Dati ISTAT, indagini nazionali e dossier sui minori confermano l’urgenza di interventi educativi, sociali e psicologici
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«La violenza sulle donne nasce nell’infanzia, proteggere bambine e adolescenti è il primo passo»
«In questa giornata dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, è fondamentale ricordare un dato che la ricerca e l’esperienza ci mostrano con chiarezza, la violenza non inizia nell’età adulta, ma affonda le sue radici nell’infanzia e nell’adolescenza. Nasce nei modelli educativi che bambine e bambini osservano, nei contesti familiari che vivono, nei messaggi culturali che ricevono».
Queste le parole del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Mattia, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne.
«I dati ufficiali dell’ISTAT lo confermano, nel rapporto “La violenza contro le donne, dentro e fuori la famiglia – 2025” risultano quasi 6,4 milioni di donne vittime almeno una volta nella vita di violenza fisica o sessuale. Particolarmente allarmante è l’aumento dei casi tra le giovani 16-24enni, fascia che negli ultimi cinque anni ha visto crescere la percentuale di vittime dal 28,4% al 37,6%.
Uno sguardo alla condizione dei minori chiarisce ancora meglio come il problema nasca molto presto. La III Indagine Nazionale sul maltrattamento a danno dei minorenni (AGIA – ISTAT – Terre des Hommes, 2025) rileva 113.892 bambini e adolescenti presi in carico dai servizi sociali per varie forme di maltrattamento. Nei casi di abuso sessuale, il 77% delle vittime sono bambine o ragazze. È un dato che non lascia spazio a dubbi, la violenza di genere inizia già in età infantile.
Il Dossier Indifesa 2025 di Terre des Hommes, su dati del Servizio Analisi Criminale 2024, conferma questa tendenza: nel 2024 i reati contro minori sono stati 7.204, e quasi due vittime su tre (63%) sono bambini ed adolescenti. Nei reati a sfondo sessuale, la percentuale arriva all’88%. Il fenomeno si estende anche al mondo digitale: pornografia minorile, adescamento online e diffusione non consensuale di immagini intime colpiscono in misura nettamente maggiore le adolescenti.
Gli stessi dati sanitari dell’ISTAT, nel rapporto 2025 sugli accessi al Pronto Soccorso e i ricoveri di minori vittime di violenza (2017-2023), raccontano una storia coerente: quasi due terzi (63,8%) degli accessi riguardano minori di sesso femminile. Nella fascia 11-17 anni, oltre la metà (55,2%) è legata ad abusi o molestie sessuali.
Nel territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, questi numeri si intrecciano con fragilità già note: povertà educativa, carenza di spazi sicuri, insufficienza dei servizi psicologici, instabilità economica e relazionale in molte famiglie. Sono condizioni che rendono bambine e adolescenti ancora più esposte a rischi.
«Come Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ritengo doveroso ribadire che la prima forma di prevenzione della violenza sulle donne è proteggere e sostenere bambine e adolescenti, offrendo loro ambienti sicuri, adulti capaci di ascolto e modelli educativi basati sul rispetto. Ce lo ricordano grandi pedagogisti come Maria Montessori, quando affermava che “la pace si costruisce nell’infanzia”, e Loris Malaguzzi, che vedeva la scuola come una comunità in cui crescere insieme. Allo stesso modo Paulo Freire ci invita a un’educazione critica e dialogica, capace di rompere i rapporti di dominio e disuguaglianza».
«Investire nella scuola, nella salute mentale dei giovani, nei servizi sociali e nei percorsi educativi sulle emozioni e sul rispetto non è un atto emergenziale, è un impegno quotidiano, strutturale e necessario.
La violenza sulle donne non si previene quando è già accaduta. Si previene prima, proteggendo chi donna lo sta diventando.
In questa giornata, rinnovo l’appello a tutte le istituzioni, alle scuole, alle famiglie e alla comunità: camminiamo insieme affinché ogni bambina e ogni ragazza possa crescere senza paura, con la certezza di essere ascoltata, rispettata e protetta».

