Nonostante l'esordio vincente, il tecnico amaranto è ben consapevole che «la strada è lunga e c'è una montagna da scalare»
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«Mettiamoci l’elmetto e il coltello fra i denti, perché stavolta conta solo vincere»: aveva dichiarato questo il neo tecnico amaranto durante la sua presentazione ufficiale in vista della sfida contro la Sancataldese e la squadra lo ha seguito alla lettera, regalando la prima vittoria esterna della stagione. Una partita sporca, dura, senza fronzoli. La Reggina è uscita da San Cataldo con il bottino pieno grazie ad una zampata di Montalto ma tanta, tantissima sofferenza.
Non è stata una Reggina dai molti sorrisi: la superiorità numerica per buona parte del match avrebbe potuto facilitare la strada, ma la doppia ingenuità di Blondett ha rischiato di rovinare la festa. Espulso e costretto a lasciare i compagni con l’uomo in meno, si è vista una squadra che ha dovuto stringere i denti e mettere il cuore oltre l’ostacolo.
Nel post-partita, mister Torrisi era visibilmente soddisfatto, ma ha subito smorzato gli entusiasmi, attribuendo il merito esclusivamente ai suoi giocatori. «Vorrei esordire complimentandomi con tutti i miei ragazzi, è stata la loro vittoria. Hanno dimostrato di aver capito il valore della casacca che indossano, quella della Reggina», ha affermato.
Il tecnico ha sottolineato di aver trovato la giusta risposta in termini di atteggiamento: «C’è stata ferocia, voglia, desiderio di recuperare ogni palla. Avevo detto che dalla partita contro la Sancataldese bisognava gettare le basi della nostra struttura e quindi l’atteggiamento soprattutto».
Un punto cruciale per il nuovo corso Torrisi è il ribaltamento della percezione sugli Under. «Prima di arrivare ho sempre sentito che gli Under rappresentavano un problema. Oggi penso che il campo ha detto l’opposto», ha spiegato l'allenatore. Ha citato come esempio «Distratto, che si è guadagnato il posto da titolare per meritocrazia e ha risposto benissimo sul campo, così come Palumbo e Rosario Girasole. Il giudizio è su quello che si fa e non su quello che si è fatto».
Torrisi ha anche evidenziato i primi segnali della sua idea di calcio, più propositiva sugli esterni: «La superiorità sulle corsie esterne è fondamentale, siamo stati bravi». Tuttavia, il tecnico ha mantenuto un’analisi lucida e critica: «E’ una Reggina ancora malata, subentra la paura di vincere dopo tutto quello che è successo, c’è una montagna da scalare».
Nonostante la consapevolezza che la strada è ancora lunga e che non ci si debba illudere, la prima gioia è un'iniezione di fiducia. Come ha chiosato lo stesso Torrisi sui social, in un messaggio che sa di unità e direzione: «Pur sapendo che il vento non sia favorevole l’importante è avere ben impresso in mente il porto dove approdare e noi lo sappiamo bene. Buona la prima consapevoli di non avere fatto ancora nulla, ma la strada è quella giusta!!»

