sabato,Aprile 20 2024

“25 aprile” a Reggio, i semi di memoria della Resistenza

Una Festa della Liberazione che arricchisce la città di importanti tracce per non dimenticare

“25 aprile” a Reggio, i semi di memoria della Resistenza

Di Anna Foti – Vibra la nostra storia di riscatto dall’oppressione nelle parole di chi quella storia l’ha vissuta e ancora oggi instancabilmente la testimonia. Aldo Chiantella, il partigiano Fieramosca, di Reggio Calabria è tra questi. Combattente della Resistenza italiana, egli fu tra coloro che, come tante donne del Sud, contribuirono a restituire alla Libertà la consistenza di un’esistenza senza padroni e dunque ‘liberata’ dagli oppressori.

«Penso sia un dovere di ogni cittadino italiano essere qui oggi con la memoria e un pensiero di gratitudine verso coloro che hanno lasciato la vita sulle montagne, come avvenuto in Friuli dove anche io ho combattuto per 16 mesi, cercando di fare il mio dovere di cittadino, a difesa della Libertà e della Giustizia». Aldo Chiantella continua a testimoniare e a ricordare anche se quella memoria fa male perché è segnata dal rimorso di avere anche lui dovuto affondare il ferro e le mani nel sangue, ponendo fine alla vita di un giovane tedesco, sconosciuto e innocente che gli «era fratello e che ogni notte chiede il perché ma quale risposta», scrive nella poesia che ha declamato “Nella sagra del sangue“.

Quella storia vibra  ancora nei ricordi degli avvenimenti che precedettero l’aprile 1945 quando la resa dell’esercito nazifascista e la liberazione dell’Italia furono il preludio della Democrazia e della Repubblica, dopo la guerra e l’occupazione e oltre venti anni di dittatura.

Luoghi e segni per ricordare

Si rinnova anche in Calabria l’appuntamento con la memoria della Resistenza in occasione del 25 aprile celebrato in tutto il Paese dall’Anpi, associazione nazionale Partigiani d’Italia, che a Reggio ha promosso di concerto con la Città Metropolitana, il Comune capoluogo e altre associazioni, una serie di iniziative. La prima a piazza Castello con l’inaugurazione della panchina lettera dedicata ad Antonio Gramsci e alla sua immancabile citazione: “Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano”.

«L’Anpi  Reggio Calabria con l’Anpi Nazionale è ogni giorno impegnata nella promozione dei valori contenuti nella nostra Costituzione, valori che in  giornate come questa risplendono nella memoria di quei giovani che hanno lottato per la nostra libertà, affinché quella Costituzione potesse essere scritta», ha spiegato Antonio Casile, presidente comitato territoriale Anpi Reggio Calabria.

Le donne nella Resistenza

Ricordato anche il contributo delle donne alla resistenza con un’istallazione sulla panchina rossa dedicata alla lotta alla violenza di genere. Un contributo reso non solo in battaglia ma anche attraverso il supporto ai reduci e alle famiglie duramente colpite dalla guerra, come sta emergendo dall’archivio dell’Unione donne Italiane reggina.

«Abbiamo trovato un documento prezioso durante la nostra attività di riordino dell’archivio che, dopo l’individuazione di un luogo in cui allestirlo, speriamo possa diventare un centro documentazione Donna di cui la cittadinanza possa fruire. Esso testimonia come nel dicembre del 1944 a Reggio fu organizzata una raccolta fondi per sostenere le famiglie e i bambini piegati dalla guerra e dalla miseria. Una traccia tangibile di una presenza femminile fattiva anche sul nostro territorio. Una storia spesso non conosciuta o dimenticata», ha evidenziato Anna Di Lorenzo, Unione donne Italiane di Reggio Calabria.

Solennità ed emozioni

La manifestazione è proseguita con la solenne deposizione dei mazzi di fiori presso la stele del Partigiano alla villa Umberto I e poi in via Enna, nella zona di Sud di Reggio Calabria, con l’inaugurazione di due imponenti murales realizzati da Luis Gomez de Teran e da Daniele Geniale (del circuito InWard osservatorio nazionale sulla creatività Urbana) e rispettivamente dedicati alla memoria di Teresa Talotta Gullace, originaria di Cittanova e uccisa, all’età di 37 anni con il piccolo che portava in grembo, dai tedeschi a Roma nel marzo del 1944, e di Pasquale Brancatisano, partigiano Malerba, originario di Samo e combattente nelle Langhe, mancato all’età di 99 anni nel gennaio scorso.

«L’attualità e l’importanza del messaggio della Resistenza ci sollecita a celebrare questa giornata anche con linguaggi nuovi e originali. Purtroppo non potremo per sempre contare sulla viva voce dei testimoni, dei nostri partigiani, e dobbiamo pertanto dare vita a luoghi che custodiscano e tramandino questa memoria e individuare nuovi modalità per coinvolgere soprattutto ai giovani. In quest’ottica quest’anno abbiamo posto accanto alla panchina parlante rossa per sensibilizzare riguardo la violenza sulle donne, sempre con traduzione in braille per le persone non vedenti, un’altra panchina lettera bianca con la citazione di Gramsci che è un invito alla conoscenza e alla partecipazione alla vita civile, nel segno di una città sempre più consapevole e partecipe del suo tempo. I due murales in via Enna aggiungono, poi, altri due segni nel percorso di memoria che vogliamo coltivare. Ricordano il partigiano Pasquale Malerba Brancatisano e Teresa Talotta Gullace, uccisa dai tedeschi e alla quale si ispirò il personaggio interpretato da Anna Magnani nel film di Roberto Rossellini “Roma Città Aperta”. Anche Reggio vuole aprirsi alla memoria e alla condivisione», ha sottolineato il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.

I pensieri dei familiari

«Mi raccontava sempre tanti aneddoti e per me era un modo per entrare dentro quella storia che leggiamo sui libri e che a volte ci sembra troppo lontana. Invece quella fame e quella miseria, che costringeva in montagna a sopravvivere solo con le castagne i partigiani come mio nonno, sono state reali, lunghe e dolorose», racconta Agata, la nipote di Pasquale Malerba Brancatisano. «Raccontava sempre dei lavoro nei campi per guadagnare qualcosa mentre si preparavano per la lotta contro i tedeschi e poi raccontava anche del giorno della Liberazione e di quella sfilata gioiosa a Torino su suolo finalmente liberato», ha ricordato il figlio Pietro Brancatisano.

«È fondamentale stimolare domande e curiosità per favorire la conoscenza del passato e non ripetere gli orrori di quel tempo. La guerra non costruisce mai, distrugge soltanto. Non possiamo continuare a dimenticarlo», ha sottolineato Patrizia Gullace, nipote di Teresa che ha inviato un video messaggio.

Il senso più bello

A Reggio Calabria, oggi segni di memoria della Resistenza. Semi per tracciare un percorso affinché anche chi c’era possa raccontarlo e chi non c’era possa sapere. Il senso più bello è nel gesto spontaneo di una bambina, Maria Elena, che si è fermata per guardare e fotografare il giovane partigiano Malerba che, anche se ancora lei non lo sa, ha combattuto anche per la sua libertà.

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