«Questo è ‘doppiopesismo’: si sono sentite urla e proteste in tutto il paese per lo sconcerto e lo sgomento perché Giovanni Brusca è uscito dal carcere dopo 25 anni, nonostante Brusca sia stato un vero collaboratore che ha svelato svariate decine di omicidi, ed ha smascherato tanti insospettabili e tanti retroscena indicibili. E di fronte a questa condanna di Beretta ad appena dieci anni per un delitto così efferato nessuno solleva un sopracciglio». E’ quanto afferma l’ex pm e ora avvocato Antonio Ingroia, uno dei legali di parte civile della famiglia Bellocco, dopo la sentenza del processo “doppia curva” che ha condannato, tra gli altri, a 10 anni Andrea Beretta, anche per l’omicidio di Antonio Bellocco. Ingroia, che assiste la “vedova Bellocco”, si è detto «stupefatto della irrisoria entità della pena comminata oggi».

Tutto ciò, ha aggiunto, «mi pare davvero eccessivo, considerato che non capisco come possano riconoscersi le attenuanti generiche a Beretta, visto che la sua collaborazione sull’omicidio è stata irrisoria, essendoci già la prova schiacciante a suo carico derivante dalle videoriprese delle
telecamere». E conclude: «non è che contro Brusca si è scatenata tutta questa polemica perché ha contribuito a svelare cose delicate su mafia e politica, mafia e istituzioni, mentre Beretta ha parlato
solo di manovalanza mafiosa e di curve e ultras?»