«In 22 anni di convivenza con una disabilità gravissima (Autismo di livello 3 con necessità di supporto elevato), non ho mai postato una foto di mia figlia, nonostante le ingiustizie e le discriminazioni subite in tutti i campi. Ho sempre creduto che il particolare non debba mai superare il generale.

Oggi voglio condividere un momento che rappresenta un cambiamento importante. Nell’ospedale di Locri è successo qualcosa di unico, che molti non potranno mai capire appieno. Grazie alla professionalità e alla sinergia tra l’unità di Odontostomatologia, diretta dal dottore Ugo Passafaro, e il dipartimento di Anestesia e Rianimazione, con l’equipe tutta con preparazione della dottoressa Vanessa Amaduri e dottore Maria Teresa Archinà, è stato possibile evitare di dover trasferire mia figlia fuori regione, a Crotone o Cosenza, per un intervento complesso. Questo è un esempio concreto – racconta Vito Crea, presidente dell’associazione Adda – di come i nostri professionisti e i nostri ospedali possano offrire servizi di alta qualità, dimostrando che non hanno niente da invidiare a nessuno.

Questo episodio rappresenta un segnale di cambiamento in atto, un passo avanti verso un sistema sanitario più inclusivo e attento alle esigenze delle persone con disabilità. La speranza è che iniziative come questa possano diventare la norma, e che il progetto Dama (Disabled Advanced Medical Assistance) possa contribuire a costruire un percorso che garantisca diritti e servizi dignitosi a tutti, senza barriere o discriminazioni.

Il progetto Dama è stato ideato presso la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo con l’obiettivo di facilitare il percorso sanitario dei pazienti portatori di handicap grave. Si lavora per offrire una corsia preferenziale dedicata alle persone con gravi disabilità, garantendo loro un accesso più rapido e agevole ai servizi sanitari. È stato istituito anche un punto di accoglienza per familiari o accompagnatori, per rendere l’esperienza più confortevole.

Inoltre, grazie a un decreto congiunto tra il Ministero della Disabilità e il Ministero della Salute, è stato istituito un gruppo di lavoro dedicato a sviluppare e promuovere l’estensione del progetto Dama in tutta Italia. L’obiettivo è creare percorsi differenziati e dedicati agli assistiti con handicap grave o gravissimo, migliorando l’accesso alle cure e la qualità dell’assistenza sanitaria per questa categoria di pazienti.

La proposta
Sono certo che la Direzione Generale dell’Asp di Reggio Calabria, sotto la guida attenta della Direttrice Generale dottoressa Di Furia stia lavorando per sviluppare ulteriormente il progetto Dama, affinché possa migliorare i servizi per le disabilità complesse cosi come avvenuto per il servizio innovativo in tutta l’Asp del servizio di prelievo a domicilio per disabili e  anziani non autosufficienti. È fondamentale continuare su questa strada, ascoltando le esigenze delle famiglie e valorizzando il ruolo dei professionisti, affinché tutti possano avere accesso a cure e supporto di qualità, ovunque si trovino.

Tanto dovevo per onestà intellettuale in quanto sparare a distruggere e a mettere in evidenza le negatività della Sanità Reggina è facile perché come ripeto sempre non dobbiamo mai dimenticare chi eravamo, chi siamo e chi saremo». Così conclude Vito Crea, presidente dell’associazione Adda.