martedì,Settembre 10 2024

Strage di Via d’Amelio, Reggio ricorda Borsellino guardando alla rieducazione dei detenuti

Dal carcere G.Panzera lo Stato ha dato una risposta che guarda al passato per non dimenticare e al futuro per coltivare semi di legalità

Strage di Via d’Amelio, Reggio ricorda Borsellino guardando alla rieducazione dei detenuti

Una data importante e un momento di commemorazione che va oltre le parole. È stato ricordato così al carcere di Reggio Calabria uno degli uomini, Paolo Borsellino che ha segnato per sempre la storia della lotta alla mafia.

«Una giornata importantissima». Lo ha detto aprendo la cerimonia la presidente dell’associazione Biesse Bruna Siviglia che ha accolto tutte le autorità presenti. Lo Stato ha risposto in modo concreto e tutti hanno ricordato come, in modi diversi, le stragi hanno segnato le loro carriere. 

«È il 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, quindi, siamo qui per ricordare Paolo Borsellino e gli uomini della scorta che nel 19 luglio del 1992 sono stati ammazzati con quel tritolo che non dimenticheremo mai. Abbiamo voluto proprio fare questa commemorazione qui alla casa circondariale G. Panzera di Reggio Calabria dove noi abbiamo fatto piantare l’anno passato un albero di ulivo simbolo della pace in memoria del magistrato Paolo Borsellino proprio perché il carcere non è un mondo a sé o un mondo parallelo. Ed è anche qui che bisogna seminare i valori della legalità, della giustizia e della solidarietà».

La presidente di sezione della Corte d’appello reggina Olga Tarzia si è soffermata sull’importanza di momenti di condivisione in luoghi simbolo. «Ci fa comprendere ci fa riflettere sul fatto che il problema è morale. Il problema della criminalità organizzata è un problema che si deve risolvere

collettivamente. Questo luogo ha una doppia valenza perché in questo luogo noi intendiamo ripristinare quelli che sono i concetti di socialità e vogliamo che la rieducazione sia effettivamente una valore da attuare per cui noi non tiriamo fuori chi ha sbagliato, chi deve pagare un debito con la società ma diciamo che anche loro debbono capire e comprendere, riabilitarsi. E di questo noi abbiamo dato atto anche durante l’anno».

Questo luogo, la scelta del carcere per commemorare Borsellino non è stata casuale. Tutti hanno puntato i fari sulla centralità del percorso di riabilitazione e rieducazione. Lo ha ribadito il Prefetto Clara Vaccaro. «Credo che la rieducazione come reinserimento possa essere, deve essere fondamentale per evitare le recidive quando è possibile. La giornata è particolare perché ricordare Borsellino ogni anno è un pò come ripercorrere quel dolore che ha accompagnato gli italiani in quel tragici momenti». 

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