di Maria Teresa D’Agostino – «Siamo sempre vivi, siamo sempre nella vita, che continua, all’infinito», aveva detto Nik Spatari poco tempo prima della sua scomparsa avvenuta il 25 luglio 2020. E anche MuSaBa è questo: l’infinito fluire della sua arte. È la straordinaria invenzione nata da un luogo dove, con il suo genio visionario, ha scavato dentro il passato e costruito il futuro, in un caleidoscopio di rimandi millenari e immagini futuribili. In una dimensione a-temporale. Aveva girato il mondo Spatari, tra gli anni ’50 e ’60, portando con sé i colori che la sordità, ancora bambino, aveva reso anche suono, “voce” di un immaginario che non consente etichette e catalogazioni. E il mondo dell’arte non aveva potuto fare a meno di lasciarsi sorprendere dalla sua creatività dirompente, apprezzata da Malraux, Le Corbusier, Sartre, e poi Picasso, Guttuso e molti altri. Ma è a Mammola che ha scelto di tornare con Hiske Maas, compagna e musa ispiratrice, richiamato dal desiderio di dare forma a quei colori della sua infanzia insieme alle ispirazioni artistiche e sociali catturate fuori.

Ha scelto di tornare «per un atto di disperata volontà creativa», diceva Bruno Zevi. “Il sogno di Giacobbe” è la straordinaria volta tridimensionale che, nella narrazione autobiografica, omaggia rivoluzionari eretici di ogni tempo come Campanella e Michelangelo; nel punto più alto del promontorio, visibile anche dalla superstrada, campeggiano i pilastri colorati del “Concetto universale”; mentre “La rosa dei venti”, nata più di recente, con le sue pareti di vetro, è una nuova costruzione che sembra quasi fare da “orientamento” sulle infinite rotte del tempo che attraversano l’espressione artistica di Spatari, energia e vita in perenne divenire.

MuSaBa è un universo dentro cui perdersi e ritrovarsi, dove i muri riportano segni ancestrali, le statue antropomorfe raccontano storie sempre nuove, i mosaici paiono incredibilmente riprendere arti antiche e al tempo stesso immagini da un altrove spaziale. Un luogo dentro cui immergersi, perdersi e ritrovarsi.