una stima prevedibile nel corso del prossimo anno».

La criticità relativa alla carenza di personale secondo i firmatari del documento «è influenzata anche dal numero elevato di dimissioni inattese, vale a dire le uscite dei professionisti dal sistema sanitario pubblico prima di aver maturato l’età contributiva o anagrafica per la quiescenza. Servono azioni tese a prevenire e superare tali carenze, con l’obiettivo di attenuare gli effetti di questa crisi del personale sanitario e assistenziale, perseguendo politiche per rafforzare il sistema sanitario regionale, rendendolo più resiliente alle crisi future. A tale scopo si propone di predisporre un Piano Regionale di contrasto alla carenza di personale del Servizio sanitario regionale della Calabria di durata quinquennale, che descriva azioni trasversali e azioni su profili specifici che si intenda perseguire per affrontare e vincere la sfida legata alla insufficienza di personale sanitario e assistenziale».

«Il Piano dovrà essere oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali e professionali interessate, anche al fine di acquisire suggerimenti e indicazioni applicative». Ribadendo l’assoluta necessità di garantire la medicina territoriale e di prossimità così come annunciato più volte dalla manager aziendale al fine di tutelare la salute di anziani e disabili, appare altresì indispensabile la presenza del medico sulle autoambulanze e il coinvolgimento delle associazioni di volontariato per sostenere le azioni di assistenza tecnica ai pazienti nei vari reparti».

«Tenuto conto che la Di Furia ha dichiarato pubblicamente di aver stanziato 1.900.000 euro per l’acquisto di apparecchiature mediche al fine di garantire prestazioni specialistiche all’interno dei vari reparti dell’Ospedale di Locri, risulta, purtroppo, che ci sono reparti dove persiste una carenza di strumenti e apparecchiature quali: per l’Urologia un laser, in Fisiatria e Riabilitazione tecar, ultrasuoni, magnetoterapia, laser e diverse strumentazioni in altri reparti quali Oculistica, Otorino, oltre mancanza di presidi, dispositivi e di diversi farmaci in tutti i reparti».

«Appare inoltre indispensabile dare seguito alla realizzazione progettuale relativa ai locali per l’installazione di una nuova Tac, oltre alla dotazione al reparto di Cardiologia della sala di Cardio stimolazione per come previsto dal DCA di Occhiuto del Marzo 2024, cosi come è necessario mettere in sicurezza l’intero nosocomio dal punto di vista strutturale, impiantistico e igienico-sanitario».
I sottoscrittori del documento dichiarano di essere disponibili ad un confronto di verifica su quanto proposto e alla costituzione di un osservatorio permanente sulla Sanità della Locride, rappresentativo di tutte le sensibilità del territorio, che si riunirà mensilmente confrontandosi con la manager aziendale, in presenza o in modalità telematica, individuando, sin da subito, quale luogo di riunione la sala consiliare del Comune di Locri.