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«La bandiera della Repubblica è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni». Così recita l’articolo 12 della nostra Costituzione che suggella i cosiddetti Principi supremi del nostro ordinamento giuridico, immodificabili persino con il procedimento di revisione costituzionale, in cui batte il cuore valoriale del nostro Paese, della nostra Repubblica e della nostra Democrazia.
Da nord a sud
Al vessillo nazionale della Repubblica Italiana è dedicata la Festa del Tricolore, istituita dalla legge 31 dicembre 1996, n. 671, celebrata ogni anno il 7 gennaio in memoria della prima adozione ufficiale del Tricolore come bandiera nazionale da parte della Repubblica Cispadana a Reggio Emilia, in seguito alla Rivoluzione francese e della discesa di Napoleone Bonaparte in Italia. Era il 7 gennaio 1797. I colori nazionali italiani erano già comparsi per la prima volta a Genova il 21 agosto 1789 su una coccarda tricolore, mentre il primo stendardo militare verde, bianco e rosso, a tre bande verticali, era stato adottato dalla Legione Lombarda a Milano l’11 ottobre 1796.
Tra questi storici preunitari si annovera anche il primo sventolamento nel Meridione avvenuto il 29 agosto 1847 nel cuore dell’Aspromonte, in Calabria nel reggino, nel comune di Santo Stefano. Una storia che ha attraversato tutta l’Italia ancora prima della sua Unificazione.
A Santo Stefano in Aspromonte fu sbandierato il primo Tricolore della storia del Sud in una Italia che ancora aspirava a diventare un unico Stato. Un evento storico in epoca risorgimentale che ebbe come luogo di elezione il comune di Santo Stefano in Aspromonte che consacra questa storia anche nella sua denominazione come Città della Bandiera e che certamente fa assurgere anche l’Aspromonte a cuore pulsante di un popolo che aspirava all’Unità nazionale.
Il risorgimento in Aspromonte
Quello storico sventolamento, avvenuto nella piazza oggi intitolata al patriota Domenico Romeo, anticipò solo di qualche giorno la rivolta che a Reggio Calabria ebbe luogo contro i Borbone il 2 settembre del 1847. La ricorda monumento all’Italia dello scultore villese Rocco Larussa, allocata nell’omonima piazza circondata dalle sedi istituzionali della Prefettura, della Città Metropolitana (palazzo Alvaro) e del Comune (palazzo San Giorgio).

«I nostri avi capitanati dai fratelli Romeo avevano portato nel comune natio di Santo Stefano in Aspromonte, il Tricolore. Era stato appena donato da Giuseppe Mazzini. In quel clima in cui già si anelava all’Unità, il 29 agosto 1847, dopo la benedizione del sacerdote, esso fu sventolato nella piazza dove oggi sorge un monumento raffigurante proprio la bandiera. Fu la prima volta nel Sud, come ha ricostruito lo storico Elio D’Agostino.
Riscontrando ed evidenziando questo primato, D’Agostino ha arricchito ulteriormente la memoria che lega la nostra comunità alla storia risorgimentale. Per questo adesso noi commemoriamo questo anniversario fortemente identitario». Ha commentato così Francesco Malara, sindaco di Santo Stefano in Aspromonte, il fermento che attraversava qualche estate fa la sua comunità in vista della consueta commemorazione che ogni anno il 29 agosto il comune aspromontano promuove.
Elisabetta e Giannandrea Romeo: da Santo Stefano a Napoli con il Tricolore

Una sollevazione di popolo che fu, a sua volta, preludio dei moti rivoluzionari del 1848. Ma c’è anche un’altra storia che lega il cognome dei Romeo di Santo Stefano in Aspromonte al Tricolore. Si tratta di quella della sventolatrice sul palazzo reale di Napoli nel novembre del 1860. Fu la giovane Elisabetta, nella città partenopea al seguito di Garibaldi e del padre Giannandrea Romeo, fratello di Domenico. A lei si ispira un’opera letteraria della poetessa reggina Marina Neri e uno dei tre murales, tra i tanti presidi di memoria risorgimentale presenti a Santo Stefano in Aspromonte dipinti nel parco giochi, denominato proprio il nido degli aquilotti. Qui sono stati ricavati tre spazi affrescati con sfondi colorati che richiamano il Tricolore.
