L’Area Grecanica continua a soffrire le gravi conseguenze di una crisi idrica che sembra non avere fine, nonostante le piogge di settembre. Il caldo e la siccità di un’estate da bollino rosso hanno portato le comunità locali, già duramente provate, ad affrontare settimane di difficoltà senza precedenti. San Lorenzo, Melito Porto Salvo e Palizzi restano i centri maggiormente colpiti, con misure urgenti e razionamenti che non sembrano risolvere il problema a lungo termine.

Melito Porto Salvo, il comune più grande dell’area grecanica, è stato costretto a installare serbatoi idrici in tutte le scuole cittadine per evitare l’interruzione delle lezioni. La situazione è talmente critica che anche se sono stati individuati pozzi privati per risolvere la carenza d’acqua, l’impossibilità di procedere con i collegamenti, dovuta alla mancanza di risorse finanziarie, ha bloccato qualsiasi soluzione concreta. Il Comune, infatti, ha chiesto aiuto alla Protezione Civile della Regione Calabria, ma i fondi richiesti tardano ad arrivare. Nel frattempo, i fondi disponibili in bilancio non sono sufficienti a coprire i costi elevati di interventi che richiedono investimenti infrastrutturali cospicui.

A Palizzi, invece, la situazione è ulteriormente aggravata dalla scoperta di anomalie nei parametri di potabilità dell’acqua, costringendo il sindaco Umberto Felice Nocera a emettere un’ordinanza di divieto temporaneo dell’uso dell’acqua per il consumo umano. Il divieto rimarrà in vigore fino a quando nuovi test non confermeranno che i valori siano rientrati nella norma. Questa misura ha suscitato preoccupazione tra i residenti e aumentato la pressione su un sistema idrico già fragile.

Servono interventi strutturali

Il contesto di crisi è ulteriormente esasperato da una generale mancanza di riserve idriche nell’intera area grecanica. La diga sul Menta, che rappresenta una delle principali fonti d’acqua per tutta la fascia jonica e la città di Reggio Calabria, ha registrato livelli drasticamente ridotti. Nonostante le precipitazioni di settembre, i bacini non hanno recuperato a sufficienza per affrontare il fabbisogno invernale, ed alcuni comuni continuano ad attuare misure di razionamento dell’acqua in diverse fasce orarie della giornata. Le autorità locali, nel tentativo di limitare l’impatto della crisi, hanno avviato campagne di sensibilizzazione, sollecitando i cittadini a ridurre il consumo d’acqua e adottare comportamenti più responsabili per limitare lo spreco.

Le radici del problema risiedono nel cambiamento climatico. Le temperature sempre più alte e l’assenza di piogge regolari stanno trasformando l’area mediterranea in una regione arida, con conseguenze disastrose per l’agricoltura e la vita quotidiana dei cittadini. L’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nei giorni scorsi e gli eventi estremi che hanno devastato il nord Italia non sono altro che l’altra faccia della stessa medaglia: se da una parte il sud soffre la siccità, il nord è devastato da piogge torrenziali. Gli esperti, infatti, parlano di un clima sempre più instabile, caratterizzato da eventi estremi che mettono in ginocchio l’intero Paese.

Le misure finora adottate, come l’installazione di serbatoi d’acqua nelle scuole e i razionamenti, rappresentano solo delle soluzioni temporanee a un problema che richiede interventi strutturali. Gli amministratori locali, insieme alla Protezione Civile, hanno proposto la costruzione di nuovi invasi e un potenziamento della rete idrica esistente per accumulare riserve idriche durante le stagioni piovose. Tuttavia, senza adeguati investimenti e una pianificazione a lungo termine, la crisi rischia di peggiorare ulteriormente.

Riserve inutilizzate

Un aspetto cruciale della crisi idrica in Calabria è legato agli invasi già esistenti ma non utilizzati, come quello del Metramo, nella Calabria centrale. Questa diga, sebbene completata e potenzialmente capace di fornire risorse idriche a una vasta area, non è mai stata collegata alla rete idrica. L’infrastruttura è dunque inattiva e inutilizzata, e il mancato utilizzo aggrava ulteriormente la situazione, privando la regione di una preziosa riserva d’acqua che potrebbe alleviare la persistente siccità.

Una sfida globale

La siccità che ha colpito l’area grecanica non è solo un problema locale, ma il riflesso di una sfida globale che richiede una risposta collettiva. La gestione delle risorse idriche deve essere ripensata completamente, e le comunità locali non possono essere lasciate sole di fronte a un’emergenza di tale portata. Tuttavia, i ritardi nell’assegnazione dei fondi e la mancanza di una pianificazione strategica ai più alti livelli istituzionali stanno lasciando i cittadini con risposte insufficienti e con poche speranze per un futuro migliore.

L’area grecanica, così come l’intero Mezzogiorno, ha bisogno di investimenti immediati per risolvere l’emergenza idrica e prepararsi ad affrontare nuove sfide climatiche. Non si può più attendere: il tempo delle promesse è scaduto, ora servono azioni concrete.