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Candidoni scrive una nuova pagina nel campo della sostenibilità ambientale. È stato infatti autorizzato in via provvisoria e messo in funzione il primo fitodepuratore a servizio di un ente pubblico della Città Metropolitana di Reggio Calabria, realizzato dal Comune e finanziato con i fondi dei Patti per il Sud. Il nuovo impianto, tecnologicamente avanzato, convoglia le acque reflue urbane nel torrente San Nicola, dopo un processo di depurazione che arriva ad abbattere quasi totalmente gli agenti patogeni fognari.
Al sopralluogo ufficiale erano presenti il responsabile del Servizio Ambiente Metropolitano, Francesco Forestieri, il sindaco Vincenzo Cavallaro e il vice Luigi Laccisani. A illustrare il funzionamento del sistema è stato l’architetto Saverio Tommaso Ganino, responsabile tecnico comunale, che ha descritto un ciclo depurativo basato sull’ossigenazione forzata, un metodo che rende l’impianto altamente efficiente sotto il profilo ambientale.
Un risultato raggiunto dopo un percorso tortuoso. La storia della depurazione a Candidoni è infatti segnata da oltre cinquant’anni di tentativi andati a vuoto: dalla prima vasca Imhoff installata negli anni ’70, a un costoso depuratore elettromeccanico degli anni ’80 mai entrato realmente in funzione. Interventi costati centinaia di milioni di lire, finiti in balìa di incuria, degrado e vandalismi. A ritardare anche la nuova opera, stavolta innovativa e fondata su criteri di sostenibilità, ci si sono messi prima la pandemia, poi le difficoltà amministrative: al momento sono in corso accertamenti per stabilire eventuali responsabilità.
A progettare il nuovo impianto è stata IRIDRA, società fiorentina leader in soluzioni basate sulla natura (Nature-based Solutions), specializzata in fitodepurazione e infrastrutture verdi e blu. La scelta è stata guidata da una fase esplorativa condotta con il supporto della Fattoria della Piana, storica realtà agro-casearia del territorio dove un impianto simile è già operativo da tempo.
Candidoni conquista così un primato importante: essere il primo comune del territorio metropolitano a dotarsi di un impianto pubblico di depurazione a ossigenazione forzata, capace di coniugare efficacia e sostenibilità. Un esempio virtuoso di uso corretto del denaro pubblico, che restituisce al paese e all’ambiente un’opera tanto attesa quanto necessaria.

