Ricorrono oggi 45 anni dall’omicidio di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione Siciliana (tra il 1978 e il 1980), assassinato da Cosa nostra, nel corso del suo mandato, a Palermo. Era il 6 gennaio 1980. Politico integerrimo e coraggioso pagò con la vita la sua onestà.

6 gennaio 1980

«L’Epifania del 1980 – si legge sul sito di Libera – arriva di domenica. Piersanti è alla guida della sua Fiat 132 in via della Libertà, poco lontano da casa, diretto alla messa del mattino. Accanto a lui, sul sedile davanti, c’è sua moglie Irma. Dietro, sua suocera Franca e sua figlia Maria.

L’azione del killer è fulminea: impugna una rivoltella calibro 38, si avvicina al finestrino lato guida e spara 5 o 6 colpi. Piersanti si accascia sulle gambe di Irma mentre l’assassino si allontana verso una Fiat 127 ferma a pochi metri. Chi la guida consegna al killer un’altra pistola. L’uomo torna verso l’auto di Mattarella e spara di nuovo. Per Piersanti non c’è alcuna possibilità di salvarsi. La 127 sarà ritrovata a 700 metri dal luogo dell’omicidio.

Tra le tante persone che accorrono subito sul luogo dell’agguato c’è Sergio, il fratello minore di Piersanti. E c’è una fotografa, Letizia Battaglia. È lei a scattare una foto che sarebbe poi diventata iconica, in cui si vede il futuro Presidente della Repubblica tenere tra le braccia suo fratello esanime e tirarlo fuori dall’abitacolo. È lo scatto simbolo di una tragedia sulla quale le indagini, lunghe e lente, non sono riuscite a fare pienamente luce».

Quella foto di Letizia Battaglia è adesso esposta all’arena dello Stretto Ciccio Franco di Reggio Calabria nell’ambito della mostra fotografica a lei dedicata e intitolata “Senza fine”.

Il ricordo del presidente Occhiuto

«Sono trascorsi 45 anni dalla barbara uccisione di Piersanti Mattarella a Palermo, un evento drammatico di matrice mafiosa contro un politico che da presidente della Regione Siciliana aveva combattuto concretamente la criminalità organizzata.
Ricordarlo è un dovere – sottolinea Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria – per mantenere in vita l’esempio di un uomo coraggioso e giusto, un nitido modello di legalità e impegno reale contro le oppressioni criminali.
Oggi rendiamo omaggio alla sua figura, con una rinnovata speranza che giustizia e verità possano emergere grazie alla nuova indagine avviata dalla Procura di Palermo sugli esecutori materiali del suo assassinio.
Un pensiero di sincera vicinanza alla famiglia e al fratello, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella». Così conclude Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.