Reggio, carcasse di auto e rifiuti combusti flagellano ancora Arghillà nord – FOTO
La maggior parte delle discariche è cresciuta a dismisura. Lì è il fuoco a “smaltire”. Lo scheletro della palestra è pieno e completamente circondato da spazzatura e ingombranti
La morsa del degrado non abbandona Arghillà, quartiere tormentato della periferia nord di Reggio Calabria certamente abbandonato su altri fronti.
La situazione, solo in apparenza, muta nello stradone che costeggia la piazzetta. Qui è il Comune a eseguire delle raccolte straordinarie per ripulire la via e restituirla ad una viabilità, che resta comunque compromessa dalle buche.
Nessuno spiraglio, però, di una concreta inversione di tendenza che induca le persone a comportarsi civilmente a non gettare per strada la spazzatura e a non recarsi ad Arghillà dopo avere liberato le proprie case o le proprie cantine. Infatti, solo in apparenza ripulita. I cumuli sul ciglio rivelano che il destino di questo spazio ormai marchiato resta sempre quello di una macro discarica a cielo aperto. È sempre e solo questione di tempo.
Lo stesso destino dei soliti punti critici, dove l‘evidente mancata esecuzione di raccolte straordinarie, genera uno scenario disastroso per la salute e per l’ambiente. Un degrado crescente a dismisura. Non solo spazzatura e ingombranti ma anche carcasse di macchine date alle fiamme dopo essere state sventrate. È quanto si mostra arrivando nella flagellata piazza Don Italo Calabrò accanto al rione Modenelle, dove insistono le case popolari gestite dal Comune. Un flagello che è tornato a colpire anche il largo Verardi, inaccessibile per la discarica che lo circonda.
In tutto questo anche rifiuti combusti e inceneriti, segno dei roghi appiccati per ridurre i cumuli non raccolti e così ricreare, dopo avere avvelenato l’ambiente, spazio per nuovi e impuniti depositi illeciti. Una situazione che non sembra riuscire ad avere soluzione e che invece dovrebbe essere una priorità. Come per Mortara, Rione Marconi e altre zone abbandonate, occorrono interventi forti e risolutivi per ristabilire l’ordine pubblico, la legalità e la sicurezza, oltre che per tutelare la salute dei residenti.
La situazione è assolutamente fuori controllo anche nello scheletro della palestra di Arghillà, finita e collaudata nel 2008 e mai entrata in funzione. Nelle more dei tempi di installazione delle video camere e di avvio a gara per la gestione, era stata presa d’assalto.
Furti e atti vandalici l’hanno ridotta alle sole mura con un tetto di cui resta solo il reticolato di base. Oggi è diventata un deposito di ogni genere di rifiuto. La mole ha raggiunto un livello tale da occupare anche gli spazi intorno. Una bruttura anche degradata, emblema dell’abbandono di un quartiere di cui nessuno si sente responsabile.
«Siamo da tempo in attesa di essere convocati dal sindaco Giuseppe Falcomatà e dal prefetto Clara Vaccaro per discutere di rifiuti e regolarizzazione degli alloggi, le grandi e irrisolte emergenze. Il problema dell’acqua è stato ormai risolto. Mentre bruciano spazzatura e macchine per la strada, noi attendiamo». Così Giovanni Votano, portavoce del coordinamento di quartiere di Arghillà che, nonostante la costante emergenza della zona, non ha ancora mai incontrato sindaco e prefetto, rispettivamente dal rientro a palazzo San Giorgio e dall’insediamento a Reggio.