C’è una montagna che si risveglia al canto dell’estate e non ha nulla da invidiare al mare. È quella di Santo Stefano in Aspromonte, Gambarie e Mannoli, al centro di un progetto culturale, turistico e identitario che ha preso forma con oltre cento appuntamenti, spalmati da luglio a novembre. Eventi che parlano di sport e benessere, musica e gastronomia, letteratura e tradizione, con un obiettivo chiaro: fare della montagna un cuore pulsante del Mediterraneo.

Lo dice senza retorica il sindaco Francesco Malara, che dell’alta quota ha fatto uno spazio di visione e proposta. «La montagna al centro del Mediterraneo è lo slogan che portiamo avanti da un paio d’anni, ma oggi più che mai lo stiamo attuando davvero. È un modo per ribaltare l’idea che la montagna sia solo un rifugio d’inverno. Ora è un luogo abitato, desiderato, scelto anche d’estate. E soprattutto un’occasione concreta di sviluppo».

La parola chiave è destagionalizzazione. Non si tratta solo di attrarre turisti nei mesi caldi, ma di ripensare il senso stesso della montagna come spazio di vivibilità, lavoro e creatività. E la risposta, dice Malara, arriva innanzitutto dalle nuove generazioni: «Sono i giovani a darci forza, perché hanno riscoperto la montagna. Oggi Gambarie è vissuta da ragazzi, famiglie, sportivi, escursionisti. Non è più un luogo di passaggio, ma di permanenza. E questo significa che il nostro messaggio ha attecchito».

Il programma dell’estate 2025 nasce proprio da questa visione condivisa. Coordinato dal Comune di Santo Stefano, coinvolge decine di associazioni locali e non solo, con un entusiasmo contagioso che traspare da ogni evento in cartellone. A Gambarie, tra una pineta e un panorama che sfiora lo Stretto, si potrà partecipare a marce storiche come la Marcialonga, a raduni di mountain bike, a tornei sportivi, a esperienze immersive nella natura come la “Terapia Forestale” o le escursioni notturne “guidate dalle stelle”. Ma ci sarà anche spazio per la grande musica, con nomi noti come Shade e Fabio Macagnino, e per le tradizioni più amate come la Sagra dei Maccheroni, la Notte dei Funghi, il Motoraduno o l’attesissima Ottobrata d’Aspromonte con Cosimo Papandrea. «Abbiamo cercato di costruire un cartellone per tutti – racconta Malara – con sport, cultura, arte, storia, gastronomia, musica. E con un equilibrio tra eventi piccoli e grandi, tra quelli locali e quelli che attirano anche da fuori. Siamo convinti che la vera forza della montagna sia la varietà e l’umanità di ciò che offre».

E poi ci sono le veleggiate sul lago del Menta, le sagre di paese, i concerti acustici, le presentazioni di libri, le attività per bambini, i dj set sotto le stelle. Un mosaico variegato che abbraccia tutte le età e tutti i gusti, con una logica ben precisa: «Non ci si salva mai da soli – ribadisce il sindaco – più eventi ci sono sul territorio, più si moltiplicano le occasioni, più si cresce insieme. Anche la concorrenza fa bene, se è sana e stimolante. E la sinergia con il litorale, con Reggio e il suo lungomare, è fondamentale».

Il turismo, a queste altitudini, non è più un sogno ma un sistema. L’infopoint di Piazza Mangeruca è attivo ogni giorno con mappe, brochure e indicazioni pratiche. Il parco avventura Aspropark funziona a pieno regime, così come gli impianti sportivi, i percorsi di trekking, bike park, le piste da skateboard, le aree fitness, le giostrine per bambini e le strutture ricettive. Aumentano le richieste, cresce l’ospitalità, e con essa l’ottimismo degli operatori commerciali, che credono sempre più in una montagna che non chiede sacrifici, ma genera opportunità. «Dico sempre che più che una sfida è un’opportunità – aggiunge Malara –. Abbiamo notato che già in primavera molte strutture erano piene, e questo ci fa pensare che il potenziale turistico della montagna calabrese sia ancora tutto da esplorare. E soprattutto da raccontare».

La narrazione di questa montagna passa anche attraverso i grandi eventi simbolici, come la MarciaLonga, la Pinetina Night, la Sagra dei Maccheroni o il concerto finale di Shade con spettacolo pirotecnico. «Ci teniamo a mantenere vivo anche il senso della festa popolare, il gusto dell’appartenenza. Le sagre, le serate musicali, le attività per bambini sono anche un modo per tenere insieme generazioni diverse, in luoghi che parlano di futuro senza dimenticare le radici».

E se l’estate è già un successo annunciato, non mancheranno ulteriori implementazioni, a cominciare dal DeaFest, che andrà a integrare e potenziare l’offerta culturale autunnale. «Questo è solo l’inizio – conclude Malara –. La montagna non è un evento stagionale, è un progetto permanente. Ed è bellissimo vedere quanto sia condiviso». In attesa che l’autunno colorato dell’Aspromonte chiuda il sipario su una stagione che ha già lasciato il segno, la montagna continua a raccontare, con forza e dolcezza, che un’altra Calabria è possibile. E inizia da qui, a mille metri sopra il mare.