È un caso che sta sconvolgendo l’opinione pubblica e scuotendo le fondamenta di una comunità intera: Sara Genovese 25 anni è accusata di aver ucciso i suoi gemellini appena partoriti. In un quadro terrificante dove ha preso piede anche l’ipotesi di un ulteriore vittima nel 2022 per un’altra gravidanza indesiderata, l’unico a conoscere il segreto di Sara è il compagno Annunziato Nucera, pizzaiolo di 31 anni che con Sara aveva una relazione stabile ed equilibrata, addirittura affiatata per come emerge dalle testimonianze e racconti. Una coppia che lavora, commessa lei e pizzaiolo lui ma che va in crisi quando scopre la prima gravidanza nel 2022 per poi non riuscire a gestirne tempi fino a perdere il controllo arrivando al gesto estremo. Un mancato uso dei contraccettivi e una successiva mala gestione di una gravidanza portata a termine in gran segreto. Le fragilità invisibili hanno lasciato spazio a fiumi di chat tra i due fidanzati che hanno portato gli inquirenti a ricostruire una relazione disfunzionale. Lui pronto a gestire quella paternità lei assolutamente contraria.

Nucera raccontava di essere fidanzato con Sara dall’estate del 2021 e di avere con la stessa una relazione serena ed ufficiale, frequentando l’uno la famiglia dell’altro. Confermava i progetti di vita comune intrapresi, raccontando di come lui e Sara avessero da poco acquistato una casa e di avere in progetto di andare a convivere e di sposarsi. Confermava di avere rapporti sessuali con Sara, contrariamente a quanto sostenuto dalla stessa.

Secondo quanto raccontato agli inquirenti in prima battuta, nessuno – né la famiglia né il compagno Annunziato Nucera, pizzaiolo di 31 anni – era ufficialmente a conoscenza della gravidanza di Sara. Eppure, le indagini, soprattutto attraverso l’analisi delle chat Whatsapp tra i due, raccontano un’altra verità: quella di una gravidanza vissuta nel silenzio, nella paura e nella negazione, ma non all’insaputa del partner.

Il caso si complica ulteriormente con il ritorno alla luce di una situazione analoga avvenuta due anni prima, nel 2022, quando Sara rimase incinta e, dopo una serie di tentativi falliti di interrompere la gravidanza, avrebbe perso il bambino in circostanze non chiarite e sulle quali si sta ancora indagando. Anche in quell’occasione, la coppia aveva tenuto tutto nascosto alle rispettive famiglie, affrontando la situazione in modo caotico e frammentario.

Le testimonianze raccolte dipingono un rapporto apparentemente sereno tra Sara e Annunziato, con progetti di convivenza e una quotidianità normale. Tuttavia, sotto la superficie, si celavano fragilità emotive, scarsa comunicazione e un mancato uso dei metodi contraccettivi. Nucera, infatti, avrebbe avuto il sospetto di una gravidanza già a partire da febbraio 2024, senza però mai affrontare direttamente la questione con la compagna, che si mostrava ostile e sfuggente.

Decisive per l’inchiesta sono le conversazioni tra i due, in cui emerge chiaramente che già nel 2022 Sara si era trovata «nella stessa situazione», come lei stessa scrive in un messaggio. Nucera, da parte sua, esprime più volte frustrazione, senso di colpa e tentativi di affrontare la questione con maggiore responsabilità, proponendo persino di parlarne con i genitori, invano.

Dai messaggi che i due si scambiavano emerge come, in occasione di uno dei ritardi del ciclo, avevano avuto una discussione nel corso della quale Nucera le aveva detto che, qualora fosse restata incinta, «non era un tragedia», ma lei aveva replicato che «una gravidanza non era ciò che voleva, che non ci dovevo nemmeno pensare e che se fosse accaduto piuttosto si sarebbe ammazzata».

L’inchiesta è ancora in corso e molte domande restano aperte. Nel frattempo, Sara Genovese è ai domiciliari e si attende l’interrogatorio di Annunziato Nucera previsto per giovedì. La Procura indaga anche sul presunto infanticidio del 2022, che potrebbe configurare un precedente rilevante ai fini del processo.

Una vicenda che fa riflettere sul ruolo delle relazioni intime, sul peso del non detto, e sull’urgenza di interventi di supporto psicologico e sociale per intercettare fragilità che, se ignorate, possono trasformarsi in tragedie irreversibili.