L’indagine, denominata “Dilemma”, è il seguito delle operazioni Riscatto e Riscatto 2. Le attività investigative svolte in quei procedimenti avevano permesso di accertare le ingerenze della criminalità organizzata di stampo mafioso in diversi settori della vita economica ed imprenditoriale della Locride ed avevano fatto emergere diverse condotte estorsive poste in esse nei confronti, tra gli altri, di imprese edili impegnate in lavori pubblici.
I carabinieri della compagnia di Locri, con il supporto della compagnia di Roccella Jonica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza dispositiva di misure cautelari personali nei confronti di 5 persone (di cui 4 in carcere ed 1 ai domiciliari), ritenuti responsabili in concorso tra loro e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, dei reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso e di turbata libertà degli incanti. Nel mirino dei Carabinieri la piaga dell’estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti degli imprenditori della Locride, impegnati nel settore dei pubblici appalti.
Il provvedimento adottato è stato disposto in sede di indagini preliminari, pertanto, i destinatari dello stesso sono persone sottoposte ad indagini e, quindi, presunti innocenti fino ad eventuale sentenza di condanna definitiva.

  • Aiello Michele custodia cautelare in carcere
  • Ietto Domenico indagato a piede libero
  • Panetta Giulia indagato a piede libero
  • Richichi Antoni indagato a piede libero
  • Rullo Fabio indagato a piede libero
  • Rullo Ferdinando custodia cautelare in carcere
  • Rullo Raffaele indagato a piede libero
  • Sorgiovanni Renato arresti domiciliari
  • Tipaldo Ilario custodia cautelare in carcere
  • Trichilo Domenico custodia cautelare in carcere

Le investigazioni hanno avuto origine dalle dichiarazioni rese da un dirigente di un Ufficio tecnico di un Comune della Locride, il quale ha riferito, dell’impossibilità esternatagli dal titolare di “fatto” di una impresa edile della zona, di aderire ad un invito a partecipare ad una procedura di appalto, riguardante il rifacimento di alcune strade del Comune di Siderno. Il motivo dell’impossibilità, sarebbe stato da rinvenirsi nelle minacce che il professionista avrebbe patito, ad opera di soggetti non meglio precisati, interessati a svolgere il “lavoro” a Siderno.

L’attività investigativa ha consentito di documentare un “incontro”, avvenuto nel marzo 2023, in un immobile direttamente riconducibile ad uno degli indagati, dove veniva costretto l’imprenditore ed indirettamente il figlio (formale titolare della ditta), a non partecipare ad una gara d’appalto per i lavori di rifacimento del manto stradale, da realizzarsi nel Comune di Siderno.

Inoltre, emergeva in tutta la sua evidenza, il ruolo di “intermediario” svolto dal fratello dell’imprenditore/persona offesa, il quale avrebbe indotto quest’ultimo a non partecipare alla gara, ipotizzando una situazione di concreto pericolo per l’azienda, in caso contrario. Un’operazione scaturita grazie ad alcune denunce da parte di imprenditori e impiegati pubblici.

Più nel dettaglio, il procedimento originario “Riscatto” rappresenta l’unione di due diversi filoni investigativi, l’uno scaturito dal danneggiamento in un cantiere di un imprenditore edile, vittima di svariate estorsioni da parte della cosca Cordì, e dalla sua successiva denuncia, l’altro riguardante gli interessi che la medesima cosca vantava sul cimitero di Locri.