«La Corte di Appello di Reggio Calabria (Olga Tarzia Presidente, Lauro e Palermo Consiglieri) ha proclamato l’innocenza dell’imprenditore Carmelo Sposato di Taurianova, assolvendolo dal reato di associazione mafiosa perché il fatto non sussiste, e ritenendo, inoltre, di non dover procedere per gli altri reati che gli erano stati contestati». È quanto si legge nella nota degli avvocati Antonio Romeo e Guido Conestabile.

«Carmelo Sposato era stato arrestato il 12 dicembre del 2017, allorquando vennero emesse dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria moltissime misure custodiali in carcere nell’ambito dell’operazione denominata Terramara Closed che portò alla sbarra diversi presunti esponenti di una presunta locale di ndrangheta ed anche l’ex Sindaco di Taurianova, Domenico Romeo, poi definitivamente assolto da ogni accusa. 

Era stata la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ad avviare le indagini, contestando l’esistenza e la operatività della cosca Sposato-Tallarida, al cui vertice direzionale figurava la presenza di Carmelo Sposato e di altri suoi familiari. Secondo l’assunto accusatorio, tale ‘ndrina Sposato – Tallarida, dedita all’accaparramento degli appalti pubblici e privati nel settore edilizio era associata in affari con una più vasta organizzazione mafiosa presente nel territorio di Taurianova.

Tra i reati contestati all’imprenditore Sposato anche quello raffigurante una condotta estorsiva e comunque minacciosa, aggravata dall’ex art.7, L. 203/91, rivolta all’ex Sindaco Romeo durante un incontro al Comune, allorquando la Giunta guidata dal Romeo aveva provveduto a revocare un affidamento di lavori che l’imprenditore Carmelo Sposato si era aggiudicato, avente ad oggetto la riqualificazione del Cimitero di Iatrinoli di Taurianova. 

Carmelo Sposato, difeso dai penalisti Antonio Romeo e Guido Conestabile, in primo grado è stato condannato a quindici anni di reclusione dal Tribunale di Palmi. L’accusa è stata rappresentata dalla d.ssa Giulia Pantano della DDA di Reggio Calabria, ora Procuratore Aggiunto presso la Procura di Catanzaro.

Inevitabile il giudizio di appello e – da quanto affermano i Difensori – la formulazione di rigorosi e puntuali motivi di censura avverso una sentenza che non aveva fatto buon governo delle norme e dei principi di diritto dettati dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, avendo finanche sovvertito i normali canoni di giudizio, laddove alla necessità della presenza delle prove si era ritenuto che tali potessero essere le semplici congetture accusatorie»

L’infondatezza dei fatti contestati allo Sposato, è stata prima sancita dal Tribunale del riesame di Reggio Calabria che ha sgonfiato, in parte, i temi di accusa e successivamente dalla Corte di Cassazione che ha, poi, certificato, addirittura, l’inesistenza strutturale ed operativa della presunta cosca Sposato-Tallarida.

Carmelo Sposato, veniva, quindi, scarcerato il 28.11.2018 per mancanza di gravità indiziaria e rimesso immediatamente in libertà, per essere poi riarrestato all’esito della Sentenza di primo grado del Tribunale di Palmi, allorquando, al momento dell’esecuzione della nuova misura custodiale, l’imprenditore Sposato ha messo in atto un gravissimo gesto anticonservativo, cercando di porre fine alla propria esistenza. 

L’assoluzione di Carmelo Sposato – riferiscono ancora i Difensori – spazza via quella che era stata una trovata geniale della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, cioè inserire tout court nel panorama  della criminalità organizzata della cittadina di Taurianova un nuovo organismo di ‘ndrangheta, quello degli Sposato-Tallarida, senza però considerare la mancanza di qualsiasi concreto elemento indiziario che potesse avvalorare l’assunto sostenuto dall’accusa».

Si ricorda che in data 7 novembre la Suprema Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la condanna di Giuseppe Sposato per associazione mafiosa, ritenendo necessario un nuovo giudizio e che la stessa Corte di Appello di Reggio Calabria, in data 13 novembre, ha assolto Sposato Francesco Domenico dal reato di partecipazione ad associazione mafiosa, ribaltando, così, la sentenza di primo grado con la quale il Tribunale di Palmi, così come aveva fatto per Carmelo Sposato, lo aveva condannato a 14 anni di reclusione.

Durante le loro lunghe ed articolate arringhe difensive abbiamo messo in evidenza tutte le lacune che la sentenza impugnata conteneva ed anche i tanti silenzi imbarazzanti del Tribunale davanti all’evidenza della prova del contrario portata dai Difensori ed indicativa degli errori dei teoremi accusatori sostenuti contro lo Sposato.

Si chiude – dicono gli avvocati Romeo e Contestabile –, per fortuna con un risultato di vera giustizia, un altro drammatico caso di errore giudiziario che certamente lascerà per sempre nell’animo del sig. Carmelo Sposato una ferita che non potrà mai rimarginarsi, a fronte delle tante innumerevoli sofferenze patite durante il corso di questi sei lunghissimi anni».